L’ASSASSINO DEL LAGO
Pietro Garanzini
Prima pubblicazione: 21 maggio 2018
Editore: Newton Compton
Genere: Mistero
Pagine : 358 p.
L’ASSASSINO DEL LAGO. DESCRIZIONE
Tre omicidi si susseguono e nulla sembra legare tra loro le vittime, ma l’ispettore Ferrari non è disposto a fidarsi delle apparenze
L’ispettore di polizia Mario Ferrari si trova a indagare su tre misteriosi omicidi avvenuti in rapida successione. Apparentemente, le tre vittime hanno poco in comune a parte l’età: una aveva 29 anni e gli altri due 28.
Eppure, tutti e tre i ragazzi sono stati prima storditi e poi uccisi con una pistola d’epoca, una rarissima Luger. Aiutato dal vice ispettore Matheoud e dalle preziose ricerche dell’agente Nanetti, Ferrari scaverà nel passato delle vittime per risolvere un caso capace di mettere a dura prova il suo fiuto raffinato, costringendolo a tornare più volte sui suoi passi.
E la chiave di tutto potrebbe essere nascosta proprio nel luogo in cui, molto tempo prima, è iniziata la spirale di morte: uno specchio d’acqua dalla superficie cristallina, che nasconde terribili segreti.
L’ASSASSINO DEL LAGO. L’autore
Pietro Garanzini è nato a Novara nel 1978. Ha cambiato vita molte volte, ma l’unica costante è stata sempre la grande passione per la montagna che l’ha reso una Guida Alpina certificata UIAGM, con specializzazione Canyoning e lavori in fune.
Ha viaggiato in Nepal, Argentina, Norvegia e Russia. Oltre alla passione per la montagna, ha sempre coltivato quella per la scrittura: L’assassino del lago, non a caso, mette al centro del giallo un paesaggio montano.
L’ASSASSINO DEL LAGO. Breve riassunto e commento personale
Prima o poi il passato torna per regolare i suoi conti. Questo, in breve, il riassunto del romanzo. Che non è riuscito ad entusiasmarmi fino in fondo. Forse perché trovavo sconvenienti le continue prese in giro dell’ispettore Mario Ferrari verso i suoi sottoposti, il vice ispettore Matheoud e la povera agente Nanetti…Non so…
Comunque non sono riuscita ad apprezzare completamente il giallo. Per una volta, ho sperato che il libro finisse in fretta, per potere passare ad altro!
Insomma, la faccio breve : mi dispiace ma proprio non mi è piaciuto. Indubbiamente il libro ha tutti i difetti di un’opera prima, ma comunque offre diversi elementi interessanti. Troppe, le palesi (almeno per me) scopiazzature da Camilleri e dal suo Montalbano, con Nanetti nelle vesti di un Catarella in gonnella e Matheoud in quelle del buon Fazio. Magari un omaggio dell’autore allo scrittore siciliano, ma io le ho trovate irritanti.
Peccato, perché speravo proprio in un bel libro, vista l’ambientazione particolare, in una delle zone d’Italia più belle, quella del Lago Maggiore
Il Lago di Garda è bellissimo, ma il Lago Maggiore ha, secondo me, tutto un altro fascino. Le Isole Borromee, poi, sono un vero incanto.
Dal romanzo traspare l’amore per la montagna e per questi luoghi dell’autore, specie nelle brevi descrizioni del Mottarone, il monte che domina la zona e separa il Lago Maggiore dal Lago d’Orta.
Ho apprezzato anche il tema di fondo del romanzo, quello della giustizia fai da te, che mi ha portato a parecchie riflessioni. Perché, sebbene l’assassino agisca spinto dal desiderio di avere quella giustizia che la legge non gli ha garantito, non si può diventare giudice e giuria insieme. Anche in un Paese in cui la Giustizia è continuamente umiliata da leggi ingiuste.
Che, spesso, davanti a certe assurde sentenze, ti porta a desiderare di provvedere da solo a rimettere le cose a posto… Un bel problema, insomma!
Aspettiamo il prossimo romanzo dell’autore per un giudizio definitivo.
VOTO : 6
