LA CUCINA DEI MEDICI

LA CUCINA DEI MEDICI. CHE COSA MANGIAVANO Lorenzo Il Magnifico e i suoi ospiti?

Leggendo i libri di Matteo Strukul, mi è sorta la curiosità di scoprire che cosa si mangiasse alla corte dei Medici e degli altri grandi Signori del Rinascimento.

Il Rinascimento fu infatti un periodo di grandi cambiamenti non solo nelle Arti, ma anche in cucina.

Lorenzo de’ Medici si distinse anche in questo campo, dimostrandosi buongustaio e protettore delle Belle Arti pure a tavola

LA CUCINA DEI MEDICI. IL BANCHETTO DI NOZZE DI LORENZO E CLARICE

Il 4 giugno 1469 Lorenzo il Magnifico sposa la romana Clarice Orsini. Tra gli invitati, Piero di Marco Parenti racconta:

Arrivarono al Palazzo di Via Larga centocinquanta vitelle, quattromila fra galline e papere, pesci, cacciagione e moltissime botti di vini nostrali e forestieri.

Il tavolo della sposa si trova nella loggia e ad esso sono sedute cinquanta giovani nobildonne, mentre quelle anziane siedono all’interno del palazzo presiedute dalla madre dello sposo, Lucrezia Tornabuoni; nell’androne sono i giovani con Lorenzo e Giuliano e in altro tavolo gli anziani della città. Ma altre mense imbandite di vivande sono sistemate sia all’interno del palazzo sia sulla strada onde tutta la città – anche quella dei popolani – possa godere di questi festeggiamenti.

Ogni tavolo era inoltre rallegrato da danze, musiche e piccoli spettacoli.

Le vivande sono varie: si inizia la mattina con portate di morsaletto, poi un lesso, poi un arrosto, poi cialdoni e marzapane e mandorle e pinocchi confetti; poi le confettiere con pinocchiati e zuccata confetta. La sera gelatina, un arrosto, frittellette, cialdoni e mandorle e le confetterie. Come vino si usa malvasia, trebbiano e vermiglio.

Insomma una vera apoteosi!

LA CUCINA DEI MEDICI. Il Canto dei Cialdonai

Lorenzo, in una delle sue poesie, fornisce addirittura la ricetta per preparare i cialdoni, un dolce tipico toscano di cui era particolarmente ghiotto. In altre opere ci elenca poi i suoi piatti preferiti, che erano quelli che si potevano consumare nelle osterie fiorentine: schiacciate, migliacci, castagnacci, aringhe, pancetta, salsicce, fave arrostite, pecorini, cosce di rana.

Sulla tavola dei banchetti del Magnifico trionfavano le carni: di vitello, maiale, capretto e selvaggina, cotte arrosto ma anche “allesso”, innaffiate con ottimo Chianti e arricchite da verdure e dolci.

Cacciava lui stesso la selvaggina, nelle battute di caccia presso le sue ville di campagna, come quella di Poggio a Caiano.

Le carni erano condite con cannella, zafferano, noce moscata, coriandolo, pepe, zenzero, chiodi di garofano. Ricordiamo infatti che, all’epoca, il gusto agrodolce era piuttosto apprezzato, tanto che le carni venivano accompagnate con salse dolci come il melangolo (una salsa di arance amare), la mostarda, la cotognata.

LA CUCINA DEI MEDICI. LA RICETTA DEI CIALDONI

⇒ Ingredienti

  • 100 gr di farina
  • 120 gr di zucchero
  • 2 uova
  • 1 pizzico di sale

⇒ Preparazione

Stendete su una tavola la farina, rompetevi le uova, aggiungete zucchero ecco, un pizzico di sale ed amalgamare bene, fino ad ottenere una pasta di soda e morbida.

Fate delle piccole masse di pasta, stendetele all’interno di piastre per cialde e cuocete.

A cottura ultimata, quando ancora i cialdoni sono caldi potete arrotolarli e servirli magari con delle fragole o marmellata di castagne.

LA CUCINA DEI MEDICI. I LIBRI

Ho trovato molto interessante questo libro,

Rinascimento a tavola. La cucina e il banchetto nelle corti italiane

Pierluigi Ridolfi

Editore: Donzelli

Pagine : 300 p.

Descrizione: 

Mangiar bene e saper stare a tavola sono un’arte. E forse mai come nel Rinascimento essa ha raggiunto vette straordinarie.

Durante quest’epoca, infatti, il banchetto (e il lavoro nelle cucine che lo precedeva) non era solo una «messa in scena», ma incarnava una profonda sostanza, un modo d’essere dei signori e delle loro corti, che si esprimeva attraverso i fasti dell’arte gastronomica. Nel volume il racconto di sontuosi banchetti, destinati a diventare celebri, organizzati per papi e imperatori, duchi e duchesse, si intreccia con la descrizione di ricette elaborate e sorprendenti. Si familiarizza con i nomi prestigiosi dei grandi cuochi, vere e proprie «star» della tavola rinascimentale: da Cristoforo di Messisbugo a Giovan Battista Rossetti, da Vincenzo Cervio a Bartolomeo Scappi.

 

Attraverso una sapiente lettura dei documenti, e con l’aiuto di un ricco corredo di illustrazioni, Pierluigi Ridolfi ci introduce agli usi culinari e conviviali del tempo: dai piatti a base di frattaglie in cui nulla viene risparmiato alle ricette in cui dolce e salato si fondono nella maniera più impensabile, dai banchetti a tema (come quelli di sole uova, cotte perfino allo spiedo) ai pranzi composti da decine di portate, tanto da far dubitare che lo stomaco dei commensali potesse sopportare quantità abnormi di cibi tanto impegnativi.

 

Intraprendere questo percorso nei magnifici saloni dei palazzi principeschi, dove si rappresenta lo spettacolo del banchetto, addentrarsi nelle grandi cucine brulicanti di cuochi e sguatteri, affollate di strani e ingegnosi strumenti per triturare e arrostire, è il modo migliore per rivivere l’atmosfera delle corti italiane del Rinascimento e respirare i profumi di un’epoca segnata dallo splendore delle grandi dinastie.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!