IUS SANGUINIS di Maria Laura Antonini

IUS SANGUINIS è un interessante romanzo scritto da Maria Laura Antonini, che ho scoperto quasi per caso in una delle mie tante notti insonni. Vi racconto perché mi ha colpito al cuore.

IUS SANGUINIS

Maria Laura Antonini

Valeria Parrella (Illustratore)

Prima Pubblicazione: 2022

Editore : Diadema

Pagine : 210 p.

Genere : narrativa italiana

IUS SANGUINIS : l’autrice

Maria Laura Antonini è nata in Umbria nel novembre del 1967: dopo la maturità scientifica, si è iscritta alla facoltà di Giurisprudenza e si è laureata nel 1991 con una tesi in procedura penale. Avvocato dal 1994, esercita la professione prima a Napoli, poi a Perugia dove attualmente vive e lavora in un piccolo studio nel quale passano milioni di storie. Legge da sempre per passione, scrive per divertimento.

All’età di diciotto anni ha vinto le cinque puntate del programma televisivo sulla letteratura italiana Parola mia, condotto da Luciano Rispoli e con la partecipazione del Prof. Gianluigi Beccaria.

Molti anni dopo e con una certa dose di timidezza, ha partecipato a vari concorsi e nel 2011 si è classificata settima al Premio Letterario “Città di Castello” con il romanzo breve dal titolo L’ascensore.

Nel 2014 vince il “Premio letterario lune di primavera” con il racconto Il guizzo del luccio e, nello stesso anno con Un colpo d’ala, all’improvviso si è classificata al secondo posto al Premio Letterario “Città di Castello”.

Pubblica, nel 2017, il romanzo “L’ultima domenica d’inverno” Edizioni Helicon, che si classifica al secondo posto della V edizione del concorso “Ragunanza di Poesia, narrativa & Short Movie”.

Nel 2020 la sua opera “L’ultimo raccolto” viene pubblicata in un’antologia a seguito del riconoscimento ricevuto nell’ambito del Premio Internazionale Ranieri Filo della Torre.

IUS SANGUINIS : breve riassunto e commento personale

Ormai dormo pochissimo, causa dolori e fastidi vari. A quanto pare, nel 2022, la medicina non può fare molto per chi è allergico ai farmaci… Dopo che, quasi venti anni fa, un medico, dopo decine di prove, alla fine mi chiamò nel suo studio e mi comunicò, quasi con le lacrime agli occhi, di non poter fare nulla per me, mi sono rassegnata.

Ora però la cura di “contenimento” a base di dosi sempre maggiori di cortisone, non funziona più e un coraggioso dottore ha deciso di provare in qualche modo a trovare la “cura”. Soffro di artrite reumatoide da venti anni, per chi non lo sapesse, unita a varie altre patologie.

Non si tratta di una malattia mortale ma di sicuro riduce l’aspettativa di vita di chi ne soffre e gli regala anni di sofferenze… Di solito consolo il Maritozzo dicendogli che potrà cambiare moglie molto prima di quanto si aspettasse!

Le notti insonni, come vi dicevo, diventano sempre più numerose e in una di queste ho preso in mano questo libro che, in poco più di duecento pagine, ci racconta una storia familiare davvero particolare.

Partiamo dal titolo. Come mi ha spiegato la mia Nipotina adorata, “ius sanguinis” è il principio per cui un individuo ottiene in automatico la cittadinanza di uno Stato se uno dei suoi genitori è cittadino di quello Stato.

Ad esempio, se mia madre fosse stata francese e mio padre inglese, io sarei stata in automatico cittadina francese e inglese.

In questo libro, invece, l’espressione indica una storia familiare curiosa e avvincente. Il romanzo racconta la storia di Alfredo Morini, detto “Stinco”, e di sua sorella Miriam.

“Stinco era magro, molto magro, non a caso lo chiamavano così. Correva come un pazzo, tutto il giorno, in sella al suo motorino truccato, cavalcando forsennato le sponde dei due torrenti. A casa non tornava mai, e perché avrebbe dovuto tornarci?”

Miriam, sua sorella, più piccola di sette anni, resta invece a casa, “tramortita dalla tristezza della madre, perplessa di fronte alle furibonde invettive”.

Invettive che si scagliavano soprattutto contro il marito, il “brillante” medico condotto Francesco, cacciatore, pescatore e fedifrago, che in casa sta poco o niente…

Più che la storia di Stinco, però, è quella di Miriam, che vive senza ribellarsi la situazione familiare e si accolla “tutto il dolore del mondo”…

Una sera, Miriam telefona al fratello, disperata. Ma non trova il coraggio per chiedere aiuto e il fratello finge di non conoscere il desiderio inespresso della sorella:

Pericolo scampato, sua sorella era una ragazzina intelligente e aveva capito al volo e non l’avrebbe reso partecipe di nessuna tragedia abbattutasi su di lei e su quei due imbecilli che li avevano generati”

Dopo quella telefonata, nulla sarà più come prima … Pagina dopo pagina, vi troverete alla fine del libro trattenendo a stento le lacrime.

Tante vite distrutte da un unico atto di vigliaccheria di un uomo egoista e di una donna intelligente ma incapace di ribellarsi alle decisioni dell’uomo che ha scelto di amare, nonostante il dolore che le provoca.

E’ straordinario accorgersi come alcune persone possano determinare il destino di altre senza darsene pena e senza neanche accorgersene

Una frase in particolare mi ha colpito e mi ha dato molto da riflettere: 

Dio sa quanto sanno essere stupide le donne, nessun essere vivente è capace come loro di costituirsi per reati mai commessi e di accettare la scritta insopportabile: fine pena mai

E non ci stupisce che Miriam si ritrovi stritolata dalle stesse catene che hanno avvinto sua madre, la prof Adele Parascandalo!

Insomma, un libro capace di coinvolgervi dalla prima all’ultima parola. Con una sola piccola pecca, un errore di stampa a pag 108: “valige” al posto di “valigie”!!!

A parte questo, un romanzo che vi consiglio anche se non avete notti intere da riempire!

VOTO : 9/10

4,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!