In questi giorni ci stiamo occupando dello iodio e dei suoi effetti sulla salute. Dopo avervi accennato ai danni legati allo iodio radioattivo ed avervi spiegato come mai questo improvviso interesse per questo micronutriente, oggi vi racconto meglio quale sia il suo ruolo nel nostro organismo e come assumerlo con gli alimenti
IODIO E TIROIDE. Che cos’è lo iodio
Come accennato anche in precedenza (vedi QUI), lo iodio è un micronutriente indispensabile per l’organismo umano, presente nell’organismo umano in piccole quantità (15–20 mg) e concentrato quasi esclusivamente nella tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo.
Esso equilibra il metabolismo e regola importanti funzioni vitali. In particolare, lo iodio è essenziale per il funzionamento della tiroide e la produzione degli ormoni tiroidei T3 (triiodotironina, con tre atomi di iodio) e T4 (tetraiodotironina o tiroxina, con quattro atomi di iodio).
Come vedremo meglio in seguito, gli ormoni tiroidei sono fondamentali per moltissime funzioni metaboliche, in tutte le fasi della vita, a partire da quella intrauterina.
La carenza di iodio colpisce circa due miliardi di persone ed è la principale causa evitabile di disabilità intellettiva
Un insufficiente apporto di iodio al feto in via di sviluppo ha effetti drammatici soprattutto sul sistema nervoso centrale e può portare a situazioni di grave ritardo mentale (cretinismo), nonché disturbi e deficit metabolici di vario tipo.
Se la carenza di iodio si presenta in altre fasi della vita, essa può avere effetti più o meno rilevanti a livello cardiovascolare, neurologico e muscolo- scheletrico.
Tale carenza è anche all’origine della maggior parte delle patologie tiroidee, prima tra tutte il gozzo (il rigonfiamento che compare nella zona anteriore e centrale del collo, a causa dell’ingrossamento della tiroide).
IODIO E TIROIDE : ALTERAZIONI COGNITIVE
Come dicevamo, per il feto e il neonato, basta una lieve carenza di questo microelemento per produrre danni gravi. Numerosi studi hanno dimostrato che se la futura mamma non ne aumenta l’apporto quotidiano all’inizio della gravidanza, possono verificarsi lievi ritardi cognitivi, autismo, iperattività e deficit dell’attenzione.
IODIO E TIROIDE. Lo iodio negli alimenti
Per evitare carenze di iodio, è fondamentale l’alimentazione. Infatti LO IODIO SI MANGIA E NON SI RESPIRA, come ci insegnavano da piccoli.
In particolare, cibi ricchi di iodio sono:
- pesce e crostacei
- uova
- latte e formaggi
- alghe
- verdure e frutta
- sale iodato.
Il contenuto di iodio negli alimenti dipende da numerosi fattori e può variare fortemente. Nel caso di frutta e verdura, per esempio, dipende dalle caratteristiche del terreno in cui sono coltivati (verdura e frutta).
I pesci e i molluschi contengono in media 10-140 microgrammi (µg) ogni 100 g, il latte e i suoi derivati 15-60 µg/100 g, le uova 50 µg/100 g, la carne e i cereali 5-30 µg/100 g.
Anche le alghe marine, il cui consumo si è molto diffuso negli ultimi anni, sono un’importante fonte di iodio: il contenuto di questo elemento può superare i 200-250 µg per 1 g nelle specie che ne sono più ricche.
Per questa ragione, le alghe marine vanno assunte in quantità molto piccole e il consumo di alcune varietà è sconsigliato a chi soffre di ipertiroidismo (dovuto all’eccessivo funzionamento della ghiandola) o di tiroidite di Hashimoto (malattia autoimmune della tiroide, molto diffusa soprattutto tra le donne dopo i 35-40 anni).
Ricordiamo che il contenuto di iodio dipende anche da come il cibo viene preparato. Infatti frittura e cottura alla griglia riducono di circa il 20%il contenuto di iodio iniziale dell’alimento crudo. La bollitura arriva a ridurlo fino al 58%, impoverendo molto piatti a base di vegetali e pesci, a meno di utilizzare anche il brodo.
IODIO E TIROIDE. Fabbisogno di iodio
Lo iodio alimentare viene assorbito dall’intestino in una quota mediamente superiore al 90% del totale ingerito.
Come detto anche poco fa, in condizioni normali, l’organismo contiene circa 15-20 mg di iodio, la maggior parte concentrata nella tiroide. L’eliminazione è quasi interamente urinaria.
In base alle stime e alle raccomandazioni ufficiali, i livelli di assunzione adeguata giornaliera di iodio dell’organismo adulto (maschile e femminile) è di circa 150 µg/die e sale a 200 µg/die nella donna in gravidanza e durante l’allattamento. Nei bambini varia invece in base all’età:
Lattanti | 6-12 mesi | 70 µg |
Bambini-adolescenti | 1-3 anni | 100 µg |
4-6 anni | 100 µg | |
7-10 anni | 100 µg | |
11-14 anni | 130 µg | |
15-17 anni | 130 µg |
deve contenere almeno 30 mg di iodio per ogni kg di sale da cucina.
Va sottolineato che l’invito a consumare sale iodato per assicurare il corretto funzionamento della tiroide non è in contrasto con la raccomandazione di contenere l’uso di sale nell’ottica di ridurre il rischio di ipertensione e altre malattie cardiovascolari.
Bastano meno di 5 g/die di sale negli adulti (2-3 g/die nei bambini) per avere un apporto iodico superiore a 150 µg/die negli adulti (100-125 µg/die nei bambini).
IODIO E TIROIDE. Le carenze di iodio
La carenza di iodio interessa una fascia importante della popolazione mondiale, inclusa una percentuale non certo trascurabile di italiani. Si stima infatti che a livello globale circa due miliardi di persone soffrano di carenze iodiche, di cui circa un terzo in età scolare (World Health Organization, 2007).
In Italia, i deficit di iodio rappresentano ancora un problema sanitario importante; in alcune aree del territorio italiano, infatti, lo iodio è presente in quantità così esigue nell’ambiente e negli alimenti che il fabbisogno minimo giornaliero non può essere soddisfatto tramite la comune alimentazione.
Come detto, per limitare al massimo l’incidenza delle carenze di iodio e dei relativi disturbi, è stata promulgata la legge n° 55 del 21 Marzo 2005 (“Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica”).
Prima dell’entrata in vigore di queste norme, in Italia circa 6 milioni di persone soffrivano di gozzo, ovvero più del 10% della popolazione, tanto che l’impatto economico di questa malattia raggiungeva i 150 milioni di euro/anno.
La carenza di iodio compromette la funzionalità della tiroide e può provocare problemi in tutte le epoche della vita,
Il gozzo ipotiroideo rappresenta la manifestazione più diffusa della carenza nutrizionale di iodio nel nostro territorio.
La carenza di iodio può manifestarsi anche con sintomi che vanno dalla depressione, alla cattiva percezione sensoriale, oltre che diminuzione della fertilità, stanchezza e frustrazione.
IODIO E TIROIDE: Contenuto medio di iodio negli alimenti
Pesce marino | 1220 μg/kg, fino a 2.5 mg/kg |
Molluschi | 798 μg/kg, fino a 1.6 mg/kg |
Alghe marine | 20-8000 mg/kg se essiccate |
Sale marino | 1.4 mg/kg |
Latte di mucca | 50-200 μg/L |
Uova | 70-90 μg/kg |
Frumento e cereali | 47 μg/kg (dipende dal terreno) |
Pesce d’acqua dolce | 30 μg/kg |
Carne | 50 μg/kg |
Frutta | 18 μg/kg |
Legumi | 30 μg/kg |
Verdura | 29 μg/kg |
Il contenuto in iodio degli alimenti dipende:
- dal terreno da cui derivano (vegetali);
- dalla fortificazione con iodio dei mangimi (latte e derivati);
- dall’ambiente in cui vivono gli animali destinati all’alimentazione (pesci marini).