IL SOFFIO DELLA VALANGA

IL SOFFIO DELLA VALANGA è il terzo romanzo che SANTO PIAZZESE dedica alle indagini di Lorenzo La Marca. Che però questa volta cede il ruolo di protagonista al suo amico commissario. Vi racconto perché mi è piaciuto

IL SOFFIO DELLA VALANGA

SANTO PIAZZESE

Editore: Sellerio Editore Palermo

Collana: La memoria

Anno edizione: 2002

Pagine: 329 p., Brossura

Genere : giallo

PRECEDUTO DA : La doppia vita di M.Laurent

Seguito da : Blues di mezz’autunno (2013)

IL SOFFIO DELLA VALANGA : il libro

Per il commissario Vittorio Spotorno, il duplice omicidio della 127 azzurra è un caso che lo costringe a riepilogare tutta la sua vita. Uno dei due picciotti uccisi nella macchina è il compagno di giochi Rosario.

Questo lo riporta alla sua infanzia vissuta in quartieri dove il capriccio del caso avrebbe potuto torcere il filo della sua esistenza in modi impensati. Ma l’indole del Rosario che il commissario conosceva sembra stridere con la qualità mafiosa dell’evento criminale.

IL SOFFIO DELLA VALANGA : L’AUTORE

Santo Piazzese (Palermo, 1948) è uno scrittore italiano, autore di romanzi pubblicati da Sellerio Editore.

Dopo la laurea in biologia, ha lavorato come ricercatore presso l’Università di Palermo fino alla pensione, e per questo si definisce un biologo prestato alla scrittura.

Si dedica alla narrativa e nel 1996 pubblica il suo primo romanzo, I delitti di via Medina-Sidonia. Collabora anche con il quotidiano La Repubblica e con numerose riviste italiane e straniere. Esordisce nel 2000 come autore radiofonico, con un radio-documentario in cinque puntate trasmesso dalla RAI e dedicato ad alcuni siti della Sicilia antica.

IL SOFFIO DELLA VALANGA ; breve riassunto e commento personale

Vittorio Spotorno è stato chiamato sul luogo di un crimine e la vista di una delle vittime lo ha portato indietro nel tempo, quando insieme al morto aveva vissuto tante incredibili avventure. Proprio con Rosario Alamia, aveva trovato il cadavere della signorina Lo Giudice, la loro maestra.

Vittorio aveva ricevuto la chiamata per quel delitto mentre era con Lorenzo La Marca, che aveva appena scoperto un annegato nella fontana dei Giardini botanici.

Un paio di settimane prima aveva scoperto un altro morto… due morti collegate, non ci pioveva. Un bel pasticcio ingarbugliato, di quelli che intrigavano Spotorno”

Purtroppo, VITTORIO dovrà lasciare ad altri tutto il divertimento…Al fianco di Vittorio troviamo però l’agente Puleo, che ben conosce gli umori del suo capo e non lo disturba quando lo vede intento a rigirarsi un pensiero per la testa.

Infatti Vittorio continua a rimuginare sulla vita di quel suo amico d’infanzia, incrociato per caro rare volte e di cui sapeva poche cose. Di sicuro Rosario si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: il vero bersaglio sembra essere Gaspare “Asparino” Mancuso.

Eppure una domanda continua a tormentare Vittorio: che ci faceva Rosario al posto di guida di della 127 con uno come Mancuso?

La moglie Amalia, dopo aver ascoltato il marito, gli chiede se ha parlato con la madre di Rosario. Per Vittorio

“qualche secolo prima la moglie avrebbe rischiato il rogo”

Infatti mentre Amalia parla della madre di Rosario, il commissario sta pensando proprio alla donna! Pochi i familiari di Rosario rimasti in vita. Oltre alla madre Rosa, c’è solo una sorella maggiore, Maddalena, sposata con un milanese e madre di due figli.

Dopo aver letto il rapporto preliminare dell’omicidio, Spotorno congeda Puleo e decide di lasciare anche lui la questura. Ha scoperto che la 127 celeste apparteneva a Rosario, che forse faceva da autista a Mancuso. Infatti quella sfortunata mattina aveva accompagnato l’uomo a comprare un paio di chili di sgombri.

Mentre Puleo di sicuro tornerà a casa per studiare (sta infatti per laurearsi in legge), Vittorio si concede una lunga passeggiata. E nota una donna che gli richiama alla mente i versi di una vecchia poesia imparata a memoria a scuola:

“Viva Venezia feroce ed altera”

La donna è infatti bianchissima e i suoi capelli nerissimi accentuano ulteriormente il candore della carnagione. I suoi passi portano Vittorio a casa di Rosa Brancato Alamia, “una palazzina anonima, del primo Novecento, con i soffitti belli alti”

Il portone della palazzina è spalancato e al suo interno è già predisposto il registro per le firme dei visitatori. Pochi, nota Vittorio, fino a quel momento.

Nell’appartamento manca la salma, non ancora restituita alla famiglia. Al commissario si fa incontro una donna, che riconosce subito come Maddalena. E Vittorio ha la sensazione di essere atteso. Rosa sembra trarre sollievo dalla visita di Vittorio. Quando però arriva Manlio, il genero di Rosa, Maddalena trascina via Vittorio. E gli chiede di acciuffare i colpevoli:

“Li voglio guardare bene in faccia”

Subito a Spotorno suonano mille allarmi e le notizie raccolte da Puleo non fanno che aumentare il suo disagio. Quell’omicidio non ha affatto le caratteristiche di un agguato mafioso.

“Per spiare l’aria”, Spotorno si reca al funerale dell’amico. Invece a quello di Mancuso manda Puleo e un fotografo. Proprio tra le foto del funerale di Mancuso, Vittorio nota la “Dama Bianca del Ponticello” e scopre che si tratta di Aurora Caminiti, cugina del Mancuso. Con sua grande sorpresa, Vittorio scopre anche che Aurora è sposata con Diego Sala, l’altro amico che aveva da piccolo. E Diego già quando erano bambini aveva mostrato una buona dose di sadismo

Intanto gli tocca pure la cena con Lorenzo La Marca e la sua amica americana, Darline, arrivata a Palermo per sposare Raffaele Montalbani. Sul cui omicidio indaga Lorenzo. Vittorio però continua a pensare alla Cappella delle Dame, da cui aveva visto uscire Aurora quando l’aveva notata la prima volta.

Una telefonata di Maddalena mette in allarme il commissario. La donna gli spiega che una delle sarte che lavorano per Rosa, Nunzia, è scomparsa. La sarta aiutava sempre Rosario. Nemmeno l’altra lavorante, Grazia, ne sa nulla.

Vittorio decide di accompagnare l’amica a casa di Nunzia, per verificare che sia tutto a posto. Ma dall’odore che sente quando entra nell’appartamento della donna, sa già che cosa lo aspetta:

“Nunzia, in camicia da notte bianca e la testa fracassata

Di sicuro, chi ha ucciso Nunzia era una persona esperta, che ha messo tutto a soqquadro per cercare qualcosa:

“bisognava capire se erano davanti a un tentativo di furto degenerato in un omicidio casuale oppure a un assassinio camuffato da furto”

In questo secondo caso, di sicuro l’omicidio di Nunzia è collegato a quello di Rosario. Il bravo commissario impiega poco a comprendere che la seconda è quella giusta.

E ora bisogna capire quale sia il legame tra la morte di Nunzia e il duplice omicidio! Certamente Rosario aveva frequentato l’appartamento di Nunzia. Le sue impronte sono ovunque nel miniappartamento!

Grazie alla scrupolosa attenzione di Puleo, Vittorio riesce a scoprire un legame tra la moto usata per l’agguato e l’auto di Rosario…ma non basta… per arrivare infine alla drammatica soluzione, occorreranno l’aiuto di un gesuita e un … tubetto di attack.

Ve lo consiglio

VOTO : 10/10

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!