LO STRANO DELITTO DELLE SORELLE BEDIN
Chicca Maralfa
Editore : Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Prima Pubblicazione : 2022
In commercio dal: 24 febbraio 2022
Pagine : 256 p., Brossura
Genere : giallo, poliziesco
LO STRANO DELITTO DELLE SORELLE BEDIN: il libro
LO STRANO DELITTO DELLE SORELLE BEDIN: l’autrice
LO STRANO DELITTO DELLE SORELLE BEDIN: breve riassunto e commento personale
Cominciamo dalla fine, dai ringraziamenti dell’autrice, che conclude il libro con parole toccanti, che mi hanno fatto apprezzare ancora di più questo libro. Infatti è impossibile andare ad Asiago e non attraversare quei luoghi in religioso silenzio, ripensando a quante giovani vite siano state sprecate per l’insensatezza di pochi… E la storia si ripete!
Ho letto il romanzo poco dopo la sua uscita, mentre con il Nipotino studiavamo proprio la Prima Guerra Mondiale, un periodo storico di cui conservo nel cuore i racconti che mi faceva mio nonno. Infatti suo padre aveva combattuto sul Carso e lui riportava a noi nipoti quelle memorie…
Il romanzo si legge tutto d’un fiato e ci fa subito apprezzare il protagonista, un “uomo del Sud” trapiantatosi al Nord per sua scelta. Ci commuovono le telefonate alle figlie rimaste a Bari e la sua dedizione al dovere.
Ma sto divagando. Torniamo al libro. Nel prologo siamo sull’altopiano di Asiago, mentre una numerosa processione procede lenta.
Camminavano già da due ore, camminavano per fede o devozione. Tommaso pensò che ognuno di loro avesse un buon motivo per fare tanta strada: trentatré chilometri, dall’alba al tramonto, lambendo i confini dell’altopiano.
Due giovani partecipanti, Tommaso e Virginia, per avere qualche minuto di intimità decidono di allontanarsi dal gruppo e raggiungere “Ospedaletti inglesi”. E qui i due ragazzi fanno una terribile scoperta…
Torniamo poi a qualche giorno prima e facciamo la conoscenza del luogotenente Gaetano Ravidà. E’ ad Asiago da poco più di un anno e Ravidà osserva la stele commemorativa che sorge di fronte alla caserma.
Cento anni prima, in quello stesso periodo dell’anno, colpi di artiglieria di grossissimo calibro avevano colpito l’abitato di Asiago. Era stato l’inizio della Spedizione punitiva, la potente offensiva austro-ungarica per costringere l’Italia alla resa.
Qualche mese prima, sul monte Lèmerle, a qualche chilometro da lì, era stato per caso ritrovato un milite ignoto. Il luogotenente ha molto a cuore quel caso. Infatti spera che si tratti di suo nonno, il contadino siciliano Gaetano Ravidà, mandato al massacro su quelle montagne, insieme a tanti altri manovali e sottoproletari analfabeti
Intanto pensa ad un altro caso che lo appassiona: l’irrisolta indagine sulla morte delle sorelle Bedin.
Un cold case archiviato, senza colpevoli, neanche un mese prima.
Scopriamo che il delitto era stato commesso sette anni prima. Nonostante le accurate indagini svolte, non era stato possibile scoprire chi avesse ucciso
in una mite serata di ottobre, le sorelle Pina e Carla Bedin, di settantadue e settantaquattro anni, colpendole ferocemente con un corpo contundente, fino a provocarne la morte.
Nelle indagini non ufficiali coinvolge il brigadiere William Casarotto. Nessuno sembra entusiasta di riaprire il caso ma, imperterrito, Ravidà, diventato ormai “il barese”, prosegue nella sua inchiesta. Come spiega a Casarotto:
«Inseguo la verità. Perché, caro brigadiere, non può esserci giustizia se non c’è accertamento della verità».
E qualcun altro è convinto che il delitto vada riaperto, ricoprendo i muri della cittadina con manifesti su cui sono riportate poesie di Silvia Plath.
Intanto fa la conoscenza di Claudia Spiller, “la campionessa” di sci di fondo. Figlia del neurologo Gustavo Spiller, la donna è in caserma per sporgere denuncia per l’omicidio del suo coniglio, Coco. Secondo la donna, è stata una cattiveria gratuita, probabilmente opera del suo fratello scapestrato…
Per la Grande Rogazione, ovvero la processione che ci viene raccontata all’inizio, Ravidà viene raggiunto dai suoi fratelli. Il maggiore, Giovanni, è capocronista a «La Gazzetta del Mezzogiorno», e si è sempre occupato soprattutto di morti ammazzati. La sorella Lucia invece fa l’avvocato fra Padova, dove vive, e Venezia, dove ha il secondo studio legale. L’unica della famiglia laureata, in Giurisprudenza, con il massimo dei voti.
Mentre si prepara per la processione, Ravidà scopre che ad attaccare le poesie è una certa Angela “Lilli” Pertile. Amica delle sorelle Bedin, non si rassegna a quel delitto insoluto… Anche perché lei sa chi le ha uccise… Commoventi le lettere di Ninni al nonno mai conosciuto, morto a venticinque anni sul Merle…
Intanto continuano misteriosi furti di Volvo e una telefonata allarmata di Sebastiano Zovi porta Ravidà a scoprire il cadavere di Adelmo Zovi, da tutti ritenuto responsabile dell’omicidio Bedin…L’uomo, stanco del clima di sospetto che si è creato intorno a lui, ha deciso di suicidarsi con un infuso di foglie di oleandro. Adelmo ha lasciato un biglietto:
“Non sono stato io”
A casa di Zovi, Ravidà si trova davanti il medico legale Maria Antonietta Malerba.
Anche lei pugliese, era in servizio all’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. Che ci fa ora sull’altopiano?
A quanto pare, la donna ha seguito il suo nuovo compagno, ma non disdegna la corte di Ravidà.
intanto scompare Alexandra, la badante del dottor Spiller… La stessa donna che si occupava delle pulizie a casa Bedin…ed è suo il cadavere ritrovato dai due fidanzatini nel prologo.
I sospetti per la morte di Alexandra si appuntano su David Spiller, che non vedeva di buon occhio la relazione del padre con la donna…
Poco alla volta, indizio dopo indizio, Ninni Ravidà riesce a ricostruire quello che è accaduto e a trovare soluzione non solo al recente omicidio, ma anche a quello delle povere Bedin.
Come vi ho già accennato, un romanzo che conquista per la semplicità e la trama interessante e insolita, che vi stupirà per il finale.
Ve lo consiglio per qualche ora di sano relax