IL QUADRO MALEDETTO di Fabrizio Santi

IL QUADRO MALEDETTO è il romanzo di esordio di Fabrizio Santi. L’ho riletto in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo, L’enigma della cattedrale sommersa.  Scopriamo insieme di che cosa parla

IL QUADRO MALEDETTO

Fabrizio Santi

Editore: Newton Compton

Anno edizione: 2017

Pagine: 356 p.

 

 

 

 

IL QUADRO MALEDETTO. DESCRIZIONE

Può un viaggio di piacere trasformarsi in una pericolosa avventura?

Theodor Klinsmann, un professore tedesco, è arrivato in Italia per far visita alla zia, che ormai da anni vive in Toscana. Ma quella che doveva essere una vacanza, si rivela presto ben altro.

Theodor si trova infatti coinvolto in una vicenda che ruota attorno a un famigerato dipinto dai poteri occulti. Pare che il quadro, nel corso dei secoli, sia apparso e scomparso in luoghi sempre diversi, rendendo folli coloro che hanno avuto la sventura di ammirarlo.

Messe da parte prudenza e razionalità, il professore si lancia alla ricerca del dipinto, deciso a svelarne una volta per tutte il segreto. Ad aiutarlo, un amico musicista, Riccardo, e Irene, una donna affascinante e misteriosa.

I tre si trovano catapultati in una sorta di percorso iniziatico, che li porta a esplorare i sotterranei di Roma, a fare i conti con gli adepti di una setta segreta, a chiedere l’aiuto di preti e bibliotecari esperti di antichità e reliquie.

Qual è l’enigma che si nasconde dietro la storia di quel quadro? Chi lo ha dipinto? In una specie di caccia al tesoro, indizio dopo indizio, Theo scoprirà una verità che lo costringerà a mettere in discussione tutto ciò in cui crede…

IL QUADRO MALEDETTO. L’AUTORE

Fabrizio Santi è nato e vive a Roma. È laureato in Lingue e letterature straniere e insegna inglese in un liceo scientifico romano.

È diplomato in pianoforte al Conservatorio di Perugia. Il quadro maledetto, il suo primo romanzo, è stato per settimane in vetta alle classifiche.

Le indagini di Giulio Salviati proseguono con Il settimo manoscritto e L’enigma della cattedrale sommersa.

IL QUADRO MALEDETTO. BREVE RIASSUNTO E COMMENTO PERSONALE

Si comincia dalla fine, in questo giallo, con Theodor Klinsmann che riceve la notizia della morte della zia Greta. Subito dopo, inizia il viaggio a ritroso, che ci porta a conoscere gli eventi passati.

Theodor Klinsmann è da sempre innamorato dell’Italia e la trova un Paese magico. Studioso di filosofia del linguaggio, per coglierne l’anima vera, ha preso un anno di congedo dall’Università di Heidelberg e ha girato la Penisola in lungo e in largo.

Prima di tornare in Germania, si ferma a Siena, ospite dell’amata zia Greta Hoffman Von Bulow,

«una delle più illustri latiniste che l’Università di Heidelberg potesse annoverare tra i suoi accademici»

Spinta dall’ammirazione per la civiltà romana, cinque anni prima, la donna si era infine stabilita a Siena, dopo un lungo soggiorno a Milano e  sulla Costiera Amalfitana.

A Siena, Greta aveva cominciaro a collaborare con Guido Semeraro. E proprio a casa del professore è ospitato Theo. Quello che avrebbe dovuto essere un breve soggiorno, si trasforma presto in una lunga permanenza, per il fascino delle terre toscane e per le amicizie che si crea.

Tra gli amici di Theodor è un restauratore, Anselmo, nella cui bottega il giovane trascorre molte ore, affascinato dai racconti dell’artigiano. E’ proprio Anselmo a raccontargli della strana avventura capitata ad un suo compaesano, sagrestano a Radicofani, un paesino “alle falde del Monte Amiata, vicino alla Val d’Orcia”.

Anselmo non conosce bene la vicenda e consiglia a Theo di contattare Irene Binanti, la figlia di un affermato pittore che il tedesco ha già conosciuto.

TESORI E PARROCI SCOMPARSI

Irene racconta che Otello Salvini, detto Dragoni, aveva trovato in una chiesa un misterioso tesoro che poi era scomparso… Tutti avevano pensato ad un’invenzione dell’uomo fino a quando non era sparito il parroco di Castiglione Val d’Orcia, don Isidoro Casale. Ispezionando la chiesa, la polizia aveva scoperto un sotterraneo, che confermava il racconto del Dragoni.

Ormai Theo è affascinato dalla vicenda e decide di indagare. Al suo fianco, l’affascinante Irene e un amico pianista, Riccardo. Theodor scopre così che il misterioso oggetto scomparso era un “QUADRO DELL’ANGELO PURPUREO”.

Secondo la leggenda (p. 34):

«il quadro spariva  e ricompariva di tanto in tanto in punti diversi»

della zona. Inoltre

«Tutti coloro che asserivano di averlo visto, scomparivano all’improvviso in circostanze misteriose»

Theo ottiene nuovi particolari da un anziano benedettino, del Monastero di Vallombrosa. Padre Gregorio racconta di un dipinto del XV o XVI secolo, di mano ignota, al quale si lega una sorte oscura:

«Il soggetto è innaturale e inquietante: un angelo illuminato da un raggio proveniente dal cielo. Immobile su un pendio e avvolto completamente da una veste purpurea, tiene in mano una pergamena su cui indica, con l’altra, un messaggio indecifrabile.

C’è una torre, poi, da qualche parte sulla tela, una strada e un paesaggio sterile e pietroso dall’aspetto lunare. Il cielo, dai colori innaturali, mostra sullo sfondo degli strani pianeti. Questo, più o meno, è quello che si racconta».

Dopo l’incontro con l’anziano frate, Theodor è costretto a recarsi a Roma per lavoro. Abbandonerà le ricerche? Oppure il caso lo metterà nuovamente sulle tracce del misterioso dipinto?

Tra minacce e cacce al tesoro iniziatiche, Theo e i suoi amici si troveranno alle prese con strani personaggi e misteriose morti. Fino all’inatteso finale

Un buon giallo, che ha il suo punto di forza nello scenario in cui è ambientata. Infatti l’autore ci fa attraversare la provincia di Siena con i suoi affascinanti piccoli centri medioevali e angoli segreti di Roma.

Forse perché amo quella parte di Toscana e la conosco abbastanza bene, ma mi sono ritrovata spesso al fianco di Theodor e dei suoi amici lungo i tornanti della Val d’Orcia, per le strade di Siena, San Gimignano o Montalcino, giusto per ricordare alcuni dei luoghi del libro.

Suggestiva l’ambientazione finale, nella splendida Abbazia di San Galgano, a Chiusdino (SI)

Insomma, un discreto romanzo d’esordio, che vi farà trascorrere ore piacevoli e conoscere un altro angolo del nostro Paese.

Torneremo presto a parlare della  Val d’Orcia!

VOTO : 7.5 /10


I LUOGHI DEL LIBRO: LA PROVINCIA DI SIENA

In breve, la provincia di Siena può essere suddivisa in sette aree :

  1. Alta Val d’Elsa
  2. Chianti senese
  3. Area urbana (Monteriggioni e Siena)
  4. Val di Merse
  5. Crete senesi
  6. Val di Chiana senese
  7. Val d’Orcia e Amiata

Non c’è una zona che non tornerei a visitare anche subito. Ognuna ha caratteristiche che la rendono unica e spettacolare, con tante eccellenze enogastronomiche da scoprire.

E chissà che non ci scappi un week-end…magari alle terme libere di Petriolo (vedi QUI), ancora accessibili gratuitamente! Oppure nella suggestiva Bagno Vignoni, in cui la piscina termale si trova nella piazza del paese (vedi QUI)!

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!