FESTA DELLA DONNA 2020. AUGURI A TUTTE

FESTA DELLA DONNA. Giornata di riflessione

Ve l’ho raccontato in un precedente post: non amo molto questa giornata, dedicata a noi donne. Perché ne ho visto snaturato il senso e nessuno mi aveva spiegato il vero significato.

E poi per me era spesso un giorno di reclusione forzata, a causa della mia allergia alle mimose!

Una volta cresciuta, ho invece compreso il vero significato di questa giornata, dedicata a ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne e a riflettere sui passi ancora da compiere.

Insomma, l’Otto Marzo dovrebbe essere un giorno per ricordarci da dove veniamo, noi donne, e dove stiamo andando.

NON SOLO 8 MARZO

Dal 1999, esiste anche un’altra giornata dedicata a noi donne, il 25 Novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Infatti, nonostante gli indiscussi progressi fatti, ancora in troppe sono vittime di  discriminazioni e violenze di ogni tipo, non solo in Paesi lontani da noi. Allora vediamo quando è stata istituita questa Giornata Internazionale della Donna.

FESTA DELLA DONNA. LE ORIGINI

La data dell’8 marzo fu ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite come giornata dedicata alla donna nel 1975. Secondo la risoluzione ONU, in questa giornata si ricordano le conquiste sociali e politiche delle donne, la lotta contro le discriminazioni e le violenze, ma anche far riflettere sulle condizioni di lavoro delle donne e le diseguaglianze tra uomo e donna.

Ma perché l’8 Marzo?

La teoria più celebre narra che la Festa della donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York, la Cotton. In realtà, si tratta solo di una leggenda nata negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale.

La Giornata Internazionale della Donna nacque negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909, grazie al Partito Socialista americano, che, in quella data, organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto.

Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili.

Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909, migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro.

Nel 1910 l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne.

Il 25 marzo del 1911 cadde la goccia che fece traboccare il vaso: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (di cui 123 donne, per la gran parte immigrate di origine italiana) persero la vita.

Da quel momento in poi, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono. In molti Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne

La data dell’8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917.  Quel giorno, infatti, le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla «rivoluzione russa di febbraio».

Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l’8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell’Operaia

FESTA DELLA DONNA: L’ITALIA E LE MIMOSE

In Italia invece la Festa della donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prese forza nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia (formata da donne di tutti i Partiti politici) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo.

L’8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ricordò la Festa della Donna e fu scelta la mimosa, come fiore perfetto per simboleggiare la festa della donna: è infatti un fiore che cresce spontaneamente in molte parti d’Italia, è economico ed è facile avere un rametto piccolo da appuntare alla camicetta o alla giacca.

NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE ATTRAVERSO LA MUSICA

Da qualche tempo è attivo su FB un gruppo che promuove una campagna importante, che io condivido pienamente.

Come ci viene spiegato nelle informazioni:

Tutto è partito dalla 70^ edizione del Festival di Sanremo. La direzione artistica della kermesse, con a capo Amadeus, ha voluto a tutti i costi che un tale di nome Junior Cally si esibisse sul palcoscenico più famoso d’Italia.

In “Strega” (brano del 2017) Junior Cally cantava: «Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tro.. / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera».

Il video aggiungeva immagini alle parole: Gioia legata a una sedia con un sacco in testa mentre cerca inutilmente di liberarsi.

Ora, nel 2020 è uno dei big del Festival di Sanremo!!!!! Amadeus, direttore artistico del festival, è stato il responsabile principale di questo scempio.

Noi siamo contro ogni forma di violenza perpetrata anche con la musica. La musica deve essere un mezzo per contrastare ogni forma di violenza. È questa la vera Arte!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!