DI LOTTA DI SOGNI DI VITA

DI LOTTA DI SOGNI DI VITA è un bellissimo libro che ci permette di immergerci nel clima del 1968 da un punto di vista “della gente comune”. Vi racconto perché mi è piaciuto

DI LOTTA DI SOGNI DI VITA

Tonino De Francesco

Editore: 4Punte edizioni

Collana: Le matite

Anno edizione: 2022

In commercio dal: 23 maggio 2022

Pagine: 160 p.

Genere : romanzo

DI LOTTA DI SOGNI DI VITA: Descrizione

L’ambiente è quello esaltante e ricco di suggestioni della rivolta giovanile che si dispiega in tutto il mondo alla fine degli anni Sessanta e che trova un suo culmine nel ’68.

Un cambiamento profondo dei costumi, uno scontro generazionale, ma anche il tentativo utopistico di immaginare percorsi capaci di modificare alla radice il sistema di potere.

Se il punto massimo delle mobilitazioni si concentrarono in quello che venne definito il Biennio Rosso (1968-1969), gli effetti di quella straordinaria stagione si ritrovarono nell’intero decennio successivo e non solo.

“Di lotta, di sogni, di vita” non vuol essere la ricostruzione storica di quel periodo e nemmeno una sua analisi sul terreno squisitamente politico.

Tenta invece di restituire, attraverso le storie normali di Paco, Roberta, Chiara, Rita e dei loro amici – che si ispirano, unificandole, alle tante dinamiche di quel tempo – l’intreccio delle passioni e dei sentimenti che dentro quel crogiolo hanno lievitato: la politica certamente, ma anche l’amicizia, gli affetti, gli amori, le debolezze e le esaltazioni. Una storia nella quale un’intera generazione si può riconoscere

DI LOTTA DI SOGNI DI VITA : breve riassunto e commento personale

Io sono nata nel 1974 e ho sempre vissuto il 1968 attraverso i racconti dei miei genitori, che quegli anni li hanno invece vissuti “dall’interno”. E leggere il romanzo di De Francesco mi ha fatto tornare alla mente proprio i racconti di mamma e papà. Permettendomi in qualche modo di comprendere i sogni che li muovevano e li spingevano.

L’autore ci racconta il ’68 “della gente normale”, che quegli anni li ha attraversati “dal vivo”, con tutti i fermenti politici e culturali ma anche con tutti i problemi quotidiani.

Ricordiamo che il movimento ha dato vita ad un profondo cambiamento dei costumi nel tentativo, forse utopistico, di apportare modifiche al sistema di gestione del potere.

In particolare, l’autore ci racconta le vite di Paco, Rita, Chiara e Roberta, che si intrecciano per la prima volta nell’estate del 1967.

Per Roberta l’incontro con Paco e i suoi amici significa conoscere un mondo completamente diverso da quello in cui è cresciuta. Infatti Paco è un ragazzo impegnato, che legge “Il Capitale” di Marx e Engels e discute di politica con i suoi amici, “i ragazzi del terrazzo”.

Con il sostegno dei suoi amici operai e di Rita in particolare, Paco riesce addirittura a organizzare l’occupazione di una fabbrica.

Roberta aveva poi ritrovato Paco a Roma, il primo marzo 1968, durante quella che è passata alla storia come “la battaglia di Valle Giulia”.

In quell’occasione, Paco aveva salvato Roberta da una manganellata da parte di un poliziotto. Dopo Valle Giulia, “nulla fu più come prima”.

Non solo per la protesta studentesca, che da quel momento in poi iniziò a rispondere agli attacchi delle forze dell’ordine ma anche per Paco e Roberta. I due sono sempre più impegnati nel Movimento ma mentre Paco abbraccia in piene le idee che animano il movimento studentesco, Roberta non ne subisce acriticamente il fascino:

“Lei esercitava continuamente e senza sconti il suo diritto al dubbio”.

Quando la strategia del Movimento cambia e sembra ricercare lo scontro violento, Roberta si distacca da Paco. Infatti la ragazza è certa che la strada della violenza non è quella giusta per abbattere il sistema. Anzi: il movimento veniva spinto verso sbocchi pericolosi e poco democratici.

Soprattutto, Roberta nota l’assenza di donne tra i leader del movimento. Cosa inaccettabile, vista la vasta presenza di donne tra le fila della protesta.

Dopo la rottura con Roberta, allontanatasi anche dal movimento, Paco decide di non rinnovare la richiesta per il rinvio del servizio militare.

E rompe anche con i ragazzi del terrazzo, che hanno deciso di aderire al PCI di Longo. Nel 1969, emergeranno altri protagonisti nello scontro sociale.

Se il ’68 era stato l’anno degli studenti, il ’69 sarebbe stato quello degli operai”.

Il servizio militare rappresenta per Paco uno degli anni più brutti della sua vita.

Come molti giovani costretti a fare il servizio di leva, “percepiva l’inutilità dell’esperienza che era costretto a vivere, l’assurdità di un anno rubato alla costruzione del suo futuro”.

Poco dopo la fine del servizio di leva e dopo il processo a suo carico, Paco inizia a lavorare in ferrovia. Si trasferisce così a Milano, dove incontra Chiara, una studentessa – lavoratrice che già aveva conosciuto nel paesino che l’autore chiama “CASA”.

Chiara ha la sua stessa passione politica e lo mette in contatto con una diversa realtà, quella delle BR, che in quel periodo stavano muovendo i primi passi.

La ragazza è coinvolta nella distribuzione dei volantini di rivendicazione delle azioni punitive organizzate dalle BR. Più le azioni diventano sfacciate, più la repressione diventa aspra… e infine i controlli arrivano anche all’appartamento che Paco divide con Chiara. Per sfuggire alla cattura, Chiara decide di tornare dalla sua famiglia.

Paco invece decide di lasciare il suo lavoro in ferrovia e di mettersi in contatto con i referenti politici di Chiara. La polizia però torna a perquisire l’appartamento e Paco viene portato in questura.

Dopo qualche mese di carcere, Paco viene rilasciato e, grazie all’avvocato che gli hanno mandato le BR, un certo Maurizio, trova lavoro in una libreria. Intanto però riflette su quale sarà il suo impegno politico e su cosa farà della sua vita.

Legge poi giornali su giornali, per capire che cosa è accaduto nei mesi trascorsi in carcere. Scopre così che, oltre al PCI, anche gli operai sono contrari ai proclami delle BR:

“Quell’organizzazione era una cosa assai diversa dal ’68 degli studenti e dal ’69 degli operai. Di certo non ne era l’evoluzione naturale”.

Paco comprende che quello non può essere il suo percorso. Decide così di cercare un nuovo lavoro e di lasciare Milano.

Trova impiego come insegnante e viene destinato ad un paesino umbro, poco distante da Casa. Riallaccia così i rapporti con quelli del gruppo del terrazzo rimasti. Intanto prende contatto con gli operai del paesino in cui insegna e da loro impara tanto, giorno dopo giorno.

Finché un giorno le sue amiche Rita e Lisa gli telefonano: vogliono che partecipi ad una rimpatriata a Casa.

Con sua grande sorpresa, Paco si trova davanti prima Chiara e poi Roberta. Dopo aver ascoltato il racconto delle loro vite, Paco riesce finalmente a togliersi Roberta dalla testa…

Ammirevole soprattutto il personaggio di Chiara, una donna che ha saputo trasformare le sue idee politiche in una missione. E non ha abbandonato il sogno di cambiare il mondo!

Un romanzo bello, intenso, che permette anche a chi non ha vissuto il 68 di comprendere i sogni di una generazione, che ha cercato di cambiare il mondo. Con i risultati che vediamo.

Certo, le donne hanno fatto tanta strada grazie alle lotte di quegli anni ma ancora tanto resta da fare per arrivare alla parità…

Da leggere per capire meglio una generazione

VOTO : 8/10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!