CORFINIO PRIMA CAPITALE D’ITALIA

CORFINIO PRIMA CAPITALE D’ITALIA

Cresciuta in terra dei Marsi, sin da piccola ho imparato che i Peligni erano i “nemici” storici dei nostri antenati. Di recente, io e il Maritozzo abbiamo visitato l’antica capitale dei Peligni e abbiamo scoperto un piccolo gioiello. 

Vi racconto perché.

CORFINIO PRIMA CAPITALE D’ITALIA. Notizie sparse

In provincia de L’Aquila, situato a circa 340 m. di altezza all’ingresso settentrionale della conca di Sulmona, l’antica Corfinium ha poco più di mille abitanti e sorge a pochi km da Sulmona.

La Pèntima di epoca romana divenne Valva durante il Medioevo. Un decreto regio del 1923 le ha restituito poi il nome classico.

Sorta tra il fiume Gizio e il fiume Aterno, l’abitato risale a oltre il IX/X secolo prima di Cristo.

Raggiunse un potere economico-culturale già nel 480 a.C. instaurando con Marsi, Equi e Romani rapporti commerciali e molto spesso conflittuali.

Posta sulla Via Claudia Valeria, l’attuale Corfinio ha un aspetto medievale. Sorge su uno sperone roccioso lungo la Tiburtina Valeria, il cui tracciato ricalca quello della strada consolare.

Piazza Corfinio sorge nel luogo dell’antico teatro romano, come mostrano le case disposte in curva seguendo la linea della cavea.

Dopo la conquista, i Romani costruirono il teatro nel I secolo a. C. Esso aveva un diametro di 75 metri e una capienza di circa 4000 posti.

In Piazza Corfinio, potrete anche visitare il MUSEO ARCHEOLOGICO ANTONIO DE NINO. Inaugurato nel 2005, il museo è diviso in due livelli.

Il piano terra ricostruisce lo studio del famoso archeologo abruzzese, mentre al primo piano ci sono 10 sale espositive che documentano il periodo storico dal Neolitico al Medioevo nel territorio della Valle Peligna.

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CORFINIO PRIMA CAPITALE D’ITALIA. La basilica di San Pelino (o valvense)

Poco prima di giungere a Corfinio, accanto ai resti murari, possiamo ammirare la basilica Valvense, o di San Pelino. La basilica si trova sul luogo d’un cimitero paleocristiano in cui era stato sepolto Pelino, vescovo di Brindisi, martirizzato a Corfinium attorno all’anno 350.

 

La prima chiesa risale al V secolo; devastata tra il IX e il X secolo da Saraceni e Ungari, nel 1075 il vescovo Trasmondo la fece ricostruire in stile romanico. 

I lavori iniziarono però nel 1081 e si interruppero nel 1092 con la consacrazione della sola parte realizzata, il transetto dell’oratorio di Sant’Alessandro, sul fianco destro della chiesa di San Pelino. Tale transetto ospita ancora oggi le spoglie di papa Alessandro I (109-119)

 

L’opera fu portata a termine dal vescovo Gualtiero (1104-1124), che consacrò solennemente la cattedrale nel 1124.

Più volte devastata da terremoti e incendi, la chiesa fu rifatta in stile barocco nei secoli XVII e XVIII.

Per fortuna i restauri successivi hanno totalmente rimosso tali rifacimenti e hanno riportato l’edificio all’antico splendore romanico.

La basilica conserva uno splendido ambone, commissionato dal vescovo Oderisio sul finire del 1170, importanti affreschi del XIV secolo e, nelle mura, parte delle circa 250 lapidi con iscrizioni che ci sono giunte dall’antichità.

 

 

CORFINIO PRIMA CAPITALE D’ITALIA. La storia dimenticata

Come ci ricorda una targa su due “morroni”, Corfinio fu capitale dei popoli italici durante la Guerra Sociale.


I “morroni” sono due giganteschi ruderi di muratura nel mezzo di un prato, all’ingresso nord della città, resti di un antico monumento funerario romano. Strutture analoghe si trovano anche a San Benedetto dei Marsi, il mio Comune!

Sono meglio noti come MURGINI, da “morgia”, che in dialetto significa “pietra”.

I due blocchi in ciottoli di pietra hanno pianta a torre, e il maggiore presenta ancora il vano centrale per la sepoltura, mentre il secondo assume la classica forma di monolite. In origine i due sepolcri dovevano essere assai decorati, ma le spoliazioni compiute dalla caduta di Roma al Medioevo per la costruzione della nuova città, e i vari terremoti, hanno compromesso nei secoli i due monumenti


Ma torniamo alla storia di Corfinio.

Nel V secolo a.C., Roma iniziò ad espandersi e a sottomettere tutte quelle tribù che abitavano il versante orientale degli Appennini.

Nonostante il ruolo avuto da questi popoli nelle successive conquiste e vittorie dei Romani, tali tribù si videro a lungo negare la cittadinanza romana.

Per questo motivo, nel 90 a.C., Marsi, Peligni, Marrucini, Vestini, Piceni e Sanniti si allearono e formarono una Lega, nominando come loro capitale Corfinio, patria per tutte le genti della penisola insorte contro Roma.

La città fu scelta per la sua posizione centrale rispetto ai popoli che si ribellavano al predominio romano, ma anche perché era sita in un punto strategico di quella via (la via Valeria) che collegava Roma all’Adriatico. 

I “ribelli” diedero vita ad un’organizzazione politica vera e propria, con un’assemblea di 500 senatori e due consoli.

Iniziarono inoltre a coniare monete, le cui facce rappresentavano la cerimonia di giuramento di fedeltà degli italici contro Roma e riportavano la scritta ITALIA (dal nome osco “Vitelia”).

Alla fine, gli Italici ottennero l’agognata cittadinanza romana.

Gli scontri militari, però, continuarono, trasformandosi nella cosiddetta guerra sociale e nel conflitto tra Caio Mario e Cornelio Silla, che capeggiavano opposte fazione nell’ambito del potere romano.

Corfinio si trovò coinvolta nelle lotta fin quando, nel 49 a.C., presidiata da truppe fedeli a Pompeo, fu conquistata.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!