Cicerchiata per il Carnevale in Abruzzo

Cicerchiata. C come Carnevale…e come Cicerchiata!

Ho scoperto questo dolce qualche anno fa a Napoli, dove preparano un dolce simile, gli struffoli.

L’ho ritrovato poi simile in Grecia, dove si mangiano i dolcissimi loukoumades ed infine ho appreso che qui in Abruzzo, nella zona di Pescara e Chieti, si preparava un dolce molto simile ed ho imparato a farlo.

Una preparazione affascinante, con una storia antica quanto quella delle frappe.

CICERCHIATA. LA STORIA

Riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale per l’Abruzzo, le Marche ed il Molise, il dolce è diffuso anche in Umbria e, tramite l’immigrazione interna da queste regioni, a Roma. 

Per l'”Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo” (ARSSA – Regione Abruzzo, 2004), l’origine del prodotto sarebbe da ricercarsi in Abruzzo, in particolare nell’area del Sangro.

Per altri, invece, facendo riferimento ad epoche più antiche, sarebbe originario dell’Umbria storica (ovvero, grossomodo, l’Umbria ad est del Tevere e le Marche. In effetti, un dolce molto simile viene citato nelle tavole eugubine (delle tavole bronzee rinvenute nei pressi di Gubbio) come cibo rituale e sacrificale con il nome, in antica lingua umbra, di strusla, che significa “mucchio” .

Con tutta probabilità il nome di cicerchiata ha origine medievale e deriverebbe da cicerchia (Lathyrus sativus), un legume simile al pisello (Pisum sativum) e al cece (Cicer arietinum), molto diffuso all’epoca nell’Italia centro- meridionale.

CICERCHIATA. LA RICETTA

  • Preparazione : 1 Ora
  • Cottura : 15 Minuti
  • Difficoltà : media

Secondo le nonne, la proporzione per gli ingredienti è semplice:

Un uovo, un cucchiaio di zucchero e un cucchiaio di olio ogni 100 g di farina

INGREDIENTI

  • Uova 2
  • Zucchero 2 cucchiai
  • Olio extravergine di oliva 2 cucchiai
  • Farina  200 g
  • Olio per friggere
  • 10-12 cucchiai di miele
  • codette colorate
  • qualche mandorla pelata

Preparazione

  • In una capiente ciotola, unite lo zucchero alle uova e all’olio, versate la farina e impastate fino a formare un impasto omogeneo.

  • Dividete l’impasto in varie parti e poi stendete tanti filoncini sottili, sul piano di lavoro leggermente infarinato.

  • Con un coltello, tagliate tanti pezzetti di pasta con dimensioni minori di quelle dei ceci, perché in cottura aumentano di volume.

  • Scaldate abbondante olio per friggere in una padella antiaderente e cuocete le palline fino a completa doratura girandole ogni tanto (5 minuti circa)

  • Scolatele e fatele asciugare su carta da cucina.
  • Dopo aver terminato di cuocere le palline di pasta, prendete una capace padella antiaderente e scaldatevi il miele. Io ho aggiunto anche il succo di mezzo limone.

  • Appena inizierà a formarsi una leggera schiumetta, aggiungete le palline al miele, mescolate con un cucchiaio di legno in modo che si ricoprano di miele e fate cuocere per circa 5 minuti, finché non assumono un bel color caramello.
  • A questo punto prendete lo stampo che avete deciso di utilizzare, bagnatelo oppure foderatelo con della carta da forno bagnata e strizzata.

  • Versate le palline nello stampo e date loro la forma desiderata.
  • Fatele asciugare e infine guarnite con codette colorate e mandorle pelate.

  • Fate raffreddare e gustatele!

Note: Io ho scelto degli stampi monoporzione, più facili da mangiare rispetto alla forma a ciambella classica. 

Preparatevi…passato il Carnevale sarà la volta buona per provare a preparare i loukoumades!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!