CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO

CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO

Sono più di due miliardi e mezzo le persone che nel mondo ogni giorno ricorrono al “cibo di strada” o “street food” per un pasto veloce ed economico.

Ma il fenomeno ha origini antichissime, sebbene di recente abbia attirato l’attenzione di grandi chef di tutto il mondo. In occasione della bella stagione, cominciamo un viaggio alla scoperta del cibo di strada.

CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO. Definizione

La FAO definisce il cibo da strada come :

“”Alimenti o bevande, già pronti o preparati sul momento, venduti per strada o in eventi dedicati, da commercianti ambulanti”.

Un tempo bistrattato, oggi lo “Street Food” vive un periodo di vero e proprio rinascimento, una rivincita su chi lo considerava simbolo di un’alimentazione deleteria.

CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO

Non possiamo dimenticare che la tradizione del cibo di strada si estende, sin dall’antichità, a tutti quei Paesi il cui clima temperato e la natura delle relazioni sociali ne hanno consentito la produzione e la commercializzazione. Non solo in Italia, dunque, ma un po’ ovunque in tutto il mondo.

Possiamo dire che il cibo di strada nasce più di 3000 anni fa, in Grecia, dove i venditori ambulanti offrivano nelle agorà delle varie città minestre di fave, zuppa calda di ceci o focaccine d’orzoPiatti semplici, veloci e saporiti, che sfamavano i passanti.

Anche nell’antico Egitto, al porto d’Alessandria, per un pranzo veloce e senza troppe pretese economiche, gli ambulanti proponevano a marinai e passeggeri un fritto di pesce o qualche spiedino di carne.

Nell’antica Roma, le “tabernae” proponevano cibo caldo ed economico, da mangiare direttamente sul bancone.

Continuando il nostro viaggio nel tempo, nel Medioevo divenne chiara la collocazione sociale del “cibo di strada“: se i signori infatti pranzavano a casa serviti e riveriti, garzoni, facchini e tuttofare mangiavano in strada, dagli ambulanti, cibo economico senza pretese. Proprio nel Medioevo nacquero le “pates” francesi, torte farcite  con carni e verdure da mangiare con le mani senza bisogno di posate, o le famose “pie” inglesi, torte salate ripiene divenute il cibo quotidiano di operai e minatori.

E lo stesso discorso può essere ripetuto in Oriente, dove la tradizione dello street food è forse più radicata che da noi!

Possiamo dire che tutti i poveri delle epoche passate consumavano esclusivamente cibo di strada, dal momento che le loro case non erano dotate di cucine.

CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO. Ma non troppo!

Oggi, secondo i dati della FAO del 2007 circa 2,5 miliardi di persone mangiano cibo di strada quotidianamente, per vari motivi: economico e veloce,  è anche un modo per scoprire sapori diversi dalle proprie abitudini e ritrovare cibi della tradizione.

Sempre più spesso, infatti, il cibo di strada è un veicolo per valorizzare cibi o alimenti che finiti nel dimenticatoio e che sono stati recuperati, come il lampredotto toscano o i gofri piemontesi, giusto per citarne alcuni.

Aumentano inoltre manifestazioni ed eventi dedicati al cibo da strada ed anche i grandi chef hanno deciso di dedicarsi ai piatti tipici dello street food, decretando così la nascita di una nuova moda.

A qualunque latitudine vi troviate, lo street food caratterizza le diverse località. In particolare in Oriente, ma anche in Centro e Sud America

CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO. Lo “street food” in Italia

Il fenomeno dello street food ha richiamato l’attenzione anche dei maestri della cucina nazionale. Infatti la tradizione italiana vanta innumerevoli preparazioni riconducibili a questa categoria.

Come dice Gualtiero Marchesi, “il cibo di strada è la storia di un Paese”. E non a caso, gli italiani accordano la loro preferenza a quel cibo da strada che si radica nella tradizione, in un viaggio nel tempo che ha origine nell’antichità, mettendo il luce come street food e fast food non individuino necessariamente sempre la stessa cosa.

CIBO DI STRADA FENOMENO ANTICO. Non chiamatelo fast food

Lo street food è consumato in fretta, tenendolo in mano, per strada, in piedi o al massimo appoggiandosi a un qualche supporto. Ma è un “cibo lento” che nasce da una lunga tradizione. Esattamente il contrario della standardizzazione tipica del fast food. Proprio nel suo “essere diverso” sta la forza del cibo di strada!

Per il consumatore italiano, lo street food d’elezione non è né hot dog e patatine né kebab.

Secondo un recente sondaggio di Coldiretti, oltre il 60% di coloro che mangiano cibo da strada preferisce infatti una piadina romagnola, un arancino siciliano o una qualsiasi altra preparazione regionale o locale sapientemente preparata da un abile “cuoco”, trippaio, porchettaro, pizzaiolo che sia!

Il successo dello street food va rintracciato nella voglia di convivialità in tempi di crisi, quando a muovere è il desiderio di mangiare insieme qualcosa di veloce (ed economico), ma buono e magari non quotidiano.

Dal punto di vista della ristorazione, è la voglia (o la necessità) di proporre preparazioni insolite, curiose, a volte rivisitate in versioni più leggere (lo street food è il regno del quinto quarto e della frittura), senza sostenere costi eccessivi.

Lo street food ha contribuito negli ultimi dieci anni al successo della gastronomia e alla valorizzazione e crescita dell’economia di territorio, diventando un vero e proprio fenomeno di costume, con un grande successo anche mediatico.

Anche le guide più famose e le principali autorità in materia di gastronomia non hanno mancato di concentrarsi su questi nuovi cibi di antica origine, dedicando loro anche menzioni e premi.

Percorrendo la penisola da Nord a Sud, troviamo tantissimi esempi di cibo da strada. Praticamente ogni borgo ha un suo cibo tipico da farci assaggiare!

Di seguito è riportato una cartina con alcune delle preparazioni di strada più famose.

Dalle arancine agli sfincioni siciliani, passando per tigelle e piadine emiliane, arrosticini e porchetta abruzzesi, tutta la nostra nazione è ricca di tradizioni antiche riproposte in chiave moderna! E che c’è di meglio di un panino con la meusa consumato alla Vucciria di Palermo oppure della cecina a Pisa?

E se poi usciamo dai confini nazionali c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta!

Un viaggio davvero affascinante, in tutti i sensi! E poco alla volta cercheremo di scoprire questo meraviglioso mondo, fatto di cibi “poveri” e sapori intensi.

Vi renderete conto che “il cibo del popolo” non è molto diverso in qualunque parte del mondo vi troviate! Piadine e tortillas, arancini e baozi, felafel e crocchette nascono tutti dallo stesso spirito!

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!