CASTAGNA ROSCETTA della VALLE ROVETO

CASTAGNA ROSCETTA della VALLE ROVETO

Proseguiamo il nostro viaggio tra le eccellenze d’Abruzzo e, visto che l’autunno comincia a bussare alle nostre porte, facciamolo con uno dei prodotti più caratteristici di questa stagione: le castagne!

CASTAGNA ROSCETTA della VALLE ROVETO. La Valle Roveto

La Valle Roveto, remota zona di confine tra Abruzzo e Lazio, un tempo teatro delle gesta di famosi briganti, solcata dal fiume Liri e incassata tra alte montagne  – a destra l’imponente catena dei Simbruini-Ernici, a sinistra le propaggini montuose del Parco Nazionale d’Abruzzo – si caratterizza da sempre per la presenza di maestose foreste.

Alexandre Dumas, che visitò a metà ‘800 la valle, tappa obbligata dei ricchi e colti europei che iniziavano il Gran Tour da Napoli e risalivano  la penisola, scriveva:

«Dopo circa una lega ci si addentra nei magnifici boschi della Val Roveto, dove ho potuto osservare alberi secolari dal tronco così imponente che otto uomini, a malapena, riuscirebbero a circondarlo».

Questa valle d’Abruzzo comprende sette Comuni : Capistrello, Canistro, Civitella Roveto, Civita D’Antino, Morino, San Vincenzo Valle Roveto e Balsorano.

Tutta la Valle è solcata dal fiume Liri, che nasce a 1.108 metri d’altezza, alle pendici di Cappadocia (AQ) e, dopo un percorso di 120 km, confluisce nel fiume Gari, nel Cassinate, prendendo il nome di Liri-Garigliano.

La Valle Roveto è ricchissima  di acque, molto delle quali minerali. Esse un  tempo azionavano mulini e gualchiere, oggi numerose centrali ed uno stabilimento di imbottigliamento di acqua minerale.

Nei boschi trova rifugio una ricca fauna costituita da  cinghiali, volti, caprioli, lupi e cervi. Sempre più spesso si incontra l’orso bruno marsicano, soprattutto nelle montagne a ridosso del parco. Nei fiumi della valle, un tempo ricchi di gamberi, si pescano oggi soprattutto trote.

La gastronomia è semplice e genuina,  così come vuole la tradizione contadina. Gnocchi, lasagne della nonna, pizza bianca con verdura, frittelle e “quagliategli” (pasta senza uova con brodo di fagioli), sono tra i piatti tipici.

Da non dimenticare i funghi, che crescono abbondanti nei boschi di castagno, i tartufi sempre più apprezzati, i formaggi, le carni ed i salumi

CASTAGNA ROSCETTA della VALLE ROVETO. Descrizione

I castagneti della Valle Roveto si estendono alla destra del fiume Liri, lungo tutta la valle.

I terreni su cui crescono i castagni si trovano in aree comprese tra i 300 e i 1100 metri sul livello del mare. Sono soprattutto terreni derivati da rocce arenacee e flysh marnoso-arenacei (oltre che da terre rosse decalcificate) capaci di donare al prodotto la sua tipica qualità organolettica.

Oltre che dalla particolarità dei suoli, lo sviluppo dei castagneti in Valle Roveto è stato favorito dalle peculiari condizioni climatiche, caratterizzate da temperature  non eccessivamente basse e da piogge abbondanti. La densità di piante ad ettaro è compresa tra un minimo di 60 ed un massimo di 160 piante

La Roscetta della Valle Roveto rientra tra i PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI e gode anche del marchio IGP

E’ di colore bruno rossastro, liscia in superficie e dimensioni medio-grandi (80-90 frutti per kg), caratterizzata anche dalla particolare dolcezza del sapore dovuto al più alto valore dei glucidi solubili.

Ricca di amidi (quasi il 60%), contiene carboidrati, proteine, vitamine A, B e C, sali minerali, cloro, magnesio ed ha un alto potere calorico.

 Per promuoverne la valorizzazione ed estenderne le colture, nel 2001 è stata costituita l’Associazione Castanicoltori della Valle Roveto, che raggruppa attualmente 150 produttori.

La sua raccolta, rimasta inalterata nel corso degli anni, comincia in settembre con le operazioni di pulitura del bosco e a metà ottobre si effettua a mano in maniera tradizionale, raccogliendo i frutti nei cesti.

Le castagne vengono conservate seguendo un trattamento particolare tramandato di generazione in generazione: dapprima tenute in acqua per circa 18 giorni, poi messe ad asciugare al sole, infine conservate in luogo rigorosamente asciutto.

Possono anche essere abbrustolite (cosiddette “infornatelle”) e conservate per tutto l’inverno.

I castagneti che, insieme alle numerose sorgenti di acqua caratterizzano il suggestivo paesaggio naturale dell’alta Valle Roveto, hanno un’età variabile, ma ci sono numerosi esemplari con diametro superiore ai due metri e altezze rilevanti (30/35 metri) che sicuramente superano i 200 anni.

CASTAGNA ROSCETTA della VALLE ROVETO. Un po’ di storia

È difficile stabilire quando sia iniziata la coltivazione del castagno in questa zona.

Esistono documenti che attestano la presenza del castagno nella valle già dalla metà del ’600 come il saggio in cui il Febonio indica le castagne tra i prodotti che le donne rovetane portavano ai mercati romani dentro i famosi “canistri” (cesti realizzati con giunchi di vimini che costituivano la principale attività degli abitanti di Canistro).

L’esistenza lungo l’alta e la media valle del Liri di folte selve, popolate anche da castagni, è testimoniata da alcune iscrizioni rinvenute nel territorio di Antinum (oggi Civita d’Antino), comune della Valle Roveto, antico municipio romano da cui dipendevano tutti i comuni dell’alta Valle Roveto.

Inoltre, sulla base delle statistiche murattiane, pubblicate nel 1811 nel capitolo “sussistenza della popolazione”, nell’alta Valle Roveto si rileva che erano abbondanti i raccolti di castagne, che costituivano spesso l’unico cibo della popolazione, accanto alle ghiandaie e ai semi di faggio.

La storia, la cultura, l’economia, il paesaggio della valle sono strettamente legati al castagno. L’importanza nel passato dei castagneti è dimostrata anche dall’ampia legislazione comunale ad essi dedicata.

CASTAGNA ROSCETTA della VALLE ROVETO. LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE

le castagne Roscette della Valle Roveto vengono raccolte in cesti di vimini e riversate in sacchi di juta. Portate a casa, vengono ammassate in magazzino.

Dopo la raccolta le castagne si possono degustare a lungo solo se si mettono in pratica alcune accortezze. Occorre infatti “affogarle” in un recipiente d’acqua per 18 giorni e poi farle asciugare al sole.

In questo modo si manterranno in buona salute e si potrà anche scegliere di congelarle.

Dall’antipasto al dolce, sono innumerevoli le ricette per portare in tavola questa specialità che, come la raccolta e la cura di boschi, fanno parte delle tradizioni più tipiche della valle Roveto

Le sagre

Numerosi gli eventi che, nel mese di ottobre, celebrano il frutto e gli altri prodotti tipici della Valle, tra cui il tartufo.

  • Morino, «Saperi e Sapori del bosco»
  • Canistro Superiore, «Sapori d’Autunno»
  • Civitella, «Per le antiche Rue»
  • Canistro Inferiore, «Sagra della Castagna»
  • Rendinara, «Sagra della Castagna».

Oltre alle caldarroste, è possibile degustare primi fatti con antiche ricette,  carni locali, prodotti a base di tartufo e funghi, frittelle, marmellate e dolci tipici della zona.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!