Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio

Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio è un giallo scritto da David Stuart Davies. Di che cosa si tratta?

 

 

Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio

David Stuart Davies

Traduttore: Giuseppe Settanni

Editore: Mondadori

Prima pubblicazione Italia : 2015

Pagine : 182 p.

 

Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio. Descrizione

Niente di nuovo sotto il cielo di Londra. La polizia indaga senza risultati sul furto di un antico papiro al British Museum, e si ritrova così a bussare al 221B di Baker Street per ricorrere una volta di più ai servigi di un noto investigatore privato.

Come al solito gli ispettori di Scotland Yard non afferrano la natura del problema, e nessuno meglio di Sherlock Holmes sa riconoscere in una serie di eventi all’apparenza non connessi gli anelli di un’arcana catena.

Perché non della banale impresa di un trafugatore di reliquie si tratta, ma di una vicenda ben più sinistra. Quanto sinistra, nemmeno lui può sospettarlo al momento di partecipare a una seduta spiritica per smascherare un sedicente medium.

Qui tuttavia l’infallibile segugio vedrà materializzarsi la figura di un degno avversario, dedito a una ricerca frenetica del Libro dei Morti che custodirebbe il segreto della vita eterna. E contro le forze dell’oscurità evocate da un lontano passato, solo la luce della più ferrea logica potrà trionfare.

Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio. L’autore:

David Stuart Davies (946) è uno scrittore inglese. Dopo aver insegnato a lungo, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ed ha scritto numerose opere dedicate a Sherlock Holmes.

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Un elenco completo delle sue opere tradotte in italiano, invece, potete trovarlo QUI

Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio. RIASSUNTO E COMMENTO

Nel caso del papiro del Libro dei Morti, ci dice Watson nel Prologo, il proverbiale fiuto di Sherlock fece cileccca. Una serie di eventi, alla’apparenza scollegati tra loro, portò infine al furto del papiro e a numerosi delitti.

Tutto ebbe inizio circa un anno prima del furto.

Watson e Sherlock si recano a Kensington, per partecipare ad una seduta spiritica(P. 9), tenuta da  un sedicente medium, Uriah Hawkshaw. L’uomo proverà a mettere Sherlock in contatto “con la cara zia Sophie”… peccato che non esista nessuna zia con questo nome!

Come spiega Sherlock, sta indagando per conto di Mycroft. Infatti un suo collaboratore, SIR ROBERT HITHE, ha perso un figlio, Nigel, e si sta facendo abbindolare dal medium (p.10):

«Quando si è disperati, la ragionevolezza lascia il posto alle speranze più illogiche e ai sogni»

Mycroft teme che Hithe riveli preziosi dettagli su “questioni riservatissime che riguardano il governo”. Holmes deve smascherare il medium davanti a Sir Robert.  Watson, però, non è d’accordo con l’amico. Infatti, avendo perso Mary, si sente solidale con il povero padre…

Subito il medium ci fa una pessima impressione: untuoso e servile con i ricchi, sprezzante con i poveri… Alla seduta partecipa anche un “giovanotto di meno di trent’anni, alto e con un viso paffuto“, Sebastian Melmoth, che aveva una pessima fama, “un emulo dei gusti decadenti di Oscar Wilde” (p. 13).

Watson prova “una subitanea antipatia e diffidenza” verso Melmoth, percependo in lui “qualcosa di intrinsecamente malvagio”.

C’è pure una signora Hawkshaw, che fa da “valletta” al marito. Il medium cade in trance e al suo posto parla uno spirito, Nuvola Nera, “capo della tribù dei Santee, guerriero della grande nazione Sioux” (p. 16). Ma, quando Holmes gli parla nella sua lingua, il trucco è rivelato: perché un Sioux non capisce la sua lingua???

Dopo aver smascherato il medium, saltiamo avanti di un anno e troviamo Watson ed Holmes intenti a cercare nuovi casi di cui occuparsi. Niente sembra sollecitare la curiosità di Holmes, nemmeno l’omicidio di un archeologo, Sir George Faversham. Per fortuna al 221/B di Baker Street si presenta l’ispettore Hardcastle, con cui Holmes aveva già lavorato. L’uomo ha bisogno dell’aiuto di Sherlock:

«Dei ladri si sono introdotti al British Museum»

Hanno ucciso una guardia e sottratto “solo un oggetto”: un prezioso papiro (p. 25).

Subito Holmes accetta di aiutare l’ispettore, che non si sente all’altezza della risoluzione del caso. Sir Charles Pargetter, “il curatore della sezione di Egittologia”, è disperato per la perdita del papiro e fornisce a Sherlock alcune informazioni sull’oggetto.

Il papiro, unico nel suo genere (p. 32)

«era stato scoperto nel 1871 da due archeologi inglesi, Sir George Faversham e Sir Alastair Amdrews, all’interno di un sarcofago che conteneva la mummia della regina Henuttaui»

La donna “era la moglie di Pinedjem I, primo re della XXI Dinastia“. Alla sua morte, il faraone, disperato, chiese al suo sommo sacerdote Setaph, “pratico di magia nera” di riportare Henuttaui in vita. Il sacerdote riuscì a creare un Libro dei Morti con “formule magiche capaci di sconfiggere la morte“.

Gli dei, però “gli proibirono di usare quelle formule e gli ordinarono di distruggerle”.

Setaph disobbedì e, alla sua morte, fu sepolto in un luogo segreto con il suo Libro dei Morti. Affinché il suo segreto non morisse con lui, “laasciò una traccia” per scoprire la sua tomba

«(Setaph) annotò le indicazioni relative allaì’ubicazione (della sua tomba) su un papiro, celato sul corpo mummificato di Henuttaui».

Proprio quest’ultimo papiro è stato rubato. Scritto in un codice inventato dallo stesso Setaph, è una specie di mappa, che non è mai stata decifrata.

Ben presto Holmes comprende chi è il colpevole, una mente”eccezionalmente geniale ma perversa”, il cui scopo è usare il Libro dei Morti, per avere il potere di sconfiggere la morte.

Ma riuscirà Sherlock a fermare il responsabile del furto prima che ci siano altri delitti?

Un buon giallo, in puro stile Sherlock Holmes, che si legge con il fiato sospeso. Se siete appassionati di gialli e dell’investigatore creato da Arthur Conan Doyle, ve lo consiglio!

VOTO : 8 /10

CHE COS’È IL LIBRO DEI MORTI

Il Libro dei morti è un antico testo funerario egizio, utilizzato stabilmente dall’inizio del Nuovo Regno (1550 a.C. circa) fino alla metà del I secolo a.C. Il titolo originale del testo, traslitterato ru nu peret em heru, è traducibile come Libro per uscire al giorno (altra possibile traduzione è Libro per emergere nella luce).

“Libro” è il termine che più si avvicina a indicare l’intera raccolta dei testi: il “Libro dei morti” si compone di una raccolta di formule magico-religiose, che dovevano servire al defunto come protezione e aiuto nel suo viaggio verso il Duat, il mondo dei morti, che si riteneva irto di insidie e difficoltà, e verso l’immortalità.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!