RANUNCOLO FAVAGELLO

RANUNCOLO FAVAGELLO

Dopo anni che non vedevo i ranuncoli, quest’anno finalmente sono tornata a scovarli ed ho scoperto che, nonostante l’aspetto davvero invitante, sono comunque da considerarsi tossici… con alcune varianti.

RANUNCOLO FAVAGELLO. Descrizione

Il Ranunculus ficaria L. (Ficaria verna) appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae ed è l’unico ranuncolo commestibile. 

Il nome deriva dal latino ed è un diminutivo di rana, per l’habitat simile a quello di tali anfibi; il termine specifico “ficaria”, invece, deriverebbe da ficus, fico, e sarebbe legato al fatto che i tubercoli della sua radice somigliano talvolta a piccoli fichi immaturi.

Il nome popolare di “Favagello”, è riferito alla forma del suo frutto, simile a una piccola fava.

I greci lo chiamavano βατραχιδιον (= piccola rana) diminutivo di βάτραχος (= rana).

Ranunculus è un genere di piante erbacee o perenni diffuse in tutto il mondo e originarie delle zone temperate e fredde. Comprende da 300 a 600 specie secondo i metodi di classificazione e una cinquantina sono presenti in Italia con alcuni endemismi.

Il Ranuncolo ficaria o favagello è una di queste.

FIORISCE TRA GENNAIO E MAGGIO e il suo habitat prediletto sono boschi misti, campi, prati, bordi di viottoli.

Predilige terreni umidi, basici, ricche di sostanze nutritive. Frequente in gruppi estesi, cresce fino a 1400 m di altitudine.

E’ una pianta erbacea perenne, glabra e lucida, con radici fascicolate, carnose, formanti piccoli tuberetti biancastri, fusiformi o clavati;  ha fusto prostrato o prostrato-ascendente, spesso flaccido e tubuloso, alto 5-50 cm, più o meno ramoso e foglioso.

Le sue foglie sono carnosette, di un bel verde scuro, lisce, lucide, a margini interi o leggermente crenati. Spesso le lamine fogliari presentano una macchia porporino-scura verso la loro base.

Le foglie radicali hanno un lungo picciolo, cuoriformi, con margine ondulato, di consistenza assai carnosa, color verde lucido con varie nervature e talvolta macchie più scure. Quelle inserite lungo il fusto sono più piccole, con stelo più breve.

I fiori, solitari, ermafroditi, portati da un lungo peduncolo, di 2-3 cm di diametro, spesso compaiono già a fine febbraio e seguitano a fiorire fino ad aprile- maggio. Hanno il calice formato da 3 sepali ellittici, con corolla formata da 7-11 petali oblunghi di color giallo dorato molto lucente, con nervature e stami gialli.

I frutti sono acheni ovato-rigonfi, raccolti a formare un’infruttescenza sferica.

E’ l’unica specie tra le “Ranuncolacee” ad essere IN PARTE commestibile, purché raccolta prima della fioritura.

Durante questa fase, infatti è ricca di vitamina C ed è possibile consumare, previa bollitura, sia le foglie che le radici.

Durante il periodo della fioritura invece, la pianta produce “anemonina”, tossica per l’uomo.

Il principio tossico è volatile e scompare con l’essiccazione.

Questa sostanza nell’uomo causa vesciche, dolore e bruciore, tanto che anticamente i mendicanti la usavano per provocarsi piaghe sul corpo.

L’azione irritante della pianta era sfruttata dai soldati di leva per prodursi ulcerazioni ai piedi ed evitare le marce.

In erboristeria è utilizzato l’infuso come rimedio per togliere le impurità della pelle.

In passato, le sue foglie venivano consumate per combattere lo scorbuto, perché ricche di vitamina C. Il botanico fiorentino del ‘700, Targioni Tozzetti, ne consigliava l’utilizzo solo in caso di guerre o carestie!

Dal gusto leggermente neutro, possiamo cibarci delle sue giovani foglie, prima della comparsa dei fiori, lessate oppure crude, per sfruttare il loro alto contenuto di vitamina C , in aggiunta alle insalate miste ( non più di dieci foglie associate a qualche petalo dei fiori).

Anche le sue radici lessate sono commestibili.

Parti utili: tuberi radicali, foglie giovani e bocciolo fogliari

Costituenti chimici: 

  • Acidi fenolici, flavonoidi (camferolo, quercetina, apigenina, luteolina), minerali, vitamina C.
  • Nei tuberi  troviamo saponine triterpeniche, aminoacidi, un disaccaride (genziobiosio).
  • Nella pianta fresca, invece, sono presenti ranuncolina (glicoside) e protoanemonina (alcaloide) dopo la fioritura.

RANUNCOLO FAVAGELLO. Proprietà

Come dicevamo poco sopra, in fitoterapia si raccolgono le foglie prima della fioritura ed i tuberetti a fine fioritura; essi contengono saponine, un olio essenziale, antemolo, tannino, acido ficarico, ficarina e vitamina C; nelle foglie tracce di anemonina.

Le foglie fresche applicate in poltiglia, per le loro proprietà antinfiammatorie ed analgesiche, curano ragadi ed emorroidi; si impiegano anche per la preparazione di pomate.

Tra febbraio ed inizio marzo potete raccogliere i tuberetti, da fine febbraio a marzo le foglie, da marzo ad aprile i boccioli fiorali.

Nel nostro Paese questa specie è compresa nell’elenco delle piante di esclusiva utilizzazione medicamentosa, vendibili solo in farmacia.

Nella medicina popolare Ranunculus ficaria è stata tradizionalmente utilizzata nel trattamento topico di ulcere, emorroidi, ragadi anali, e per favorire la guarigione dell’episiotomia, dopo il parto.

La presenza di principi tossici rende consigliabile l’utilizzo terapeutico esclusivamente sotto controllo medico.

RANUNCOLO FAVAGELLO: come riconoscerlo

Il favagello è facilmente distinguibile dagli altri ranuncoli a fiori gialli. Esso ha generalmente 3 sepali, mentre le altre specie hanno sempre 5 sepali. Presenta inoltre un numero variabile di petali (8-14; nelle altre specie sempre 5).

RANUNCOLO FAVAGELLO. Usi in cucina

Questa pianta entra nella lista del Ministero della Salute per l’impiego non ammesso nel Settore degli Integratori Alimentari.

Malgrado alcuni dei componenti le conferiscano un variabile grado di tossicità, è considerata commestibile, anche se soltanto prima della fioritura, durante e dopo la quale si sviluppa la protoanemonina, una sostanza irritante per le mucose e per la pelle.

Le foglie giovani possono essere utilizzate fresche, in insalata, o cotte e consumate come gli spinaci. I tuberi sono nutrienti e possono essere cotti ed usati come contorno vegetale.

I boccioli, ancora chiusi, in alcune culture vengono messi in conserva e utilizzati come i capperi.

E’ comunque consigliabile molta cautela nel consumo.

Le foglie raccolte prima della fioritura ed i suoi boccioli costituiscono un ottimo elemento per dare varietà alle insalate di primavera, o come verdura cotta da consumarsi alla stregua degli spinaci, nonostante appartenga ad una famiglia che con i suoi generi e le sue specie spicca per venefiche doti.

Molto buone e di notevole valore nutritivo risultano anche le radici, lessate e condite con olio e sale; sembra anzi che anticamente, in tempi di carestia, siano state utilizzate con successo anche per fare una specie di pane.

Alcune persone possono essere sensibili a questa ranuncolacea fresca, che può determinare irritazioni della pelle. Per questo è quindi consigliabile, durante la sua manipolazione, indossare  dei guanti in lattice.

Su una brochure di non so più quale parco, avevo trovato due ricette che prevedono l’uso di questa pianta. Le avevo ritagliate e incollate sul mio “ricettario”. Ve le propongo per curiosità

Salsa modenese con i favagelli per il cotechino e lo zampone

Si battono bene tre cucchiai di zucchero con tre tuorli d’uovo, aggiungendo piano piano sei cucchiai di aceto rosso scaldando a bagnomaria. Quando il composto è ben gonfio e spumoso si aggiungono due cucchiai di boccioli di favagello (reperibili già in febbraio) tritati molto finemente.

Boccioli di favagello sott’aceto

Quando in marzo il favagello ha i boccioli rigonfi e pronti per la fioritura, si colgono, si lavano rapidamente sotto l’acqua corrente, si asciugano e si lasciano per 12-15 ore ricoperti di sale fine. Poi si setaccia via il sale in eccesso e si mettono in vasetti che vanno riempiti con buon aceto bianco. Si possono consumare, come i capperi, dopo un mese.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!