PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO E MOLISE

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO E MOLISE

Continuano le gite con il nostro Cucciolo alla scoperta della nostra terra, con l’immancabile visita al Parco Nazionale d’Abruzzo e al Centro Visite di Pescasseroli.

Con la scusa, faccio conoscere anche a voi questa bellissima zona!

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO. Un po’ di numeri

Pensate: il Parco è costituito da oltre 50 mila ettari di roccia calcarea e boschi di faggi, dove vivono orsi, lupi, cervi, camosci, linci e aironi.

E’ una delle più antiche aree protette del nostro paese. Nato nel 1922 per iniziativa privata, la legge istitutiva risale invece al 1923. Oggi occupa una vasta area a cavallo tra le province de L’Aquila, Frosinone e Isernia, estendendosi quindi su tre regioni. Oltre ai 50 mila ettari protetti, copre anche un’area contigua di circa 77.500 ettari

QUI la mappa del Parco

Il centro principale e sede della direzione del parco è Pescasseroli, centro di partenza di numerose passeggiate alla scoperta della fauna e della flora che caratterizza quest’area.

Tel. 0863/91131 – Fax 0863/912132

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO. I Comuni

⇒ In Abruzzo:

  • Alfedena
  • Barrea
  • Bisegna
  • Civitella Alfedena
  • Gioia dei Marsi
  • Lecce nei Marsi
  • Opi
  • Ortona dei Marsi
  • Pescasseroli
  • Scanno
  • Villavallelonga
  • Villetta Barrea

⇒  Nel Lazio

  • Alvito
  • Campoli Appennino
  • Picinisco
  • San Biagio Saracinisco
  • San Donato Val di Comino
  • Settefrati
  • Vallerotonda

⇒ In Molise

  • Castel San Vincenzo
  • Filignano
  • Pizzone
  • Rocchetta a Volturno
  • Scapoli

All’interno del parco alcuni paesi meritano una visita: oltre a Scanno, la necropoli dei Marsi ad Amplero, Alfedena, Lecce dei Marsi, l’abbazia di S. Vincenzo al Volturno nella parte molisana, Villetta Barrea.

Troverete inoltre diversi centri visita, per presentare la natura del Parco anche a chi non può compiere delle passeggiate :

  1. Centro Natura Pescasseroli
  2. Museo del Lupo Civitella Alfedena
  3. Centro Servizi Villetta Barrea
  4. Museo del Camoscio Opi
  5. Museo della Foresta Località Val Fondillo – Opi
  6. Museo della Transumanza Villetta Barrea
  7. Sala del Pipistrello Barrea
  8. Museo del Capriolo Bisegna
  9. Centro Orso Villavallelonga
  10. Centro Visita della Fauna Appenninica  Castel San Vincenzo
  11. Centro Visita sull’Orso Marsicano, “Morso” Pizzone

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO. Fiumi, laghi e monti

Il territorio del Parco è costituito da una serie di catene montuose, di altitudine compresa fra 900 m s.l.m. e i 2250 m s.l.m.

Le cime più alte sono Petroso (2.249 m), Marsicano (2.245 m), Meta (2.242 m)

Nel cuore del Parco si trova la catena della Camosciara, molto simile, nell’aspetto e nella struttura, alle montagne dolomitiche: qui è possibile osservare esemplari del Camoscio d’Abruzzo, a pochi metri di distanza e in ogni stagione.

La zona centrale del Parco è percorsa dal fiume Sangro, al quale affluiscono vari torrenti; nella zona più esterna defluiscono, invece, le acque del fiume Giovenco, del Melfa, del Volturno e di altri fiumi.

A causa del fenomeno carsico, le acque scorrono spesso in letti sotterranei e formano risorgive a valle.

All’interno del Parco esistono due bacini lacustri: il lago artificiale di Barrea, alimentato dal fiume Sangro, e il lago Vivo, di origine naturale, che si alimenta con lo sciogliersi delle nevi. Nella zona di pre-parco si trova il Lago di Scanno.

Quattro i fiumi principali che attraversano il territorio del Parco:

Sangro, Melfa, Giovenco, Volturno

Diversi i laghi che punteggiano l’area della riserva:

Barrea,Vivo, Pantaniello, Montagna Spaccata, Castel San Vincenzo, Selva di Cardito, Scanno, Grottacampanaro

Il Parco ospita oltre 2.000 specie di piante superiori e pure impressionanti sono i numeri della Fauna:

  • 66 specie di mammiferi
  • 230 di uccelli
  • 52 di rettili, anfibi e pesci
  • 5.000 specie di invertebrati

Oltre 30.000 ettari di foreste accolgono due alberi antichissimi : il Pino nero di Villetta Barrea (età stimata 535 anni) e il Faggio di Val Cervara (età stimata 560 anni).

Dal 2017, le faggete vetuste del Parco Nazionale sono entrate nel Patrimonio UNESCO.

Ben CINQUE i nuclei di faggeta vetusta, per una superficie complessiva di 937 ettari: Villavallelonga (Valle Cervara), Lecce nei Marsi (Moricento),Pescasseroli e Scanno (Coppo del Principe e Coppo del Morto), Opi e Civitella Alfedena (Cacciagrande).

Le faggete che hanno ottenuto il riconoscimento ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale (560 anni) e la faggeta della Val Cervara è, attualmente, l’unico esempio conosciuto di foresta primaria in Italia.

Caratteristiche rilevanti di queste faggete sono l’elevato valore di necromassa, la struttura disetanea (ovvero la presenza di alberi di età diversa), l’assenza di interventi umani, un livello complessivo di biodiversità elevato in funzione proprio della loro alta naturalità, la presenza di specie rare e caratterizzanti i siti complessi e di elevata naturalità.

Queste foreste ospitano anche specie appartenenti alla grande fauna come l’Orso bruno marsicano, il lupo, cervi e caprioli, varie specie di Mustelidi (martora, faina ecc.), il rarissimo gatto selvatico.

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO. L’orso bruno marsicano

Simbolo del parco d’Abruzzo, l’orso bruno marsicano è una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi ed è un endemismo esclusivo dell’Italia centrale.

Grazie a recenti ricerche scientifiche si è stimata una popolazione di circa 50 esemplari nel territorio del Parco e zone limitrofe.

In media, un orso maschio adulto pesa intorno ai 140 – 210 kg (le femmine sono più piccole) ed una lunghezza massima di 150 – 180 cm. Ha una vita media di  35-40 anni ed il suo habitat preferito è il bosco.

In esso trova rifugio, tranquillità e cibo. Non è raro comunque che l’Orso frequenti, a seconda delle stagioni, le praterie di alta quota o i coltivi di fondovalle.

Trattandosi di un animale onnivoro (che si nutre cioè sia di sostanze vegetali che animali), l’Orso riesce ad adattarsi a diversi tipi di habitat, purché tranquilli e sicuri.

La dieta dell’orso è costituita per l’80% da vegetali. La sua alimentazione varia stagionalmente a seconda di ciò che la natura offre: bacche e frutti di bosco, insetti e larve, miele, carcasse di animali.

A maggio inizia per gli orsi il periodo degli amori. Sia i maschi che le femmine possono accoppiarsi con più individui nella stessa stagione e di conseguenza i piccoli di una stessa cucciolata possono essere di padri diversi.

A febbraio, durante il periodo di latenza invernale, la femmina partorisce da 1 a 3 cuccioli. Al momento della nascita i piccoli pesano meno di 500 grammi e dipendono completamente dalla mamma. Grazie al latte materno che è particolarmente ricco di grassi, gli orsacchiotti riescono a crescere rapidamente per affrontare lo svezzamento in l’estate.

L’Orso ha un udito molto sviluppato ed un olfatto acutissimo che lo aiuta nella ricerca del cibo. A differenza dell’olfatto e dell’udito, la vista è invece piuttosto mediocre.

Il verso dell’Orso si chiama ruglio.

Ai primi freddi, quando il cibo comincia a scarseggiare, gli orsi vanno alla ricerca di un rifugio asciutto e sicuro dove trascorrere l’inverno. Nella tana l’Orso cade in una specie di letargo che gli consente di far fronte alle basse temperature e alla mancanza di cibo.

In questo periodo non si alimentano e sopravvivono grazie al grasso accumulato in autunno che funziona sia come riserva energetica che da isolante termico.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!