Laudato si’. Enciclica sulla casa comune

Laudato si’. Enciclica sulla casa comune

Pubblicata cinque anni fa, la prima enciclica di Papa Francesco ci invitava a guardare il Creato, la natura, l’ambiente con la tenerezza e il rispetto di Francesco D’Assisi.

Questo l’impegno rivoluzionario per il futuro che la terra chiede a tutti, laici e credenti.

In occasione dell’Earth Day 2020, da laica, vi racconto le parole del Papa. 

Potete leggerla QUI

Laudato si’. Enciclica sulla casa comune

Pubblicata il 18 giugno 2015, alla vigilia della conferenza di Parigi sull’ambiente, l’enciclica del Papa si può riassumere con una frase: 

La Natura non è una mera cornice della vita umana

Come ci spiega Carlo Petrini nell’introduzione all’enciclica:

Quest’Enciclica è innanzi tutto una dura ma obiettiva presa di coscienza sulla realtà della nostra casa comune, la terra con il suo Creato […] 

È lucidissima nell’analisi di quanto danno abbiamo fatto alle cose e alle persone impostando i nostri modelli di sviluppo in maniera dissennata, per cui abbiamo lasciato che la nostra politica soggiacesse all’economia e l’economia alla tecnologia.

Nella sua prima parte lo scritto è un perfetto riassunto, altamente educativo, della situazione in cui si trova il mondo: inquinamento e cambiamento climatico, la questione dell’acqua, la perdita di biodiversità con le conseguenze del deterioramento della qualità della vita umana, il degrado sociale, il diffondersi dell’iniquità in un mare d’indifferenza e di presunta impotenza.

Divisa in sei capitoli (e 246 paragrafi) prende il nome dal Cantico delle creature di San Francesco:

“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra”

Nei sei capitoli dell’Enciclica, il Papa evidenzia che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”.

Impegno che include anche lo sradicamento della miseria, l’attenzione per i poveri, l’accesso equo, per tutti, alle risorse del Pianeta.

Non un documento scientifico ma un documento spirituale, che pure ha colpito profondamente anche me che credente non sono. 

Il punto di partenza è l’analisi dei dati scientifici, ma papa Francesco non desidera intervenire nel dibattito scientifico o stabilire in quale percentuale il riscaldamento globale sia causato dall’uomo.

Francesco ci spiega che «esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico», dovuto per la maggior parte alla grande concentrazione di gas serra.

L’umanità deve «prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo».

CAPITOLO 1 : NO ALLO SCARTO. Tutelare diritto all’acqua

Il Papa mette in guardia dalle gravi conseguenze dell’inquinamento e da quella “cultura dello scarto” che sembra trasformare la terra, “in un immenso deposito di immondizia”.

Dinamiche che si possono contrastare adottando modelli produttivi diversi, basati sul riutilizzo, il riciclo, l’uso limitato di risorse non rinnovabili.

Anche i cambiamenti climatici sono “un problema globale”, spiega l’Enciclica, così come l’accesso all’acqua potabile, che va tutelato in quanto “diritto umano essenziale, fondamentale ed universale”, “radicato nell’inalienabile dignità” dell’uomo.

Centrale, inoltre, la tutela della biodiversità perché ogni anno, a causa nostra, “scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che i nostri figli non potranno vedere”. E “non ne abbiamo il diritto”

CAPITOLO 2 : L’AMBIENTE E’ UN’EREDITA’ COMUNE DA NON DISTRUGGERE 

Il Papa ci ricorda la nostra responsabilità di esseri umani nei confronti del Creato:

“l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità”, “eredità comune” da amministrare e non da distruggere.

Ogni creatura ha una sua funzione, nessuna è superflua e tutto è “carezza di Dio”.

Infatti :

“ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana”.

CAPITOLO 3 : NO ALLA TECNOCRAZIA. AMMINISTRATORI RESPONSABILI

Pur riconoscendo i benefici del progresso tecnologico per lo sviluppo sostenibile, mette in guardia dalla tecnocrazia che dà “a coloro che detengono la conoscenza ed il potere economico di sfruttarla, un dominio impressionante sul mondo intero”.

Allo stesso tempo, l’antropocentrismo moderno, che non riconosce la natura come norma, perde la possibilità di riconoscere il posto dell’essere umano nel mondo ed il suo ruolo di “amministratore responsabile” dell’universo.

CAPITOLO 4 : ECOLOGIA INTEGRALE INSEPARABILE DA BENE COMUNE

L’uomo è connesso alla natura, che non è “una mera cornice” della nostra vita.

“Non ci sono due crisi separate, una ambientale ed un’altra sociale – scrive il Papa – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”.

Non solo: la vera ecologia riguarda anche la cura delle “ricchezze culturali dell’umanità”, come ad esempio delle “comunità aborigene”, e dell’ambiente urbano, per migliorare la qualità della vita umana negli spazi pubblici, nelle abitazioni, nei trasporti che in molte città, scrive il Papa, comportano “un trattamento indegno delle persone”.

CAPITOLO 5 : Vertici mondiali sull’ambiente hanno deluso le aspettative

Cosa possiamo e dobbiamo fare, dunque? chiede Francesco:

“dialogare ed agire”.

La Chiesa

“non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica”.

Il Papa però esorta “ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità o le ideologie non ledano il bene comune”.

Non risparmia un giudizio severo sui vertici mondiali relativi all’ambiente che, negli ultimi anni, “non hanno risposto alle aspettative” per una “mancanza di decisione politica”.

Al contrario, serve una governance globale che si occupi dei beni comuni globali.

A livello nazionale, invece, la politica e l’economia devono uscire dalla logica di corto respiro, focalizzata sul profitto e sul successo elettorale a breve termine, dando spazio a processi decisionali onesti e trasparenti, lontani dalla corruzione che, in cambio di favori, “nasconde il vero impatto ambientale” dei progetti.

CAPITOLO 6 : vale la pena essere buoni e onesti

Educazione e formazione restano le sfide centrali da affrontare.

Di qui, il richiamo a “puntare su un altro stile di vita” perché “non tutto è perduto” e “l’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune”.

Bastano piccoli gesti quotidiani: fare la raccolta differenziata dei rifiuti, ridurre il consumo di acqua, spegnere le luci inutili, coprirsi un po’ invece di accendere il riscaldamento e soprattutto “spezzare la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!