LA MIA VITA PER LA LIBERTÀ di Gandhi

LA MIA VITA PER LA LIBERTÀ ci racconta la vita di Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma Gandhi. Un libro che ha influenzato notevolmente la mia vita e che, probabilmente, ha fatto nascere in me l’amore per l’India!

La mia vita per la libertà. L’autobiografia del profeta della non-violenza

Mohandas Karamchand Gandhi

Curatore: B. V. Franco

Editore: Newton Compton

Anno edizione: 2014

Pagine: 379 p.

Genere : autobiografia

 

 

LA MIA VITA PER LA LIBERTÀ. Descrizione

Il nome di Gandhi è ormai divenuto sinonimo di pace e forse mai come oggi è importante conoscerne il messaggio. I

n queste bellissime pagine il Mahatma analizza minuziosamente e offre al lettore la sua umile, operosa, quotidiana ricerca della verità, dalla quale emerge la grandiosa lezione morale che la sua presenza rappresenta nella storia contemporanea.

L’autobiografia del profeta della non-violenza alla ricerca di una via per la verità: la via della pace e della fratellanza fra gli uomini.

LA MIA VITA PER LA LIBERTÀ. L’autore

Mohandas Karamchand Gandhi (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948), comunemente noto con l’appellativo onorifico di Mahatma (letteralmente “grande anima”, ma traducibile anche come “venerabile”)  è stato un politico, filosofo e avvocato indiano. Altro suo soprannome è Bapu (“padre”).

Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l’India all’indipendenza.

Il satyagraha è fondato sulla satya (verità) e sull’ahimsa (nonviolenza). Con le sue azioni, Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther KingNelson Mandela e Aung San Suu Kyi.

In India, Gandhi è stato riconosciuto come “Padre della nazione” e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della non violenza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla nonviolenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore.

Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso.

LA MIA VITA PER LA LIBERTÀ. Breve riassunto e commento personale

Un libro che mi ha colpito profondamente, segnando la mia giovane mente in maniera profonda. Mi capita spesso di rileggerlo, specie quando più forte diventa il desiderio di ribellarsi e ricorrere alle maniere forti!

Con semplicità il Mahatma ci racconta la sua straordinaria esistenza, con modestia e umiltà, facendoci vivere le sue sensazioni e le sue esperienze di vita.

Attraverso le sue parole, nella prima parte, ripercorriamo il percorso che l’ha portato a diventare quasi “per caso” un simbolo per milioni di persone in tutto il mondo.

La seconda parte è forse più dispersiva e ci racconta dei tanti viaggi e delle numerose malattie da lui affrontate.

Certo Gandhi non è uno scrittore e si sente perfettamente, ma è talmente coinvolgente che si riescono facilmente a perdonare certe sue “pecche stilistiche”.

Particolarmente toccante il racconto del suo soggiorno in Sudafrica, dove fa per la prima volta i conti con il razzismo.

Ricordo sempre con le lacrime agli occhi l’episodio del treno, come lo chiamo io:

“Il settimo o l’ottavo giorno dopo il mio arrivo, lasciai Durban. Mi era stato prenotato un biglietto di prima. […] Il treno arrivò a Maritzburg, capitale del Natal, alle 9 di sera. […] arrivò un passeggero, che mi squadrò da capo a piedi, vide che ero un uomo “di colore” e non gli andò giù. Se ne uscì e tornò con uno o due funzionari; se ne rimanevano tutti zitti quando venne da me un altro funzionario e mi disse: «Venga , su, deve andare in terza.» «Ma ho un biglietto di prima», replicai.

«Non fa niente», rispose l’altro, «le dico che deve andare in terza».

«Ed io le dico che mi è stato concesso di viaggiare in questo scompartimento a Durban e desidero rimanerci».

«No, lei non ci rimane» disse il funzionario, «deve lasciare questo vagone, se no mi toccherà chiamare un agente di polizia per farla cacciare fuori»

«Certo, lo faccia pure, rifiuto di scendere spontaneamente». Arrivò l’agente di polizia, mi prese per la mano e mi spinse fuori, furono tirati giù anche i miei bagagli, io rifiutai di cambiare scompartimento ed il treno partì senza di me.”

Fu proprio quell’episodio a spingere il timido piccolo indiano a iniziare la sua lotta per i diritti dei suoi connazionali.

Tante le riflessioni che si incontrano tra le pagine del libro, che ha davvero tanto da insegnarci. Come diceva egli stesso, Gandhi era animato da “Un’innata passione per la verità”.  Fu proprio questo amore a guidarlo per tutta la sua vita, fino al suo assassinio, avvenuto per mano di un giornalista appartenente ad un movimento politico indù. Fu questo amore a spingerlo ad affrontare lunghi ed estenuanti viaggi lungo le strade dell’India, per conoscere davvero quelle che erano le esigenze del suo popolo e confrontarsi continuamente con la realtà della sua terra.

Un piccolo grande uomo, che fu in grado di guidare verso l’indipendenza una nazione multiculturale come l’India, grazie alla forza della verità e, soprattutto, con il suo esempio.

Pensate, l’ultimo viaggio fu intrapreso da Gandhi tra il ’46 ed il ’47, nel disperato tentativo di porre termine ai massacri tra musulmani e induisti, ed esponendosi alle ire delle frange estremiste di entrambe le religioni.

Nonostante diversi attentati, il Mahatma continuò nella sua missione di pace senza aver paura della morte. Cui andrà incontro serenamente…

La lezione di Gandhi viene troppo spesso dimenticata. Forse, sarebbe il caso di ricordarla più spesso.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!