GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

Come ogni anno, anche quest’anno il 22 marzo si celebra la Giornata dell’acqua, l’elemento sinonimo di vita.

Voglio condividere con voi alcune riflessioni sull’argomento.

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA. La storia

Il World Water Day è stato istituito dalle Nazioni Unite nel 1992, come previsto dall’AGENDA 21, ovvero “le cose da fare nel XXI secolo.

L’Agenda 21 è un ampio e articolato “programma di azione” scaturito dalla Conferenza ONU su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro nel 1992, che costituisce una sorta di manuale per lo sviluppo sostenibile del pianeta.

Celebrata per la prima volta nel 1993, la giornata ha come obiettivo quello di informare l’opinione pubblica sull’importanza del bene primario per eccellenza: l’acqua. Allo stesso tempo, vuole promuovere una gestione sostenibile delle risorse idriche. 

Secondo l’Onu, la domanda globale è cresciuta di sei volte negli ultimi 100 anni e continua ad aumentare dell’1% ogni anno.

Per questa ragione, fra 30 anni il mondo potrebbe aver bisogno del 30% d’acqua in più rispetto a oggi.

In base all’ultimo report congiunto Oms-Unicef, circa il 30% della popolazione mondiale non possiede nella propria abitazione un accesso continuato e sicuro all’acqua potabile.

Oltre gli Stati membri del Palazzo di Vetro, dal 2005 anche una serie di Organizzazioni Non Governative utilizzano tale giornata per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua.

Ogni tre anni, a partire dal 1997, il World Water Council convoca un World Water Forum(Forum sull’acqua) per raccogliere i contributi e dibattere intorno agli attuali problemi locali, regionali e globali, problemi che non possono essere risolti senza un accordo quadro con obiettivi e strategie comuni.

Il tema della Giornata dell’Acqua per l’edizione 2019 è  “LEAVING NO ONE BEHIND: HUMAN RIGHTS AND REFUGEES” (NON LASCIARE NESSUNO INDIETRO: DIRITTI UMANI E RIFUGIATI).

Si tratta di un invito a riflettere sulle difficoltà che milioni di persone incontrano per rifornirsi di poca acqua e per giunta di pessime qualità e, insieme, un invito a cooperare per ridurre tali difficoltà.

Le difficoltà di accesso alla risorsa idrica, storiche per certe aree geografiche, si sono infatti acuite ed estese ad altre aree del Pianeta. Questo non solo a causa del concentrarsi delle popolazioni nei centri urbani. Infatti milioni di persone sono costrette da cambiamenti climatici, guerre e condizioni di vita insostenibili, ad abbandonare le terre di origine e a finire in campi profughi immensi, dove l’acqua scarseggia, i servizi igienici sono a dir poco precari e quelli sanitari aleatori.

Dopo l’approvazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nel settembre del 2016, uno degli obiettivi (SDG 6) dell’Agenda è quello di garantire a tutti, entro il 2030, la disponibilità di accesso all’acqua e una gestione sostenibile della risorsa.

Ciò significa, per definizione, che l’accesso all’acqua potabile deve essere “universale”, cioè nessuna persona può restare “indietro” e quindi essere “esclusa”.

A quattro anni dalla adozione dell’Agenda, il Rapporto ONU sullo stato di attuazione obiettivo 6, presentato all’Assemblea UN (Luglio 2018) evidenzia il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi e denuncia il rischio che

nessuno Stato sarà in grado di garantire l’accesso universale all’acqua potabile entro il 2030.

Eppure nel 2010, l’ONU ha riconosciuto

“il diritto all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie pulite e sicure come un diritto umano, essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”

Tutti dovrebbero quindi avere accesso sufficiente, sicuro, accettabile ad acqua potabile in quantità sufficiente per uso personale e domestico.

Eppure ancora oggi miliardi di persone vivono senza acqua in casa, scuole, luoghi di lavoro, fattorie e fabbriche.

In molte paesi del pianeta si lotta quotidianamente per la sopravvivenza dovuta al mancanza di acqua o di accesso ad acqua potabile.

Il mancato “accesso all’acqua” è determinato sempre più spesso da degrado ambientale e cambiamenti climatici, ma anche dai sempre più numerosi conflitti locali, all’origine di flussi migratori.

Nel 2015, sui 27,8 milioni di persone che sono migrate nel mondo, 19,2 milioni sono state spinte da cause ambientali.

Bene comune, fonte di vita non mercificabile

Non dimentichiamo il fenomeno del water grabbing, l’accaparramento delle acque, sottratte alle popolazioni per altri usi, ritenuti “più convenienti”.

L’acqua viene sottratta per diversi motivi.

Ad esempio per la costruzione di dighe che alimentano enormi centrali idroelettriche. Ma anche a causa della privatizzazione delle fonti idriche o anche per l’inquinamento delle acque a causa di attività industriali…

A noi non resta altro da fare che ricordare quanto questo bene sia  prezioso, evitando inutili sprechi!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!