Uomini contro la mafia di Vincenzo Ceruso

Uomini contro la mafia è un saggio dello scrittore Vincenzo Ceruso, che ci racconta la storia della lotta alla Mafia, a partire dall’omicidio Notarbartolo. Vediamo insieme di che cosa parla

Uomini contro la mafia. Da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino, da Libero Grassi a Carlo Alberto Dalla Chiesa: storia degli uomini in lotta contro la criminalità organizzata

Vincenzo Ceruso

Editore: Newton Compton

Prima pubblicazione : Novembre 2008

Pagine: 480 p.

Genere : saggio storico

 

Uomini contro la mafia. Descrizione

Uomini contro la mafia è la storia di una resistenza anomala. Una resistenza che inizia con la nascita della consorteria mafiosa e prosegue fino ai giorni nostri.

È la storia di uomini che hanno speso la propria vita affinché la mafia potesse essere sconfitta e che, troppo spesso, sono caduti per difendere le istituzioni democratiche di un Paese distratto e irriconoscente.

Servitori dello Stato e uomini di Chiesa, esponenti della società civile e dirigenti di partito, imprenditori e sindacalisti: personalità diverse unite dallo stesso destino. Da Emanuele Notarbartolo a Libero Grassi, da Joe Petrosino a Carlo Alberto Dalla Chiesa, da Salvatore Carnevale a Pio La Torre, da Peppino Impastato a don Giuseppe Puglisi, da Paolo Giaccone a Giovanni Falcone: i loro ritratti compongono un’epopea unica nel mondo occidentale.

Percorsi individuali che si intrecciano in maniera originale, perché “Uomini contro la mafia” non mette in scena il cammino di eroi solitari, ma racconta il tentativo di dar vita a “un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire il fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità” (Paolo Borsellino).

Uomini contro la mafia. L’autore:

Vincenzo Ceruso è nato a Palermo,dove vive e lavora. Laureato in filosofia, già ricercatore presso il Centro studi Pedro Arrupe, è militante nel mondo del volontariato cittadino.

Allievo di padre Pino Puglisi, ha lavorato per circa vent’anni con la Comunità di Sant’Egidio con minori a rischio di devianza, in alcuni dei quartieri più difficili di Palermo.  Analista della criminalità mafiosa, si è occupato negli ultimi anni di tematiche riguardanti le connessioni tra mafia e religione. Collabora con le riviste «Segno», «Narcomafie», «Aggiornamenti sociali» e «Popoli».

Per la Newton Compton ha pubblicato La Chiesa e la mafiaUomini contro la mafiaIl libro che la mafia non ti farebbe mai leggereDizionario italiano-mafioso, mafioso-italiano e, con Pietro Comito e Bruno De Stefano, I nuovi boss.

Uomini contro la mafia. Riassunto e commento personale

Come mi capita spesso in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, oppure di Via D’Amelio (il 19 Luglio), anche quest’anno ho riletto alcuni dei libri che parlano del fenomeno mafioso. In particolare, oltre a questo saggio che ci racconta della lotta contro la Mafia, ho ripreso in mano con molto piacere Il giorno della civetta, di Leonardo Sciascia ed ho letto un libro che invece mi incuriosiva molto: I Beati Paoli. Ve li racconterò nei prossimi giorni.

Intanto parliamo di questo libro, che offre parecchi spunti di riflessione e tante idee per approfondire. Come tutti i saggi storici, non può essere completamente esaustivo, ma comunque ci offre un quadro completo dell’argomento.

Non ci racconta la storia della Mafia, ma la storia di chi a questo fenomeno si è opposto sin dalle sue origini. La “STORIA DI UNA RESISTENZA”, potremmo definirla. Quella della società civile contro una consorteria che dei soprusi ha fatto il suo credo.

A colpirmi è stato proprio questo aspetto del libro, che ci fa conoscere tanti personaggi sconosciuti, che pure andrebbero celebrati come grandi eroi.

Sono uomini di ogni appartenenza e origine, dai servitori dello Stato (irriconoscente e distratto come sempre, bisogna dirlo) agli uomini di chiesa, passando per semplici cittadini, imprenditori e sindacalisti… Tutti uniti da un unico, tragico destino.

ALCUNI ESEMPI

Si comincia con Emanuele Notarbartolo, considerato la prima vittima eccellente di Cosa Nostra. Banchiere e politico (fu direttore del Banco di Sicilia e sindaco di Palermo). Io non conoscevo la sua opera e devo dire di aver scoperto un grande eroe. Grazie al suo lavoro nel Banco di Sicilia, riuscì ad evitare il tracollo dell’economia siciliana dopo l’Unità d’Italia. Ma la sua opera gli procurò numerosi nemici, in particolare politici collusi con la Mafia. Tra essi, il parlamentare Raffaele Palizzolo.

Il Primo febbraio 1893, nel tragitto in treno tra Termini Imerese e Trabia, Notarbartolo fu brutalmente ucciso con 27 pugnalate da Matteo Filippello e Giuseppe Fontana.

Nel 1899 la Camera dei deputati autorizzò il processo contro Raffaele Palizzolo come mandante dell’assassinio. Nel 1902, il politico venne giudicato colpevole e condannato a 30 anni di reclusione, ma la Cassazione annullò la sentenza e, nel nuovo processo che si tenne nel luglio 1904, Palizzolo fu assolto dalla Corte d’Assise di Firenze per insufficienza di prove.

Che dire??? Certe sentenze non cambiano. Come un politico “recente”, non è stato assolto perché innocente, ma per insufficienza di prove! Che è ben diverso dall’innocenza…Ma noi elettori siamo stupidi e tendiamo a dimenticare in fretta..

Ma torniamo agli eroi del libro.

Ovviamente troviamo un bellissimo capitolo dedicato a Libero Grassi, l’imprenditore italiano, ucciso da Cosa Nostra nel 1991. Si era opposto a una richiesta di pizzo ed è divenuto simbolo della lotta alla criminalità. In una lettera pubblicata sul Giornale di Sicilia, diretta ai suoi estortori, scrive:

«Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui»

La Sicindustria gli volta le spalle. Un giudice catanese, Luigi Russo,  dichiara addirittura che non è reato pagare la “protezione” ai boss mafiosi! Come tutti quelli lasciati soli a combattere la Mafia, viene ucciso il 29 agosto del 1991, alle sette e mezza di mattina, con quattro colpi di pistola, mentre si reca a piedi al lavoro.

DALL’AMERICA JOE PETROSINO

Fu il primo degli investigatori d’oltreoceano a comprendere i forti legami esistenti tra la Mano Nera e la mafia. Joe Petrosino nutriva un profondo rancore verso quei delinquenti che stavano dissipando il patrimonio di stima che gli italiani avevano costruito, operando a Little Italy come facevano in Sicilia.

Seguendo una pista che avrebbe dovuto portarlo ad infliggere un decisivo colpo alla Mano Nera, Petrosino giunse in Italia. Era convinto che anche in Sicilia, come a New York, la mafia non avrebbe osato uccidere un poliziotto. ERRORE!

Alle 20.45 di venerdì 12 marzo 1909, Giuseppe Petrosino viene raggiunto da quattro pallottole: una al collo, due alle spalle, e una quarta mortale alla testa. Ai suoi funerali, a New York, parteciparono 20 mila persone!

IL GENERALE DALLA CHIESA

Protagonista della lotta contro le Brigate Rosse, nel 1982 il governo lo nominò prefetto di Palermo con l’intento di ottenere contro Cosa nostra gli stessi brillanti risultati ottenuti nella lotta al terrorismo. Fu ucciso a Palermo pochi mesi dopo il suo insediamento in un attentato mafioso dove perirono anche la moglie e l’agente di scorta Domenico Russo.

Un altro uomo lasciato solo a combattere contro “la piovra”…

PEPPINO IMPASTATO

Il giornalista Giuseppe Impastato era stato assassinato il 9 maggio 1978, per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra.

Pensate un po’: Il delitto passò quasi inosservato, poiché proprio in quelle stesse ore era stato ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro in via Caetani a Roma.

Don Giuseppe Puglisi

Molti altri sono i personaggi che il libro ci racconta, ma voglio concludere con questo sacerdote, per ricordare anche l’opera di altri religiosi che hanno avuto il coraggio di opporsi a due tipi di mafie: non solo quella vera e propria, ma anche a quella, interna alla chiesa, che impone di guardare da un’altra parte e tacere…

Qualche anno fa è stato poi proclamato beato

INSOMMA, un libro da leggere assolutamente!

VOTO 10 / 10

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!