INTOLLERANZE ALIMENTARI

INTOLLERANZE ALIMENTARI

Riassumiamo quello che sappiamo sulle intolleranze alimentari

INTOLLERANZE ALIMENTARI che cosa sono

Le intolleranze alimentari, spesso erroneamente confuse con le allergie, sono tutte quelle reazioni avverse agli alimenti che NON SONO MEDIATE dal sistema immunitario.

Possono essere di natura enzimatica o di natura farmacologica e, in alcuni casi, i meccanismi che le scatenano sono ancora sconosciuti.

Tra le intolleranze enzimatiche, la più frequente e tipica è il deficit dell’enzima lattasi su base genetica, che genera l’intolleranza al lattosio.

La massima attività di quest’enzima si registra durante l’allattamento. Già durante lo svezzamento, i livelli di lattasi diminuiscono e una percentuale della popolazione, una volta raggiunta l’età adulta, perde completamente la capacità di produrlo.

Questi individui non sono più in grado, quindi, di digerire il lattosio, lo zucchero che caratterizza il latte. Il lattosio giunge intatto alla flora batterica intestinale, che produce in sua presenza acidi organici e gas, provocando dolori intestinali, diarrea e crampi.

Alcuni popoli asiatici, come per esempio i cinesi, ma anche alcuni popoli africani e i nativi americani, che non consumano abitualmente latte nella loro alimentazione, presentano una maggiore incidenza di intolleranza al lattosio.

Un’altra intolleranza molto diffusa, e che purtroppo si sta diffondendo sempre di più, è l’intolleranza al glutine o celiachia .

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in molti cereali (frumento, avena, farro, segale, orzo, kamut).

Nei soggetti intolleranti, il glutine, transitando nell’intestino, arriva a distruggere i villi intestinali, pregiudicando così l’assorbimento di nutrienti e determinando anche gravi di stati di denutrizione. La celiachia si manifesta in alcuni casi con diarrea cronica, ritardo nella crescita, distensione addominale, astenia, calo ponderale e pallore.

Molte forme sono purtroppo silenti e asintomatiche, ma nel tempo possono comunque recare seri danni alla salute.

Il malato di celiachia deve escludere dalla propria alimentazione alcuni degli alimenti più comuni (pane, pasta, biscotti, pizza) e deve eliminare qualsiasi alimento che contiene anche la più piccola traccia di glutine. Inoltre, deve essere evitata ogni forma di contaminazione, tanto che non si deve prestare attenzione solo agli alimenti ma anche alle pratiche culinarie.

Per esempio, gli utensili impiegati per la preparazione e la cottura di alimenti contenenti glutine non possono essere impiegati anche per alimenti che ne sono privi, che potrebbero essere contaminati da tracce residue.

L’assunzione di glutine, infatti, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze più o meno gravi.

La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia che può garantire al celiaco un perfetto stato di salute e prevede la totale eliminazione di questa componente proteica.

L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone.

I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 600.000, ma ne sono stati diagnosticati ad oggi poco più di 100.000. Ogni anno sono effettuate 10.000 nuove diagnosi con un incremento annuo di circa il 10%, tanto che recentemente il fenomeno è stato definito epidemia di celiachia.

Torneremo a parlare dell’argomento, riferendoci alle infiammazioni da cibo, argomento oggi oggetto di numerosi studi

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!