UN MALE NECESSARIO di Abir Mukherjee (#2)

UN MALE NECESSARIO è il secondo romanzo che Abir Mukherjee dedica alle indagini del capitano Samuel Wyndham nella Calcutta degli inizi del XX secolo. Ve lo racconto

UN MALE NECESSARIO

Abir Mukherjee

TITOLO ORIGINALE : A necessary evil
Prima pubblicazione: 2017

Traduzione : Alfredo Colitto
Prima edizione italiana: 2019
Editore : SEM

PAGINE : 349 p.

Genere : poliziesco, thriller, giallo storico

PRECEDUTO da: L’UOMO DI CALCUTTA

SEGUITO DA : FUMO E CENERE

UN MALE NECESSARIO : Il libro (dal sito ibs.it)

Calcutta, 1920. Nello splendido giardino della Government House si ritrovano venti principi del regno del Raj. Il governo britannico li ha convocati per avviare dei negoziati, necessari a creare una Camera dei Principi che possa accontentare le crescenti richieste di indipendenza.

Tra nobili convenuti c’è il figlio del maharaja, il principe Adhir, che recentemente ha ricevuto delle minacce di morte. Per questo motivo ha invitato all’incontro il sergente “Surrender-not” Banerjee, suo amico e compagno di studi, insieme al Capitano Sam Wyndham, poliziotto che abbiamo già conosciuto nel fortunato esordio di Mukherjee, L’uomo di Calcutta.

Il giovane maharaja li invita a spostarsi nel Grand Hotel dove alloggia per discutere la delicatissima questione dei biglietti minatori che ha trovato sotto il suo cuscino e nella tasca di un vestito. La Rolls-Royce su cui viaggiano viene fermata da un uomo vestito da prete induista che esplode tre colpi di pistola uccidendo il principe.

Il capitano Wyndham lo insegue, ma l’assassino riesce a scappare tra i vicoli, scomparendo in mezzo alla folla di una parata religiosa. Indagando Wyndham e Surrender-not si accorgono di quanto il regno sia teatro di tumulti e sommosse. Il principe Adhir era infatti mal sopportato da alcuni gruppi religiosi e il suo fratello minore, nuovo successore al trono, è solo un playboy buono a nulla.

Mentre i due poliziotti uniscono le forze per tentare di risolvere il mistero, rimangono coinvolti in una fitta rete di segreti e minacce all’interno di un mondo pericoloso e senza pietà. Sta a loro trovare il killer, prima che sia lui a scovarli. Un romanzo appassionante, con una vivida ambientazione storica, che vi catapulterà nell’India ai tempi di Gandhi, nel vivo delle tensioni popolari contro il governo britannico. Un periodo trascurato ma di cruciale importanza

UN MALE NECESSARIO : L’AUTORE

Abir Mukherjee è un giovane autore di best seller di origine indiana. Nato a Londra nel 1974, è cresciuto nell’Ovest della Scozia.  Si è laureato alla London School of Economics prima d’iniziare a lavorare nel mondo della finanza.

Nel 2014 ha partecipato, vincendolo, all’Harvill Secker crime writing competition indetto dal Telegraph con il thriller storico L’uomo di Calcutta, ambientato in India nel 1919 e avente per protagonista il capitano Sam Wyndham e in seguito ha continuato la serie con altri tre romanzi.

Vincitore dell’Ellis Peters Historical Award nel 2018 con L’uomo di Calcutta, vive e lavora a Londra con la moglie e i due figli.

UN MALE NECESSARIO : la serie di Sam Wyndham

  • L’uomo di Calcutta (A rising man, 2016), Milano, Società Editrice Milanese, 2018 traduzione di Alfredo Colitto.
  • Un male necessario (A Necessary Evil, 2017), Milano, Società Editrice Milanese, 2019 traduzione di Alfredo Colitto
  • Fumo e cenere (Smoke and Ashes, 2018), Milano, Società Editrice Milanese, 2020 traduzione di Alfredo Colitto.
  • Death in the East (2019)

UN MALE NECESSARIO : BREVE RIASSUNTO E COMMENTO PERSONALE

Dopo il primo romanzo della serie non ho potuto fare a meno di continuare a leggere questi romanzi, coinvolgenti e affascinanti, capaci di trasportarci in un mondo che mi ha sempre affascinato, sin da quando Mamma mi leggeva i racconti di “LE MILLE E UNA NOTTE”. 

Ma l’India di Sam Wyndham e “Surrender-not” Banerjee non è quella di Sherazade. Anzi: è una nazione in pieno fermento anti-imperialista, in cui gli Inglesi cercano in tutti i modi di mantenere il potere e i governanti locali provano a conservare i loro privilegi. 

Ma procediamo con ordine. Il romanzo inizia un venerdì, il 18 giugno 1920, poco più di un anno dopo i fatti narrati in “L’uomo di Calcutta”.

Samuel Wyndham è stato invitato insieme al suo sergente, Surendranath Surrender-not Banerjee, ad una riunione indetta dal viceré, con venti principi provenienti dai regni più vicini a Calcutta.

Il capitano Samuel Wyndham è stato invitato insieme al suo sergente, Surendranath Surrender-not Banerjee, ad una riunione indetta dal viceré, Lord Chelmsford, con venti principi provenienti dai regni più vicini a Calcutta. 

Sparsi per l’India ce n’erano più di cinquecento, e insieme governavano i due quinti della nazione

O almeno era quello che gli Inglesi facevano credere loro. Scopo dell’incontro è creare una Camera dei Principi che possa accontentare le crescenti richieste di indipendenza. 

Tra i regnanti è il principe Adhir Singh Sai di Sambalpore, un piccolo ma ricchissimo principato, ritenuto fondamentale per il successo dei negoziati. Adhir ha richiesto la presenza del suo amico e vecchio compagno di studi, “Bunty” Banerjee.

Wyndham invece era lì per ordine di lord Taggart, il capo della polizia, su richiesta del viceré in persona. 

Adhir ha voluto rivedere il suo amico soprattutto per chiederne l’aiuto. Poco prima della partenza da Sambalpore, ha infatti ricevuto due biglietti che gli annunciano un mortale pericolo. Per mostrarli ai due ufficiali britannici, il principe chiede loro di accompagnarlo al Grand Hotel dove alloggia. 

Insieme al principe, per occuparsi della sua sicurezza, è anche il colonnello Arora, il suo aiutante di campo. 

Proprio mentre i quattro sono diretti all’albergo, la loro auto viene bloccata per strada con un finto investimento:

All’improvviso, un uomo vestito con una tunica color zafferano da prete induista apparve davanti alla Rolls-Royce, come un lampo arancione.

L’uomo spara contro il principe, ferendolo gravemente. 

Il principe fu colpito in pieno petto. Per un paio di secondi restò immobile, come se fosse davvero una divinità e i proiettili lo avessero attraversato senza danno. Poi delle macchie di sangue si allargarono sulla seta della tunica e si accartocciò su se stesso, come un bicchiere di carta nel monsone.

Wyndham si lancia all’inseguimento dell’assassino, che però riesce a seminarlo nascondendosi tra la folla che segue un’imponente processione religiosa per il dio Jagannah, il Rath Yatra

Vano è pure il tentativo dei medici di salvare Adhir. Ovviamente Taggarte è arrabbiatissimo con i suoi uomini: 

«Il principe ereditario di uno stato sovrano viene ammazzato in pieno giorno, alla presenza di due miei agenti, che non solo non riescono a impedire l’omicidio, ma si lasciano anche scappare l’assassino!»

Ma Wyndham e Banerjee riescono a fornire un identikit dell’assassino, che viene subito rintracciato.

Purtroppo, dopo aver bruciato alcune prove cartacee, sotto gli occhi di Whyndham, l’uomo si suicida. Il gesto sembra confermare a tutti che il killer era solo un fanatico religioso.

La perquisizione della sua stanza rivela a Wyndham una pista diversa, che sembra portare direttamente a Sambalpore.

E così i due poliziotti, con la scusa di prendere parte ai funerali del principe, si recano nel piccolo regno, nella speranza di scovare il mandante (o i mandanti) che ha armato la mano del folle. 

Sul treno funerario viaggia anche un altro britannico, sir Ernest Fitzmaurice, direttore dell’Anglo-Indian Diamond Corporation. La sua compagnia acquista quasi il novanta per cento della produzione di diamanti del piccolo regno.

Il 20 giugno, al loro arrivo nel piccolo regno, i due poliziotti vengono accolti dal referente britannico, Carmichael, che li ospiterà nella sua residenza. Poco dopo, Banerjee e Sam vengono ricevuti dal Maharaja in persona, che scopriamo avere la bellezza di 258 figli!

Con grande sorpresa, il regnante concede carta bianca a Whyndham:

«Ho fiducia, capitano, che riuscirà ad arrivare in fondo a questa faccenda con rapidità. Il tempo è breve, a volte più di quanto ci aspettiamo.»

Wyndham e Banerjee ci metteranno davvero poco a capire che la corte del Maharaja è un vero covo di vipere, in cui intrighi e trame coinvolgono tutti. E tutte… 

Infatti alcuni interventi eccessivamente riformatori del principe Adhir erano visti con sospetto da vari gruppi religiosi. Ora il suo posto verrà preso dal fatuo principe Punit, il che ritarderà di vari decenni la modernizzazione del piccolo regno.

Inoltre, come rivela Emily Carmichael, la moglie del rappresentante inglese, il principe Adhir era legato ad una donna bianca, Katherine Pemberley, e addirittura era intenzionato a prenderla come seconda moglie.

E bisogna anche tener conto degli interessi economici della compagnia di diamanti…

Intanto Wyndham scopre che a Sambalpore è presente anche Annie Grant, la fascinosa anglo-indiana già conosciuta nel primo romanzo, di cui è innamorato.

Grazie ad Annie, però, Wyndham riesce a parlare con le mogli del Maharaja e a scoprire un legame importante tra l’assassino e il regno di Sambalpore:

I segni sulla fronte dell’assassino erano il marchio di Vishnu. Lui era scomparso tra la folla del Rath Yatra, la processione dedicata a Jagannath, che era una personificazione di Vishnu. Si era registrato all’hotel Yes Please sotto il nome di Bala Bhadra, il fratello della divinità, e ora sembrava che Sambalpore fosse uno dei luoghi centrali del mito di Jagannath.

Troppe coincidenze, e io non credevo nelle coincidenze

E proprio quando un importante testimone contatta il capitano, l’assassino torna a colpire…

I pericoli per i nostri eroi aumentano e non è facile capire di chi fidarsi… Qualcuno, anche tra gli Inglesi, sembra non gradire troppo la presenza di Wyndham, che riceve l’ordine di lasciare il regno.

Ordine che Sam pensa bene di ignorare. Del resto, è stato il maharaja in persona a chiedergli di indagare sulla morte del suo erede!

Fondamentale si rivela l’incontro con la prima maharani, che sembra comprendere subito lo spirito che anima Wyndham

“Cerchi sempre la verità e non si preoccupi mai delle conseguenze”

Perché non sempre la verità implica la giustizia. Secondo la donna, il capitano ha l’anima di un “cercatore di verità”… E non avrà pace finché non l’avrà trovata!

Insomma, un romanzo davvero interessante, che ci costringe anche a confrontarci con i nostri pregiudizi e a calarci in un mondo molto lontano dal nostro. Tanti gli insegnamenti che ci impartisce, che rendono ancora più intensa la lettura. 

Poco alla volta, insieme a Sam e a Surrender-not, anche noi arriveremo a capire chi sia l’assassino e fino alla fine saremo incerti se la giustizia sarà davvero tale… 

Un libro che vi consiglio 

VOTO : 10 /10 

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!