TUTTI MATTI PER GLI ESPOSITO

TUTTI MATTI PER GLI ESPOSITO è il terzo romanzo che il bravissimo Pino Imperatore dedica alle avventure tragicomiche degli Esposito! Vediamo che cosa accade nella casa del camorrista più improbabile della storia ai tempi del Covid!

TUTTI MATTI PER GLI ESPOSITO

Pino Imperatore

Editore: Salani

Collana: Le stanze

Anno edizione: 2021

Pagine: 304 p.

Genere: narrativa umoristica

Preceduto da : Bentornati in Casa Esposito

TUTTI MATTI PER GLI ESPOSITO: l’autore :

Nato nel 1961 a Milano, Pino Imperatore vive da sempre in Campania. Ha scritto sei romanzi, varie opere teatrali e racconti, vincendo i principali premi nazionali per la scrittura comica e umoristica.

Benvenuti in casa Esposito e Bentornati in casa Esposito sono stati un successo da oltre 100.000 copie e, dopo anni di rappresentazioni a teatro, sono diventati un film.

TUTTI MATTI PER GLI ESPOSITO : il libro (dal sito dell’editore)

Tonino Esposito ci prova, a seguire le orme del padre, defunto boss del rione Sanità, e a diventare un criminale come si deve. Ma per quella vita ci vuole stoffa, e lui quella stoffa proprio non ce l’ha.

Goffo, ingenuo, nullafacente e perseguitato dalla sfortuna, sembra incapace di combinarne una buona. Canzonato dalla moglie, dai quattro figli, dai suoceri, dalla domestica ucraina e persino da due iguane e da un coniglietto, è la pecora nera della famiglia e il delinquente più maldestro nella storia della camorra.

Quando anche ’O Capitano, lo spirito di un ufficiale spagnolo che gli parla mediante un teschio presente nel cimitero delle Fontanelle, si rifiuta di dare ancora ascolto ai suoi lamenti e lo incita a darsi finalmente una mossa, Tonino capisce di aver toccato il fondo.

Decide perciò di cambiare strada e di cercarsi, per la prima volta in quarantacinque anni, un lavoro onesto. Ma i guai non tarderanno a raggiungerlo, così come gli uomini del clan che hanno in mente per lui un compito ‘molto speciale’.

Dirigendo un coro di voci esilaranti e di situazioni pirotecniche, Pino Imperatore si conferma un maestro dell’umorismo, quello che unisce l’allegria e l’amarezza, compiendo il grande miracolo di farci ridere delle nostre stesse debolezze e assurdità

TUTTI MATTI PER GLI ESPOSITO : breve riassunto e commento personale

«Il comico è il tragico visto di spalle». Gérard Genette, Palinsesti

E niente potrebbe descrivere meglio lo spirito dei romanzi di Imperatore. Infatti riso e lacrime si alternano nella lettura di queste pagine, che ci regalano tante riflessioni nascoste in mezzo alle comicissime avventure di Tonino Esposito.

Anche in questo nuovo romanzo, scritto a tanti anni di distanza dall’ultimo della serie, l’autore riesce a farci riflettere su temi davvero “pesanti” senza annoiarci.

Ma torniamo al libro. Eccoci di nuovo a Casa Esposito, nove anni dopo i fatti narrati nell’ultimo romanzo della serie. A quanto pare nulla è cambiato

Lo dicevano i vivi e lo sapevano i morti: il nullafacente Tonino Esposito, orfano di un boss e incensurato per opera e virtù dello Spirito Santo, era il delinquente più fesso della storia della camorra. Un inetto, un imbranato, uno scalognato; così lo reputavano, fatti alla mano, i parenti, gli amici e quanti ci avevano avuto a che fare o erano venuti a conoscenza delle sue sciagurate gesta.

Eppure Tonino le prova davvero tutte per togliersi di dosso questa cattiva fama ma l’unico risultato è quello di peggiorare ulteriormente la situazione. Suo “fidato” consigliere è un teschio conservato nel cimitero delle Fontanelle, l’enorme caverna di tufo utilizzata per secoli come fossa comune per migliaia e migliaia di cadaveri senza nome.

Il teschio ha pure un nome, ’O Capitano,  e apparteneva ad un ufficiale dell’esercito spagnolo morto nel Seicento. 

Proprio alle Fontanelle ritroviamo Tonino la mattina del 2 Gennaio di un anno cruciale per l’umanità. 

Anche ‘O Capitano però sembra avercela con lui e lo rimprovera. Anzi, gli fa un amaro bilancio. Secondo questo spirito, Tonino avrebbe fatto solo due cose buone nella sua inutile esistenza:

«La prima quand’eri piccoletto. Frequentavi la scuola elementare, avevi dieci anni, e grazie a ciò che rivelasti in un compito in classe, tuo padre Gennaro fu arrestato per la prima volta».

E la seconda è Tina, la sua figlia maggiore:

«Hermosa, onesta e coraggiosa. Non merita di avere un padre della tua risma. Non merita di trovarsi in quella condizione».

Tonino sa bene che è anche colpa sua se Tina si trova su una sedia a rotelle. Fu infatti coinvolta in un agguato di camorra contro Pietro De Luca, il boss che aveva ereditato il potere criminale di Gennaro Esposito. Il teschio lo mette in guardia:

«Sta’ attento a ciò che accadrà nei prossimi mesi; potresti amaramente pentirti delle tue scelte… Un anno bisesto è un anno funesto, in cui tutte le cose van di traverso.. Sta per sopraggiungere una minaccia invisibile e terribile».

Tonino non prende troppo sul serio la previsione dello spirito. Dopo aver ritrovato Tonino, tornano in scena anche gli altri membri della famiglia. Il mio preferito è il “diversamente giovane” Gaetano Scognamiglio, suocero di Tonino e pasticciere in pensione. Le sue conversazioni con le iguane di casa Esposito sono tra i miei momenti preferiti:

«Io non sono anziano; so’ diversamente giovane. E tengo un cervello che potrebbe correre in Formula Uno».

Scopriamo poi che il secondogenito di Tonino, Gennaro detto Genny, lavora presso un pasticciere, sperando di diventare bravo quanto il nonno.

I due gemelli, Totò e Peppina sono due bambini vivaci ed estremamente intelligenti. Hanno ormai otto anni e mezzo e sono uno spasso.

All’appello non possono mancare nemmeno i vecchi “scagnozzi” di De Luca, Ciruzzo ’o Schiattamuorto, ormai diventato avvocato, e  Tatore Mezarecchia,

pregiudicato che aveva fatto coppia fissa con Ciruzzo ’o Schiattamuorto negli anni in cui Pietro De Luca era stato boss del rione Sanità.

Tanto Ciruzzo era compassato, metodico e colto, quanto Tatore, all’opposto, era rozzo, impulsivo, manesco.

Entrambi sono rimasti legati al loro vecchio boss, che si recano spesso a trovare. E De Luca è davvero cambiato, come avevamo capito già alla fine del precedente romanzo. Ci commuovono le parole che rivolge ai suoi vecchi guardiaspalle:

«Oggi per allora, vi posso solamente chiedere scusa per come ho agito e per le brutture in cui vi ho trascinato».

E che cosa fanno Tina e Manuela, la mamma di Tonino? Tina sta per laurearsi e Manuela continua a pregare per quel suo figlio “fesso” e a cercare cure per la sua amata nipotina, così simile a lei:

Manuela non aveva mai accettato l’idea di dover vedere per sempre sua nipote su una carrozzina per disabili. Non si rassegnava, non riusciva a farsene una ragione.

Tina non si cruccia della situazione. Anzi: diventata una giovane donna caparbia e tenace, ha saputo accettare quello che il destino le ha destinato:

Aveva quindici anni, Tina, quando era rimasta ferita. Il proiettile aveva toccato la colonna vertebrale interrompendo la mobilità delle gambe… verdetto unanime: le possibilità di recupero delle funzioni motorie erano quasi nulle.

Senza piangersi addosso, Tina aveva cercato di pesare il meno possibile sugli altri e noi non possiamo che ammirare la sua forza d’animo e lo sforzo che mette da sempre nel cercare di riscattare il passato degli Esposito.

Scopriamo anche che Enzuccio Savarese, l’ex aiutante di Tonino, ha ormai un lavoro onesto: è infatti cassiere in un supermercato e, anzi, trova lavoro pure al suo vecchio capo! Siccome “nessuna buona azione resta impunita”, il povero Enzuccio si ritrova senza lavoro.

A complicare ulteriormente la situazione, ecco esplodere la pandemia:

Nella seconda metà di febbraio, miliardi di abitanti del pianeta Terra vissero nell’imminenza dell’ignoto. Appena si diffuse a livello planetario, con il tam-tam degli organi d’informazione e dei social network, la notizia che il virus apparso per la prima volta nel mercato ittico di Wuhan aveva varcato i confini cinesi e stava manifestando la sua carica letale in altre parti del mondo, trasformando un’isolata epidemia in una pandemia globale, in molti pensarono: ‘È inevitabile, arriverà anche qua’.

Tonino capisce che la profezia di ‘O Capitano sta avverandosi e come tutti noi deve adattarsi alle misure imposte dal governo:

La frenesia della civiltà dei consumi si trasformò in fiacchezza e paura. … A ciascuno fu chiesto di sacrificare le libertà di scelta e di movimento per proteggere l’incolumità propria e altrui.

A Casa Esposito, ognuno si organizza al meglio per dare un senso alle proprie “giornate sospese”. Ovviamente per Tonino momento è davvero difficile, non avendo molto con cui riempire le ore.

Il suo già fragile equilibrio psichico stava colando a picco. Se voleva scampare all’annegamento, doveva aggrapparsi a un salvagente; uno qualsiasi, anche mezzo sgonfio.

E il salvagente arriva poco dopo Pasqua. A lanciarglielo sono i due capi del clan che controllava la zona, Vittorio Sciccone e Sasà Tartaglione. I due hanno bisogno di “un uomo di paglia”, che si prenda eventuali colpe al posto loro.

Il COVID sta mandando a rotoli anche i loro affari e la polizia gli sta con il fiato sul collo:

Mettiamoci un poco in disparte, defiliamoci… Troviamo ’na testa di legno; uno che si espone al posto nostro, ma non lo deve sapere. Nu pupazziello che possiamo controllare con facilità.

Chi meglio di Tonino Esposito?

Tutto si sarebbe aspettato Tonino dalla vita, fuorché di ricevere l’investitura di reggente di una cosca camorristica.

Ma i due boss non hanno fatto i conti con il virus, che li mette ko. Tonino si ritrova così a fare davvero da reggente! Con conseguenze che vi lascio solo immaginare…

Ancora una volta, dovrà pensarci Tina a fargli una bella lavata di capo, che lo riporti sulla retta via. Commoventi le parole della ragazza:

Questa città non merita di essere etichettata come camorrista. Questa città è piena di gente onesta, di persone perbene, di giovani che vogliono costruirsi un futuro… E tu, proprio tu, un genitore, un padre di quattro figli, mio padre, che cosa fai? Ti metti a comandare, non si sa come, una banda di camorra? … o te ne esci subito dalla situazione in cui ti sei ficcato o, quant’è vero Iddio, ti denuncio. E giuro che lo faccio.

Per Tonino è davvero troppo… Deciso a non deludere la ragazza, è costretto a compiere un ultimo lavoro per i suoi vecchi capi. Deve recarsi a Milano per un importante “summit”. Non sa che è una trappola per eliminare lui e Tatore, che lo accompagna con il buon Enzuccio.

Per fortuna a guardare le spalle ai tre arrivano Olga, la governante ucraina di Casa Esposito, e Ciruzzo, inviati da De Luca.

Fino alla fine non saprete quali sorprese vi aspettano. Un libro che amerete e che vi darà tanto a cui pensare, facendovi rivivere i momenti del lockdown in modo davvero spassoso! E regalandoci anche un soffio di speranza:

«’O Coronavirus, ’a crisi, le incertezze d’ ’o futuro…Che fine faremo? Dovremo campare tutta la vita con una mascherina sulla faccia? Moriremo senza poterci più abbracciare e senza poter più stringere la mano al prossimo?»

No: ora dobbiamo rimboccarci le maniche. Come dice Padre Francesco

«dobbiamo agire come agirono i nostri antenati dopo quelle immani catastrofi: si rimboccarono le maniche e si impegnarono a fondare un mondo nuovo».

Nel libro troviamo anche tanta Napoli e tanti piatti della cucina partenopea. E noi non vediamo l’ora di tornare a visitare questa meravigliosa città!

Patrizia e Olga prepararono un banchetto da leccarsi le orecchie: verdurine fritte in pastella, tortiglioni al forno con polpettine e ricotta, spezzatino di vitello con piselli, melanzane alla pullastiello imbottite con provola e salame napoletano.

Al ritorno di Tonino all’ovile invece

insalata di riso alla marinara, pennette ai quattro formaggi, mozzarelline di bufala, freselle con pomodorino, basilico e filetti di tonno.

Come vi dicevo, Napoli è sempre grande protagonista e mi ha commosso la descrizione del Real Orto Botanico di Napoli, una delle opere lasciate in eredità ai posteri da Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat:

Un’oasi naturalistica tra le più incantevoli d’Italia; un parco urbano di dodici ettari che ospitava giardini rigogliosi, quasi diecimila specie vegetali, viali alberati, serre, centri di ricerca, spazi museali.

Anche per me è uno dei luoghi del cuore della città, che non vedo l’ora di tornare a visitare!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!