IL TARLO. LE INDAGINI DEL MARESCIALLO LICATA

un Libro al giorno oggi prosegue con un altro giallo, IL TARLO. Un libro interessante

Il tarlo. Le indagini del maresciallo Licata

Salvatore Galvano

Editore:Ciesse Edizioni
Anno edizione: 2015
Pagine: 208 p.

IL TARLO. DESCRIZIONE

All’interno del Ministero della Difesa, sorvegliato dai carabinieri, tutto appare tranquillo, ma durante un’ispezione viene ritrovato il corpo esanime di un generale. Tutto fa pensare si sia trattato di un malore, eppure la vicenda non convince il maresciallo Licata, grande esperto di omicidi, che inizia a indagare. Diversi colpi di scena imporranno una battuta d’arresto alle indagini e la matassa si sbroglierà solo nell’ultimo capitolo, grazie all’acume logico e all’intuito investigativo di Licata.

IL TARLO. L’AUTORE

Salvatore Galvano è un ingegnere campano. Lavora come dirigente presso una Pubblica Amministrazione. Durante il suo percorso accademico ha conseguito tre diverse lauree specialistiche – in Scienze Strategiche, Scienze Internazionali e Diplomatiche e Scienze Politiche – e due master, in Studi Internazionali Strategico-Militari e un altro, di II livello, in Scienze Strategiche.

Tante e variegate anche le sue passioni, come il modellismo ferroviario e la filatelia, ma di sicuro la scrittura occupa un posto d’onore. Già autore de La logistica aziendale in ambito militare (Esse, 1992), Il tarlo è il suo primo romanzo giallo, ambientato nel “mondo con le stellette”, così come simpaticamente lo definisce l’autore, ovvero il mondo dei militari di professione.

Attualmente Galvano ha intenzione di proseguire con le avventure di Licata, puntando ad una vera e propria serie con protagonista il maresciallo agrigentino. Il suo sogno nel cassetto? «Sarebbe bello – ci confida – anche poter vedere alla televisione, o magari al cinema, un’indagine del maresciallo Licata, ma ciò significherebbe dover inseguire una chimera. Ma ai sognatori è consentito tutto!»

IL TARLO. LA TRAMA

La trama

Una serena notte di maggio avvolge la città di Roma. Nell’antico palazzo dell’800, sede del Ministero della Difesa, tutto procede come al solito. O almeno sembra. Durante una normale ispezione di routine, viene trovato il corpo esanime di un ufficiale generale, Garelli.

Ad una prima analisi, pare che il soggetto sia morto per cause naturali. Eppure il maresciallo Licata, chiamato ad indagare sul caso, non è convinto di tale ipotesi. Questi, chiamato dai colleghi – non a caso – “cane da tartufo”, ha lunga esperienza in fatto di omicidi e, per lui, la morte del generale Garelli non è per niente dovuta ad un accidentale malore. Inoltre, Licata ha anche adocchiato un particolare di rilievo sulla scena del crimine: un libro, lasciato lì, aperto sulla scrivania, con le pagine rivolte verso il basso. L’opera è “Vent’anni dopo” di Dumas. Che sia una firma dell’assassino?

L’autopsia dà un responso sicuramente sconcertante: sul corpo del generale vengono rilevate tracce di folgorazione elettrica.

In corso d’indagine, tutte le prove sembrano protendere verso il colonnello Battelli, ex collaboratore del generale e sua vecchia conoscenza da circa vent’anni. Di lì a poco, però, anche Battelli viene trovato morto nel suo ufficio.  Per Licata questa indagine assume i risvolti di un vero e proprio rompicapo.

Seguendo nuove piste, il maresciallo siciliano giunge presso il reparto dove, a suo tempo, le due vittime avevano prestato servizio. È qui che Licata troverà le risposte che cerca per smascherare l’assassino?

IL TARLO. LA MIA OPINIONE

Un libro che si legge in un paio d’ore, con un protagonista sopra le righe ed una ambientazione molto particolare. Mi ha spiazzato e non è facile. Un esempio per capire Licata:

Nel suo passato, come se non bastasse, trovava posto anche una pistolettata di qualche collega, per fortuna andata a vuoto, il cosiddetto fuoco amico che, nella malaugurata ipotesi avesse raggiunto il bersaglio, tutto avrebbe fatto tranne, per così dire, che mostrare il proprio affetto e la propria amicizia al soggetto attinto.

In sintesi, se Licata avesse potuto rivolgersi al fuoco in questione, lo avrebbe apostrofato con un’espressione del genere: «Amico ’na minchia!»

Inoltre, l’ho ricevuto gratis, il che ti mette in una buona disposizione mentale. Se infatti il libro non dovesse piacerti, non potresti rimproverarti per l’incauto acquisto!

Invece, il libro mi è piaciuto, e pure tanto!

Da un’intervista dell’autore ho scoperto perché questo strano titolo.

«Sia la mente dell’omicida, assorta nell’esecuzione di quanto pianificato, sia quella dell’investigatore, assorbita dal solo pensiero di scovarlo, sono assillate da un “tarlo”, qualcosa che cova dentro inesorabile.»

E forse il libro mi è piaciuto di più dopo aver letto quanto dice Galvano. Lo scrittore afferma che, per il personaggio del Maresciallo Licata ha avuto un grande spunto:

« …mi sono ispirato al mio defunto papà, carabiniere anche lui, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue paure e le sue manie. Il tarlo costituisce un omaggio alla sua memoria, il desiderio di tenerlo in vita e di rinnovarne il ricordo pagina dopo pagina.»

IL MIO VOTO: 7/10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!