SIETE PAZZI A MANGIARLO! di Christophe Brusset

SIETE PAZZI A MANGIARLO! è un libro sulle frodi alimentari che ho dovuto rileggere due volte per capire se si trattasse di un saggio o di un’opera satirica…

CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA E LA MEDICINA SIA IL TUO CIBO (Ippocrate)

Conosciamolo meglio

siete pazzi a mangiarlo. la copertina del libro

 

Siete pazzi a mangiarlo!

Autore: Christophe Brusset

Traduttore: M. Moresco

Editore: Piemme

Anno edizione: 2016

Pagine: 227 p.

 

 

 

Siete pazzi a mangiarlo. Descrizione

Miele senza miele, confettura di fragole senza fragole, gamberetti gonfiati ad acqua, tè verde bio impregnato di pesticidi, prodotti tipici locali made in Cina… La confessione-denuncia di un insider delle multinazionali del cibo.

Un vasetto di miele su due in commercio è di origine straniera, il più delle volte cinese, e spesso non ha visto neppure un’ape.

Additivi e sostanze chimiche che non compaiono, legalmente, tra gli ingredienti. Alimenti conservati in confezioni di cartone o plastica riciclati altamente nocivi.

Date di scadenza allungate ad arte. Cibi che contengono diserbanti, coloranti nocivi, sporcizie varie, a volte perfino escrementi.

Sughi e prodotti con carne di manzo che però all’origine era cavallo. Nonostante il livello di attenzione a ciò che mettiamo nel piatto sia oggi piuttosto alto, i pericoli a cui siamo esposti quando facciamo la spesa sono sempre in agguato.

L’industria alimentare è un Far West in cui l’imperativo è: smerciare qualsiasi tipo di prodotto o materia prima, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, ottenendo il maggior margine di guadagno possibile.

Nessuno come Christophe Brusset, ingegnere che ha lavorato per anni ai massimi livelli delle principali multinazionali del cibo, può svelare i meccanismi allucinanti dell’industria alimentare, dopo esserne stato testimone e complice.

Svela i lunghi viaggi delle materie prime da una frontiera all’altra, racconta quali procedure e trucchi si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali, e ci fa capire che per mantenere le super offerte che tutti rincorriamo, i grandi supermercati costringono i produttori ad abbassare la qualità.

Siete pazzi a mangiarlo. L’autore

Christophe Brusset ha lavorato per 20 anni nell’industria agroalimentare come dirigente di alto livello di importanti aziende del settore.

Ho letto decine di articoli sul polverone scatenato dall’uscita del libro, che ho trovato decisamente interessante. Uno dei più completi lo trovate QUI.

Molto interessante è anche l’articolo apparso su Repubblica qualche mese fa (vedi QUI). Non vi ricorda Bressanini???

Siete pazzi a mangiarlo. Alcune delle frodi denunciate nel libro

Cacche di topo, segatura, pesticidi, coloranti per vernici, solventi, antibiotici, ormoni che stimolano l’appetito: tutto fa brodo per vendere.

Ad esempio, l’origano è sostituito in percentuali sempre maggiori dal sommacco; le spezie in polvere mescolate ad escrementi di ratto; il basilico o il prezzemolo inscatolati assieme a coccinelle. I formaggi? Sono mescolati con acqua (e fino a qui pazienza), latte in polvere, polifosfati, citrato di sodio e acido citrico. “I consumatori medi consumano prodotti medi, molti non hanno mai avuto la fortuna di gustare un vero formaggio”, sottolinea Brusset.

salumi. Sono gonfiati con polifosfati per renderli più pesanti, poi immersi in un bagno di additivi finché non si crea un pastone che viene colato in stampi di dieci metri tagliato poi finemente. La marmellata in scatola? Sorbato di potassio, benzoato di sodio e sei sette acheni delle fragole per simulare la presenza della frutta.

L’autore spiega (anche se non ce ne sarebbe bisogno) che i controlli delle autorità sono pochi e inutili. Le regole delle imprese sono: delocalizzare la produzione ovunque, acquistare materie prime sempre più scadenti per aumentare di continuo il margine di ricavo dell’impresa, infischiarsene della “qualità” del prodotto finito. Risultato: contraffazione e frode

Siete pazzi a mangiarlo. Breve riassunto e commento

Vi avverto. Per leggere questo libro ci vuole uno stomaco forte. Poi vi verrà l’impulso di aprire la dispensa e di buttare parecchia roba…io ho buttato diversi vasetti di spezie.

Per nostra fortuna, qui da noi non abbiamo ancora la mania dei cibi pronti e ci limitiamo al più al minestrone surgelato. Ma, come vi ho detto all’inizio, ho dovuto rileggerlo due volte per capire se fosse una burla o un libro – denuncia. Perché? Semplice: l’autore dice e non dice, non fa mai nomi, non si espone mai più di tanto. Non c’è uno straccio di prova, nessuna “pezza d’appoggio”.

Nonostante ciò, il disagio rimane. Del resto, dice cose che tutti noi pensiamo quando acquistiamo qualcosa al supermercato. Che cosa ci garantisce che nella bottiglia di passata di pomodoro ci sia proprio “pomodoro italiano” ? chi ci dice che nel barattolino della paprika ci sia proprio la paprika? Il prezzo, troppo spesso, non è un indicatore di garanzia…

Ma procediamo con ordine.

Subito Brusset ci avverte che, per le società del settore agro-alimentare, “il cibo è solo un mezzo per fare soldi”  (ma dai, non ci saremmo mai arrivati da soli!). Poi ribadisce un’altra ovvietà, ripetendo quello che ci viene insegnato fin dalla scuola elementare:

“Siamo ciò che mangiamo…Gli alimenti sono infatti i materiali di costruzione del nostro corpo”

Non pago, ci informa che “l’omologazione dei gusti e il cibo spazzatura sono responsabili di una vera e propria epidemia mondiale di malattie cardiache, cancro, obesità, diabete e allergie”.

Tutto giusto, ahinoi, ma fin qui niente di nuovo. Ciliegina sulla torta:

“Oggi le persone che muoiono perché mangiano TROPPO e MALE sono di più di quelle che muoiono perché non mangiano abbastanza”

Poi si lancia in una serie di accuse e illazioni (si, se non ci sono documenti che confermino le sue parole, questo sono) che ti fanno drizzare i capelli.

E il cattivo chi è? La Cina!

…Non lui che acquistava a prezzi stracciati funghi blu…no!

Cinico. Ma mi fa imbufalire quando chiama noi poveri consumatori “GONZUmatori”, perché, secondo il buon Brusset (pag 27):

“la maggior parte dei consumatori manca di spirito critico e si lascia prendere in giro facilmente. Non è educata all’igiene alimentare di base…non sa leggere le liste degli ingredienti e non capisce niente dei valori energetici e nutrizionali”

Caro signor Brusset, mica tutti possiamo essere scienziati! Voglio credere che in Italia la situazione sia migliore che in Francia. Ma a volte sorgono dei dubbi che possa avere ragione. Anche per colpa di chi dovrebbe vigilare al posto nostro (tipo politici e associazioni dei consumatori).

Insomma mi ha fatto arrabbiare parecchio il suo generalizzare e sparare a zero su tutto e tutti, senza però aggiungere nulla di nuovo.

Per fortuna poi ho riletto il libro ed ho capito (o almeno spero) quale fosse lo scopo dell’autore. Farci riflettere. E spingerci a non fidarci di nessuno, ad essere sempre vigili.

Siamo noi consumatori ad avere il coltello dalla parte del manico. Siamo noi a decidere che cosa comperare

Certo, è utopistico pensare di bandire definitivamente qualsiasi prodotto industriale. Come pure sarebbe da sciocchi pensare che i prodotti freschi, non trasformati siano immuni da contaminazioni (pesticidi, erbicidi, OGM..).  Dovremmo tornare a produrre da soli frutta e verdura???

Noi consumatori possiamo solo cercare di essere il più informati possibile e molto più attenti quando acquistiamo dei prodotti.

Se il prezzo ci sembra troppo basso, controlliamo per bene l’etichetta. Anche se le aziende riescono a d inventarsi l’impossibile per aggirare la tracciabilità delle materie prime, è sempre meglio acquistare prodotti locali, regionali, nazionali.

Le uniche cose che compero in polvere sono le spezie. D’ora in poi farò ancora più attenzione.

Siete pazzi a mangiarlo. I consigli di Brusset:

-leggere le etichette ed evitare polveri e puree: meglio il pepe in grani.  Meglio non acquistare prodotti panati

-controllare con attenzione la lista degli ingredienti e non acquistare nulla che contenga

  • oli idrogenati,
  • coloranti (E100…),
  • conservanti (E 200….),
  • solfato di alluminio (E 520- 523),
  • glutammato e simili (da E 620 a 625)
  • dolcificanti intensivi (l’aspartame è indicato con la sigla E951, il ciclamato con E 952)

-se possibile, preferire prodotti in barattoli di vetro

Il consiglio finale merita :

IL CIBO DEVE ESSERE LA VOSTRA MEDICINA, NON IL VOSTRO VELENO

Mi sento di condividere questa sua affermazione.

VOTO 7/10

Se potete, leggetelo, anche se trovo molto più completi i libri di Bressanini o di Michael Moss, tanto per citarne alcuni

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!