I PROBIOTICI AMICI DELL’INTESTINO

I PROBIOTICI AMICI DELL’INTESTINO

Dopo aver scoperto insieme che cosa sono i prebiotici (vedi QUI) ed aver accennato alle differenze con i probiotici, parliamo adesso di questi ultimi. Si tratta infatti di “ospiti” molto importanti del nostro corpo, di cui spesso ignoriamo l’esistenza!

I PROBIOTICI AMICI DELL’INTESTINO. DEFINIZIONE

Secondo la definizione ufficiale di FAO e OMS

I probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite

In altre parole: i probiotici sono batteri che compongono la flora batterica intestinale utili contro le infezioni e per la digestione.

I PROBIOTICI AMICI DELL’INTESTINO. A cosa servono:

I probiotici compongono l’ecosistema intestinale e vivono in simbiosi con il nostro organismo. L’intero tratto digerente ospita, fra microrganismi innocui e patogeni, più di 400 specie. Ogni tratto dell’apparato gastro-intestinale è colonizzato da specie diverse che aderiscono alle pareti dell’intestino, formando colonie permanenti.

La carica batterica aumenta in modo progressivo passando dallo stomaco all’intestino crasso sia quantitativamente che qualitativamente.  L’ecosistema intestinale rappresenta la prima valida barriera dell’organismo contro le infezioni: l’aggressione da parte di batteri patogeni trova infatti un ostacolo di fronte alla presenta di una flora batterica “sana”.

La composizione della microflora intestinale è influenzata da numerosi fattori, i più importanti dei quali sono le abitudini alimentari, le condizioni igieniche, la peristalsi e il pH.


OSSERVAZIONE:

più che di Flora Intestinale si dovrebbe parlare di MICROBIOTA UMANO.

Infatti la “microflora intestinale” è composta in prevalenza da batteri. Il termine flora ci fa invece pensare al regno vegetale nel quale, in passato, venivano inclusi i batteri.

Anche il termine umano è preferibile a intestinale per descrivere più fedelmente la natura simbiontica del microbiota.

Per essere ancora più precisi, con microbiota si intende l’insieme di microrganismi vero e proprio, mentre con il termine microbioma si fa riferimento al patrimonio genetico del microbiota. Il microbiota umano è un buon esempio di mutualismo: cooperazione tra differenti tipologie di organismi che apporta un vantaggio ad ognuna.


L’ attività del microbiota, regolata da diversi meccanismi che la mantengono in equilibrio, influenza positivamente sia l’attività digestiva che quella immunitaria intestinale.

Inoltre, esercita una regolazione nei confronti di altre specie con la produzione di batteriocine, che inibiscono la crescita di colonie di batteri concorrenti, come quelli patogeni.

Riassumendo, gli effetti più importanti dei probiotici nell’organismo sono:

  • rinforzo della barriera mucosa non immunologica
  • normalizzazione della permeabilità intestinale
  • bilanciamento della microflora intestinale
  • stimolazione della resistenza non specifica dell’ospite ai patogeni e contributo alla loro eliminazione
  • incremento delle risposte non immunologiche e dei meccanismi di difesa
  • fermentazione dei residui alimentari con produzione di acidi grassi a corta catena e altre sostanze utili

La World Gatroenterological Organization (WGO) ha riportato un quadro delle applicazioni cliniche dei probiotici, cioè di quelle malattie che traggono giovamento dall’utilizzo di probiotici. Tra queste applicazioni, sono elencate: disturbi del colon-retto, costipazione e transito del tratto intestinale irregolare, colon irritabile, diarrea, eradicazione dell’Helicobacter pylori, encefalopatia epatica, malattie infiammatorie croniche intestinali, sindrome dell’intestino irritabile, steatosi epatica non alcolica e malassorbimento di lattosio.

La composizione del microbiota è specie-specifica: i batteri, cioè, hanno l’imprinting umano in quanto si sono evoluti in simbiosi con l’uomo. Come si sta apprendendo, ogni essere umano ha il suo specifico microbiota.

RICORDA:

Non tutti i fermenti sono definibili come “ probiotici” per qualità e azione. Una qualità fondamentale infatti è la capacità che questi devono avere nei confronti dei batteri patogeni di eliminarli e di riequilibrare il sistema che regola tutto l’intestino nella sua complessità.

Inoltre ciò che li rende davvero degni di essere chiamati probiotici è la resistenza ai succhi gastrici, per poter raggiungere intatti l’intestino crasso.

Gli effetti della carenza di probiotici

In mancanza di probiotici, la mucosa gastrointestinale può diventare permeabile in modo anomalo, permettendo il passaggio di sostanze e alimenti non digeriti. Questo provoca l’insorgenza della “disbiosi” (cioè dell’alterazione della flora batterica intestinale) che può portare a disturbi sia a livello intestinale che extra – intestinale (ad esempio l’alterazione della risposta immunitaria e la migrazione di batteri patogeni in altri distretti (es. infezioni urinarie e/o vaginali)).

I disturbi più comunemente correlati alla disbiosi intestinale sono: infezioni recidivanti, emicranie, nevralgie, dermatiti, dermatosi, cistiti, stitichezza, nervosismo e irritabilità, patologie autoimmuni e allergie.


Ippocrate, il padre della medicina, affermava che l’intestino è l’organo da cui dipende la salute di tutto il corpo; curarlo significa dunque avere cura del proprio benessere. Gli studi più recenti confermano questa intuizione del padre della medicina.

I batteri intestinali popolano tutto il tratto digestivo anche se sono più numerosi nel colon; compongono il 60% della massa disidratata delle feci. Le principali specie batteriche che lo popolano sono Lactobacillus, Streptococcus, Bifidobacterium, Enterococcus e Candida.


COME PRENDERSI CURA DEL NOSTRO INTESTINO

Basta introdurre nella nostra alimentazione prebiotici e integratori di probiotici in grado di preservare il nostro microbiota.

Son ricchi di prebiotici le cipolle, l’aglio, gli asparagi, i carciofi, il frumento, la soia, le banane, la cicoria, l’indivia….

Sono invece ricchi di probiotici i cibi fermentati ( yogurt intero bianco,  latte acidofilo, il kefir, la ricotta viva).

Sulla nostra tavola non devono mai mancare yogurt, formaggi fermentati e  prodotti da forno derivati dalla pasta acida (lievito madre). Altri cibi probiotici sono:

  • tè kombucha, una bevanda fermentata, ottenuta da colture di batteri, funghi e lieviti, aceto di mele e zucchero. Al termine del processo di fermentazione viene miscelata con due varietà di tè (quello nero e quello verde)..
  • miso : è una pasta fermentata ottenuta dai fagioli gialli. È piuttosto saporita ed è alcalinizzante. Al miso è attribuita la proprietà di aiutare l’intestino a rimuovere le incrostazioni e a riattivare la peristalsi.
  • kefir : è una bevanda fermentata simile allo yogurt. È apprezzato per il buon contenuto di minerali come il calcio, il magnesio, lo zinco e il fosforo. Non mancano le vitamine del gruppo B e un nutrito battaglione di amminoacidi. Ha la proprietà di stimolare il sistema immunitario e di regolarizzare l’intestino.
  • crauti: sono il risultato della fermentazione del cavolo cappuccio.
  • tempeh :è un lavorato della soia gialla fermentata. Il gusto molto particolare ricorda quello del sottobosco (funghi e noci). La fermentazione ne garantisce la massima digeribilità. È un alimento necessario nell’alimentazione dei vegani, perché contiene fonti apprezzabili  di omega tre e soprattutto di B12 altrimenti difficile da reperibile.
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!