PORTULACA DELL’ORTO

PORTULACA DELL’ORTO!

Mia Suocera ormai si è arresa: basta eliminare le “erbacce“! Tanto ci penso io ad usarle in cucina!!! Ormai non si stupisce più quando mi vede raccogliere tarassaco, malva, farinello, amaranto, portulaca, cicoria…

Oggi vi racconto della portulaca

PORTULACA DELL’ORTO. La pianta

La PORTULACA OLERACEA è una pianta erbacea presente sempre ed ovunque. E’ un’erba grassa di incerta origine (forse asiatica o sudamericana), che cresce spontanea in tutta Italia.

E’ facile trovarla anche in città, spesso in ambienti difficili per altre specie vegetali. Essa infatti riesce a crescere bene anche in terreni poveri di sostanza organica e tendenzialmente rocciosi. Sopporta senza difficoltà i suoli salini, l’aridità, le temperature elevate e il sole diretto.

Nota anche come porcàcchia, soffre molto in substrati freschi e/o pesanti o se sottoposta a temperature inferiori a 10 °C

Specie rustica e resistente, in passato veniva coltivata come alimento dalle classi più povere o utilizzata come mangime per i maiali. In effetti sembra che il termine “Portulaca” derivi dal latino “porcus”, maiale, e significa letteralmente “erba dei maiali”.

Secondo un’altra etimologia, invece, il termine potrebbe derivare dal latino pòrtula, piccola porta. Forse con riferimento alle proprietà lassative oppure per la capsula contenente i semi e che si apre come una coppa con il coperchio.

La parola oleràcea, invece, viene dal latino olus, oleris, e significa ortaglia, ortaggi, ovvero pianta da orto.

Ricordate: nella nomenclatura binomiale latina delle piante, il termine “oleracea” o “oleraceus” ci ricorda che abbiamo a che fare con una pianta commestibile, che è stata coltivata in passato o anche nel presente. 

Infatti la portulaca veniva già coltivata come verdura 2000 anni prima di Cristo nella Mezzaluna Fertile! Ancora oggi alcune nazioni, come Francia o Belgio, la coltivano ad uso alimentare.

Dimenticata praticamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, oggi sta tornando in voga grazie anche alle diete vegetariane e vegane.

In realtà nel Lazio la “porcellana” o”erba fratesca” viene ancora utilizzata per preparare alcune insalate tradizionali, come la “misticanza romana”, un’insalata tradizionale dal retrogusto fresco e acidulo composta da diverse spontanee. In Sicilia, invece, fa parte dell’insalata ferragostana, con pomodori, cipolle e cetrioli, a cui si aggiungono alcune foglie di portulaca fresca.

Alta al massimo 20 cm, ha fiori dal rosso al giallo con varie sfumature, ma può essere anche bianca o lilla. I fusti verdi diventano velocemente rossi dopo la raccolta. Le foglie sono carnose. Ha portamento strisciante che le permette di essere considerata o un ottima tappezzante o una pianta infestante. 

A fioritura si riempie di piccoli fiori giallo-verdognoli a 5 petali, che si aprono col sole pieno e si chiudono nel pomeriggio; successivamente produce una quantità enorme di semi, piccoli e neri.

Pensate: i semi mantengono la capacità germinativa per circa 20 anni!

Vengono dispersi principalmente dalle formiche, il che permette alla portulaca di arrivare in piccole spaccature del terreno e di germinare, quando trova le condizioni giuste, anche dopo venti anni!

PARTI UTILIZZATE:

Si usano foglie e germogli, ottimi per insaporire insalate o minestre. Le sue foglie carnose di colore verde chiaro si raccolgono durante la stagione estiva quando la pianta è più ricca di sostanze nutritive e sali minerali.

Ricordate che la parte aerea va colta prima della fioritura.

I suoi rametti, privati del sottile strato di peluria, possono essere conservati sott’olio oppure al naturale, in salamoia.

PORTULACA DELL’ORTO. PROPRIETÀ TERAPEUTICHE :

Contiene mucillagini, sali minerali (specialmente ossalato di potassio) e vitamine A e C, oligoelementi e tracce di saponine che le conferiscono proprietà rinfrescanti, antiscorbutiche, antinfiammatorie, leggermente diuretiche e coleretiche (favorisce la secrezione di bile).

Mantiene costanti i livelli di glicemia ed è usata come rimedio per emorragie, disturbi gastrointestinali ed emorroidi.

E’ ricchissima di Omega tre, ma sembra che i composti contenuti nel vegetale non siano utilizzabili dall’organismo umano.

La portulaca ha comunque effetti positivi sull’apparato digerente, svolgendo un’azione lenitiva contro l’acidità di stomaco e prevenendo la comparsa di ulcere grazie alla capacità di rafforzare e proteggere le mucose interne.

Inoltre l’elevata concentrazione di vitamina C e di polifenoli donano a questa pianta un elevato potere antiossidante.

La portulaca, però, contiene anche buoni quantitativi di acido ossalico, un composto che può portare alla formazione di calcoli renali.

PORTULACA DELL’ORTO: IN CUCINA

Della portulaca si può consumare tutta la parte aerea, ossia foglie, fusti e fiori, sia crudi che cotti o anche messi sott’aceto, in salamoia o sott’olio.

Le foglie, carnose come quelle di molte “piante grasse”, hanno un sapore acidulo e si possono consumare crude in insalata, oppure cotte, sole o con altre verdure, variamente condite.

Oltre che in insalata, potete usarla cruda anche per pesti e salse. Come detto in precedenza, la portulaca è ricchissima di mucillagini, che la rendono utile per addensare zuppe e creme.

Le stesse mucillagini le conferiscono anche alcune delle sue proprietà officinali, in particolare quelle antinfiammatorie, emollienti, rinfrescanti, attive sia per uso interno che esterno.

Ad esempio, potete usare la portulaca per preparare una maschera per il viso o un colluttorio fresco, per lenire mucose e gengive.

La portulaca è un ingrediente presente in moltissimi piatti tradizionali, a dimostrare l’importanza che aveva questa pianta nella cultura popolare di un tempo.

Come dicevamo, della pianta si consumano i fusti e le foglie carnose, che hanno un sapore acidulo e fresco.

Abbiamo già detto che rientra tra gli ingredienti della misticanza romana, che comprende diverse erbe spontanee, come rucola, indivia, crescione, pimpinella, cicoria selvatica, finocchietto, tarassaco, raperonzolo, papavero, piantaggine, crespino comune, agretti, cerfoglio, erba di San Lorenzo e, ovviamente, portulaca.

Ricordiamo ancora che in Sicilia la purciddana (portulaca in siciliano) viene usata per preparare l’insalata ferragostana, per dare sapore a pomodori, cetrioli e cipolle.

In Inghilterra è invece famosa una ricetta, di cui era ghiotto Carlo II, che comprende foglie di lattuga, fiori di borragine, petali di calendula e cerfoglio,  foglie di portulaca tritate. Il tutto è condito poi con olio e succo di limone.

Oggi può capitare di trovare la portulaca anche in alcuni ristoranti, presente in numerosi piatti. Fritta in pastella, in frittate, oppure abbinata a yogurt e pomodoro.

Potete anche lessarla per accompagnarla con cipolle gratinate e patate bollite.

RICORDA:

Non bisogna abusare nel consumo poiché questa pianta è ricca di ossalati che ad alte dosi sono dannosi per i reni.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!