POLITICA AMERICANA… di Mattia Ferraresi

UN LIBRO AL GIORNO prosegue con un breve saggio, POLITICA AMERICANA, che avevo già letto poco prima delle elezioni americane del 2016 e che ho riletto in questi giorni.

Politica americana. Una piccola introduzione

Mattia Ferraresi

Editore: Luiss University Press

Anno edizione: 2016

Pagine: 126 p., ill.

POLITICA AMERICANA. Descrizione

Questa piccola introduzione cerca di spiegare su quali basi, e per mezzo di quali pratiche e istituzioni politiche, sia nata e si sia sviluppata l'”eccezione” americana.

Il libro racconta, dalle origini a oggi, le appassionanti vicende dell’apparentemente perfetto sistema bipartitico, mostrando come esso in realtà sia emerso da controversie e aggiustamenti progressivi, e come i due grandi partiti – quello Repubblicano e quello Democratico – non esauriscano in realtà il quadro delle formazioni politiche statunitensi.

Il libro racconta inoltre il funzionamento del sistema elettorale e analizza i poteri del Presidente, del Congresso e della Corte Suprema degli Stati Uniti.

POLITICA AMERICANA. L’AUTORE

Mattia Ferraresi è nato in Lombardia ma è di Modena. Vive a New York con la moglie e due figli e racconta l’America come corrispondente per «Il Foglio».

Suoi articoli sono apparsi su «Panorama», «Rolling Stone», «Il Giornale» e altre testate.

È coautore di Obama. L’irresistibile ascesa di un’illusione (2010). E’ autore di Politica americana. Una piccola introduzione (2016) e La febbre di Trump (2016).

POLITICA AMERICANA. LA MIA OPINIONE

Il breve saggio cerca di spiegare in modo semplice su quali basi e per mezzo di quali pratiche ed istituzioni sia nato e si sia sviluppato l’insolito esperimento politico rappresentato dagli Stati Uniti.

«L’America è una novità senza precedenti né antecedenti»

CAPITOLO 1: I PARTITI POLITICI

La prima parte del libro esamina l’evoluzione storica del bipartitismo. L’attuale sistema BIPARTITICO, spesso dipinto come un “bipartitismo perfetto”, in realtà è il prodotto di un complesso processo storico. Che ci lascia perplessi. Infatti scopriamo che Repubblicani e Democratici hanno condiviso un’evoluzione interdipendente. In effetti, sono entrambi eredi di un unico partito, il Democratic- Republican, fondato da Thomas Jefferson.

«IL NEMICO MORTALE DELLA NAZIONE E’ LA FAZIONE»

Secondo Madison, presidente dal 1809 al 1817 e considerato il padre della Costituzione:

“la fazione è la minaccia più insidiosa per la comunità, è la parte che pretende di essere il tutto, e che sia costituita da una minoranza armata o da una maggioranza legittimata dal voto popolare fa poco differenza”.

Per questo, secondo Ferraresi, il bipartitismo è un tradimento dello spirito originario dei Padri Pellegrini, che volevano una nazione unita nella molteplicità.

La ricostruzione storica del’evoluzione dei due partiti è interessante e ben scritta. Mette in evidenza, in modo chiaro e semplice, i vari passaggi che hanno portato all’attuale situazione americana, con l’assurdo dell’Election Day dell’8 Novembre 2016.

Infatti, nonostante la vittoria di Donald Trump, abbiamo assistito ad un paradosso. Hilary Clinton ha ricevuto, infatti, più voti di quelli ricevuti dal tycoon newyorkese.

Una distorsione che per noi europei è sconvolgente, ma che invece è perfettamente conforme alle dinamiche elettorali americane. Proprio queste dinamiche sono illustrate dall’autore nella parte centrale del libro.

CAPITOLO 2: IL SISTEMA ELETTORALE

Il sistema elettorale statunitense è imperniato su due momenti principali: le primarie e le elezioni generali.

Come ricorda Ferraresi, la Costituzione americana non accenna all’esistenza di partiti politici né tanto meno a regolamentare i meccanismi di voto; le primarie si sono consolidate come

 “uno dei molti rituali della vita civile americana” (p. 77).

In pratica, nel corso delle convention dei vari Stati, vengono scelti i candidati dei due partiti per la corsa alla Casa Bianca. Non vi annoio con i vari meccanismi, diversi per ciascuno dei 50 Stati del’Unione. Vi segnalo un articolo che ne parla. Cliccate QUI.

A differenza delle primarie, le elezioni presidenziali sono invece codificate a livello costituzionale. Il voto indiretto è esercitato dai “grandi elettori” riuniti nel collegio elettorale nazionale.

Oggetto di severe critiche e proposte di riforma, il collegio elettorale viene spesso considerato la causa di molti mali che affliggono la democrazia americana. Resta però il principale garante dell’autonomia di ogni singolo organo dell’Unione.

CAPITOLO TRE: I POTERI

Nella terza ed ultima sezione Mattia Ferraresi traccia una panoramica sul ruolo e sulla crescente interdipendenza tra i tre detentori del potere politico: il Congresso, il Presidente e la Corte Suprema.

Il Congresso è l’organo che detiene il potere legislativo ed è cpmposto dai rappresentanti eletti direttamente dal popolo

I Padri Costituenti crearono un sistema  di checks and balances, cioè di CONTROLLI E CONTRAPPESI, per legare i tre poteri l’uno all’altro. Per questo fu concepito il potere di impeachment, affidato a Camera e Senato per la messa in stato d’accusa del presidente, oltre ovviamente all’esercizio del potere legislativo.

LO SPEAKER DEL CONGRESSO

Viene illustrata poi una figura tipicamente americana, che rappresenta la terza carica dello Stato dopo presidente e vice-presidente. Lo speaker del Congresso è il regista dei lavori alla Camera. Rappresenta inoltre i meccanismi di negoziato e compromesso che inquadrano la particolare natura del Congresso.

…E LA CORTE SUPREMA

In chiusura, una piccola digressione sulla Corte Suprema. Questo organo collegiale ha avuto un ruolo fondamentale nell’indirizzare la politica americana. Ad essa si devono numerose sentenze storiche. Ricordiamo quelle sull’aborto e sul matrimonio omosessuale nel 2015.

A livello costituzionale, il potere giudiziario era stato concepito come il più debole. La storia ha mostrato invece come abbia avuto un ruolo decisivo nel plasmare i tratti fondamentali della società americana:

“il tempo ha confermato che il potere di interpretare la Costituzione poteva avere effetti enormi sull’organizzazione della società. Non deve stupire, dunque, se le nomine della Corte Suprema sono eventi che scatenano passioni politiche dirompenti […]” (p. 123).

CONCLUDENDO

Il breve saggio ha il pregio di introdurre numerosi argomenti, chiarendo diversi aspetti della politica americana. Non è certamente un libro completo, ma sta poi ad ognuno di noi approfondire eventuali argomenti di maggiore interesse.

Se volete saperne di più su come funziona il Sistema Americano, ve lo consiglio. Si legge in un paio d’ore e fornisce una buona infarinatura sulla democrazia più ammirata e più controversa del mondo

VOTO: 8/10

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!