PIANTE GRASSE SENZA PROBLEMI

REC 2217 : PIANTE GRASSE SENZA PROBLEMI

PIANTE GRASSE SENZA PROBLEMI

Alberto Massa Saluzzo

Editore: De Vecchi

Collana: Il nuovo giardino

Anno edizione: 2010

Pagine: 128 p., ill.

Genere: saggi, manuali

PIANTE GRASSE SENZA PROBLEMI : descrizione (da ibs.it)

Un volume di riferimento per coltivare con successo le piante più apprezzate dagli italiani. Si possono conoscere forme e caratteristiche delle diverse specie, i luoghi di origine, la loro capacità di adattamento.

E’ possibile analizzare le caratteristiche dell’ambiente dove verranno inserite le piante grasse e indirizzarsi alla scelta delle specie che si intendono coltivare

PIANTE GRASSE SENZA PROBLEMI : lo schema dell’opera

  • distribuzione geografica
  • Luoghi di origine e capacità di adattamento
  • morfologia
  • Forme e dimensioni › Il fusto carnoso › Le foglie carnose › La radice › Le spine › I fiori
  • esigenze ambientali
  • temperatura › L’esposizione alla luce
  • ambientazioni
    • Nei luoghi chiusi
    • Sul terrazzo
    • Nel giardino
    • La composizione in ciotole
  • Coltivazione :
    • La scelta della piantina
    • Il contenitore
    • Il substrato
    • La rinvasatura
    • Le annaffiature
    • concimazione
    • potatura
  • Riproduzione e moltiplicazione
  • La semina › Tecniche di moltiplicazione
  • Danni fisiologici e malattie
  • Gli errori colturali
    • Le malattie
    • infestazione da parassiti
  • Scelta delle specie
  • Cactacee e altre succulente

PIANTE GRASSE SENZA PROBLEMI: breve riassunto e commento personale

Una guida molto utile per chi ama le piante grasse, che ci permette di apprezzare ancora di più queste straordinarie amiche! Io adoro le piante grasse, tra l’altro le uniche a sopravvivere al mio pollice nero, a parte le aromatiche.

Sin da piccola trovo affascinanti queste amiche e il libro ci permette di conoscerle davvero molto bene, per apprezzare ancora meglio la loro capacità di adattamento alle condizioni ambientali più disperate!

E cominciamo da subito ad imparare. Infatti nell’introduzione ci viene subito chiarito che non di piante grasse si dovrebbe parlare ma di “piante succulente”, ovvero “provviste di succo”.

Nel gruppo rientrano tante famiglie botaniche; la più conosciuta è quella delle CACTACEE, ma vi sono piante completamente differenti dai cactus, spesso presenti nelle nostre case e nei nostri giardini.

Ci viene poi spiegato che la caratteristica comune a tutte le piante grasse è la formazione di strutture particolari in grado di immagazzinare acqua. Tali strutture consentono la sopravvivenza anche in condizioni di calura estrema o di siccità prolungata nel tempo.

Grazie alle loro incredibili capacità di adattamento, in natura le piante grasse si sono diffuse anche in ambienti difficilissimi e inospitali. Le troviamo nel subdeserto africano ma anche nelle fredde regioni semidesertiche montagnose sudamericane, nelle pianure aride centroamericane e addirittura nelle foreste pluviali dove l’umidità è elevatissima.

Mentre le piante grasse in generale sono diffuse in tutto il mondo , e in modo particolare in America e in Asia , le Cactacee sono presenti in natura solamente nelle Americhe.

Molte piante grasse tipiche del Sudamerica possono superare indenni anche periodi con temperature inferiori a 0 °C.

La pianta “comprende” anticipatamente il momento di entrare in riposo vegetativo e per questo raggrinzisce temporaneamente liberando l’acqua in eccesso, in maniera da evitarne il congelamento. In altri casi la pianta riesce a mettere in atto accorgimenti di protezione termica.

Scopriamo poi le differenti specie e le loro caratteristiche, per comprendere meglio come trattare al meglio le nostre ospiti e garantire loro le migliori condizioni di vita.

Grazie a queste conoscenze, possiamo apprezzare ancora di più i loro fiori, espediente messo in atto per attirare gli insetti che provvedano all’impollinazione.

La fioritura di una pianta grassa è uno spettacolo affascinante e ricco di contraddizione: massicce e rigide nelle forme, al momento della fioritura esse sono in grado di esprimere una grazia insospettabile.

Molto interessanti le considerazioni su come scegliere il contenitore adatto per accogliere le succulente.

Ho trovato davvero utili le considerazioni dell’autore, che mi hanno permesso di salvare da morte certa alcune delle mie piante cresciute davvero tantissimo! Utilissime anche le considerazioni sul tipo di terriccio da utilizzare, che mi hanno chiarito parecchi punti.

Ho per esempio imparato a rinvasare correttamente le mie piante grasse, scoprendo ad esempio che, dopo averne accorciato le radici, è bene non bagnare le piante per qualche giorno, permettendone all’asciutto la corretta cicatrizzazione.

Ancora, ho appreso che non dovremmo utilizzare il sottovaso. Anche se dobbiamo utilizzarlo, per evitare “macelli”, almeno ricordiamoci di sgombrarlo se vi troviamo acqua in eccesso fuoriuscita dal foro sul fondo del vaso.

Durante il periodo estivo, poi, le piante collocate in giardino non richiedono annaffiatura, poiché sono in grado di procurarsi direttamente dal terreno la quantità di acqua di cui necessitano

Riguardo alle annaffiature, ci vengono dati tantissimi utili consigli, che vengono sintetizzati in queste “regole”

  • Meglio non bagnare per un lungo periodo piuttosto che bagnare troppo abbondantemente.
  • Preferibile bagnare con poca acqua più volte piuttosto che bagnare con dosi elevate in una volta sola.
  • Lasciamo asciugare sempre il terriccio fra un’annaffiatura e la successiva.

Naturalmente, le annaffiature vanno differenziate in base a :

    • stagione, considerando i periodi di vegetazione oppure di riposo della pianta ;
    • luogo di origine di ogni specie, verificandone la provenienza ( desertica oppure foresta umida );
    • collocazione delle piante ( giardino, casa, serra…) ;
    • dimensioni del contenitore e materiale con cui è realizzato

Il momento migliore per innaffiare è quando l’aria è fresca, quindi mattina presto oppure tardo pomeriggio. Oltre a bagnare il terriccio, spruzziamo acqua sul fusto e sulle foglie, simulando la rugiada.

Troviamo poi un calendario delle operazioni colturali da eseguire nelle varie stagioni e ci viene insegnato come moltiplicare le piante: talea, divisione o innesto.

Ovviamente quasi tutta la seconda parte è dedicata alla descrizione delle varie specie, per sceglierle e coltivarle in maniera opportuna.

Ho scoperto di avere tante specie diverse. Bellissimo il mio Astrophytum senile o il mio Ariocarpus fissuratus e l’Ariocarpus trigonus.

Chi lo sapeva: gli Ariocarpus sono severamente minacciati d’estinzione e per questo il commercio legale delle piante raccolte in natura è vietato.

Insomma, se andate in Messico, da cui provengono, non potete raccoglierli e portarli a casa!

Io li ho acquistati anni fa al mercato settimanale del mio paesello e da allora crescono felici nei miei vasi, regalandoci i loro spettacolari fiori!

Ma anche il mio Cereus peruvianus, nelle due tipologie. E non manca il classico “cactus del deserto”: Copiapoa

L’ultimo arrivato è questo Echinocactus grusonii, meglio noto come “cuscino della suocera”!

Le mie preferite sono le Gymnocalycium ma voglio procurarmi lobivia e mamillaria. Lo sapevate che Il latte che producono alcune varietà di Mammillaria viene usato dai nativi d’America per curare le malattie legate all’orecchio, come la sordità o il semplice mal d’orecchio.

Un’altra delle mie cactacee. il mio fico d’india, della famiglia delle Opuntia, quest’anno mi ha regalato anche belle ricette in cucina… e non ve la tiro più per le lunghe con tutte le mie piante “succulente”. 

Insomma, un libro che dovete assolutamente avere:

VOTO : 10 / 10

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!