PASQUA IN BASILICATA

PASQUA IN BASILICATA. Tradizioni religiose e popolari si mescolano

La Lucania è terra di grandi tradizioni, sopravvissute nei secoli grazie alla particolare conformazione del territorio. Durante la Settimana Santa si può assistere a numerose celebrazioni, tutte molto particolari. Scopriamole insieme

PASQUA IN BASILICATA. TRADIZIONI RELIGIOSE

Tutti i numerosi eventi che si organizzano in Basilicata per le celebrazioni della Settimana Santa sono arricchiti dalla commistione tra religione e cultura pagana. Insieme ai personaggi della tradizione cristiana, infattim nelle Via Crucis di questa regione compaiono figure che provengono dal mondo pagano: la Zingara e la Zingarella che rappresentano il male e il peccato, il Moro e il Moretto emblemi di ciò che non è cristiano e ancora il Malvo che fustiga i presenti perché colpevoli di aver ucciso Gesù.

La prima cittadina ad aprire i Riti della Settimana Santa è Ripacandida, dove è possibile assistere alle celebrazioni e ai diversi riti di rappresentazione già durante la Domenica delle Palme

Il Martedì Santo a Rapolla si svolge una sentita rappresentazione della Passione di Cristo. Vengono allestiti palchi dove vengono rappresentati tutti i momenti che caratterizzano la Passione di Gesù, dalla condanna fino alla  Crocifissione.

Sempre a Rapolla, il Venerdì Santo, si svolge una suggestiva fiaccolata. Tra le stradine del centro storico, illuminate dai bagliori delle candele,  sfilano le statue della Madonna e di Gesù, portate in spalla da giovani e anziani del posto.

Il Venerdì Santo, tra le molte altre, vanno segnalate le processioni di Venosa, Rapolla, Maschito e Barile al Venerdì santo. A chiudere le danze è, infine, Rionero in Vulture al Sabato santo.

VIA CRUCIS DI BARILE

La Via Crucis più antica della Basilicata è quella che si svolge a Barile. risale infatti alla metà del ‘600. E’ conosciuta anche a livello nazionale perché  Barile è uno dei paesi di origine “arbëreshë”, cioè albanesi, insieme a Maschito e Ginestra (nel Vulture) e S. Costantino Albanese e S. Paolo Albanese (ai piedi del massiccio del Pollino).

Ciò che rende peculiare la Via Crucis di Barile è la commistione tra il tema della Resurrezione nella religione cattolica e la cultura albanese che ”popola” questa rappresentazione di figure singolari.

117 figuranti, suddivisi in 25 gruppi, tra cui i farisei, le donne, gli apostoli, i centurioni a cavallo, tre bambine vestite di bianco e  33 ragazze vestite di viola, a rappresentare gli anni della vita di Cristo.

.A Barile, coerentemente con l’origine albanese, uno dei principali figuranti nella Via Crucis è la “Zingara”, di solito la più bella ragazza del paese, che veste un abito tradizionale albanese ed è ricoperta da gioielli prestati dalle famiglie più abbienti (un chiaro richiamo quindi al popolo fondatore della cittadina).

La Zingara è un simbolo negativo e rappresenta la lussuria. 

E’ l’unica a non soffrire nel vedere il Cristo sofferente. Secondo la tradizione, fu proprio la Zingara a fornire ai soldati i chiodi con cui le mani ed i piedi di Gesù sono stati trafitti. 

Oltre alla Zingara, nella processione di Barile compare un altro personaggio caratteristico, il Moro, che rimanda alle origini albanesi della cittadina, quando una colonia di albanesi, per sfuggire all’invasione dei Turchi, giunse in Basilicata.

Nel solco del richiamo alle origini, il personaggio della “Zingara” è presente anche nella Via Crucis vivente che si svolge a Maschito; ma anche a Rapolla, Rionero e Ripacandida, pur non avendo la stessa origine, la “Zingara” è uno dei personaggi chiave della Sacra Rappresentazione.

VIA CRUCIS DI MASCHITO

Maschito, la Via Crucis lungo le strade della città si svolge il Venerdì Santo. La villa comunale diventa l’ambientazione dell’orto degli ulivi. Nella processione compaiono tre personaggi singolari: la donna con il gallo, che simboleggia il tradimento di Pietro, e due zingare, una rappresentante la ricchezza e la cattiveria e l’altra invece la povertà.

La zingara ricca, nel momento in cui Gesù cade con la croce, gli butta i ceci, in segno di scherno

SETTIMANA SANTA DI MONTESCAGLIOSO

Secondo una antica tradizione, per le strade del paese vengono esposte per quaranta giorni sette pupazze nere ed una bianca, realizzate con stoffe e abiti in disuso, simili alle quaremme salentine.

Le pupe in nero rappresentano le sette settimane della Quaresima e sono di diversa statura; la maggiore (prima settimana) e la minore (ultima settimana) fino ad arrivare all’unica pupa bianca, che rappresenta la Pasqua. Ad ognuna di queste pupazze viene dato un nome: Anna, Susanna, Rebecca, Rebanna, Pasqua, Pasquaredda, Palma e Pasquairanna.

La Settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme e la tradizionale benedizione delle Palme e dei ramoscelli di ulivo; la sera del Giovedì Santo poi, vi è la celebrazione della S. Messa in Coena Domini, nel corso della quale avviene la tradizionale lavanda dei piedi.

Il Venerdì Santo si svolge la processione dei Misteri per le vie cittadine.

Alcune tradizioni sono scomparse col tempo, come ad esempio quella che prevedeva che il Sabato Santo a mezzogiorno venisse rappresentata nelle chiese la “caduta dei Giudei” che accompagnava la resurrezione di Cristo.
Ad un certo punto della Messa i presenti facevano un grande rumore, simulando il terremoto, e da dietro una tenda appariva la statua del Cristo Risorto con le guardie giudaiche cadute per terra.

SABATO SANTO A RIONERO IN VULTURE

Nella rappresentazione che si svolge in questo bellissimo paese lucano, vengono narrati tutti i fatti salienti della Passione di Cristo, dall’arrivo a Gerusalemme fino alla Resurrezione.

Il corteo è composto, oltre ai personaggi comuni a tutte le rappresentazioni, da un gruppo numeroso di fanciulle che rappresenta gli Angeli della Resurrezione.

Anche nella processione di Rionero compaiono il Moro e la Zingara, che rappresentano rispettivamente l’ignoto e il male, inteso come ricchezza e potenza economica che corrompe.

Altri due personaggi sono caratteristici della Via Crucis di questo comune:

  • Malco, che “fustiga” le persone, rimproverandole della loro cecità e della grave colpa che hanno commesso nel condannare Gesù
  • Giuda, che vaga irrequieto nella processione, seguito dalla bella figura della Tentazione, che rappresenta il Demonio

PASQUA IN BASILICATA. LA FESTA A TAVOLA

 

La Basilicata, come ogni altra regione d’Italia, è ricca di tradizioni culinarie legate alla Pasqua.

Le tipiche ricette lucane pasquali riuniscono di solito tre elementi simbolici: le uova, il formaggio e le primizie primaverili.

Va sottolineato che in Basilicata la Pasqua si festeggia con il Piccillato, una tradizionale ciambella intrecciata, il cui impasto a base di vino bianco, è impreziosito dalle mandorle e decorato con uova sode. Io ne ho realizzato una versione “di prova”, senza uova, e devo dire che sono rimasta stupita dal particolare impasto.

Molto amata è anche una tipica torta salata impastata con farina, uova, strutto e ripiena di formaggio pecorino e salame, la Torta salata di Pasqua. Viene solitamente servita come antipasto

PER LA RICETTA CLICCATE QUI

Un altro antipasto tipico è il Tortino di patate e asparagi.

PER LA RICETTA DEL TORTINO, CLICCATE QUI

Io ne ho preparato una versione con le zucchine. Vi posterò la ricetta nei prossimi giorni

 

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!