Nube Mortale. Young Sherlock Holmes Vol 1

Analizziamo meglio i singoli volumi della serie dedicata da Andrew Lane al giovane Holmes. Cominciamo da NUBE MORTALE.

Young Sherlock Holmes. I libri della serie:

 

 

Nube mortale. Young Sherlock Holmes

Andrew Lane

Traduttore: A. Carbone

Editore: De Agostini

Anno edizione: 2012

Pagine: 315 p.

Descrizione

Inghilterra, 1868. Le giornate del giovane Sherlock sono straordinariamente monotone: in collegio riceve un’istruzione classica e lezioni di buone maniere per diventare un cittadino modello dell’Impero britannico.

Per lui si prospetta un’estate noiosissima, ospite nella tenuta dei suoi eccentrici zii, fino a quando un misterioso omicidio non viene a turbare la tranquillità della campagna inglese.

I cadaveri di due uomini, ritrovati a breve distanza l’uno dall’altro, sono ricoperti di strane pustole che farebbero pensare a un’epidemia, se non fosse che la causa della loro morte non ha nulla di naturale.

Incurante del pericolo e incoraggiato dal suo precettore, un americano dal passato di “cacciatore di taglie”, Sherlock inizia a investigare per portare alla luce un diabolico piano di distruzione. Comincia così la sua prima sfida contro uno dei suoi più acerrimi e geniali nemici, dove rapimenti, inseguimenti e sabotaggi si susseguono a ritmo incalzante.

NUBE MORTALE. BREVE RIASSUNTO

Nel cortile del Collegio maschile Deepdene centinaia di allievi aspettano che i genitori li portino via per le vacanze. Fra loro, il giovane Sherlock Holmes aspetta impaziente che il padre, Siger, lo porti lontano dall’odiata scuola, dove è costretto a barcamenarsi tra bulli e professori ottusi.

Ma non è il genitore a raggiungerlo. A sorpresa, è il fratello maggiore Mycroft che Sherlock trova ad attenderlo nell’ufficio del preside Tomblinson:

«Papà non verrà. Il suo reggimento è stato dislocato in India…Ci sono stati alcuni disordini nella regione della frontiera…Quando abbiamo rilevato il Paese dalla Compagnia delle Indie Orientali, i soldati di stanza laggiù sono tornati sotto il controllo dell’esercito ed hanno scoperto che il nuovo regime è molto più rigido di quello a cui erano abituati».

Se c’è una cosa che Sherlock apprezza del fratello, è che

«dava sempre una risposta precisa ad una domanda precisa, senza indorare la pillola».

Dunque il giovane Holmes non andrà a casa: la madre è di salute troppo cagionevole per occuparsi di lui, la sorella Charlotte «beh…è Charlotte» e Mycroft non può tenerlo a Londra con sé.

HOLMES MANOR, FARNHAM

Sherlock viene così spedito in una tenuta di campagna dagli zii paterni, Sherrinford e sua moglie Anna. Due perfetti sconosciuti per Sherlock. Infatti i due fratelli hanno interrotto i rapporti molti anni prima e lui non ne ha mai sentito parlare. Ad accogliere il ragazzo  è la governante, Eglantine:

«aveva il viso sottile e tirato, le labbra strette e gli occhi socchiusi, come se quel giorno qualcuno le avesse sostituito il tè con una tazza di aceto»

Sherlock già s’immagina di morire di noia. Invece, esplorando i dintorni, conosce Matty Arnatt, un piccolo vagabondo più o meno della sua età, che vive da solo su una chiatta, che si rivela interessante e pieno di risorse.

Nemmeno il tempo di ambientarsi che Mycroft gli manda un istitutore, Amyus Crowe. L’uomo dice di venire da Albuquerque, Nuovo Messico, negli Stati Uniti e ha il compito di seguire la sua istruzione. Sherlock

«Non sapeva molto dell’America, tranne che era stata colonizzata dall’Inghilterra oltre due secoli prima, che si era ribellata al governo inglese un centinaio di anni dopo e che i suoi abitanti erano persone indipendenti e sfacciate»

Amyus risulta subito simpatico a Sherlock: è un tipo originale, simpatico, ben diverso dai professori inglesi ingessati e compassati, e in più ha una splendida figlia, Virginia, alle cui grazie Sherlock si mostra sensibile, per quanto lo possa essere un adolescente timido e solitario.

Prima lezione a spasso nei boschi.

Crowe spiega a Sherlock i cardini di quello che poi diventerà il metodo di indagine tipico dell’investigatore da adulto

«Si può dedurre tutto quello che si vuole, ma le deduzioni non servono a niente se non sono accompagnate dal sapere. La mente è come un filatoio che ruota invano all’infinito se non viene alimentato; le informazioni sono la base del pensiero razionale…Immagazzina nella mente il maggior numero possibile di dati…sono tutti potenzialmente importanti»

Passeggiando insieme a Crowe nei boschi, i due si imbattono in un cadavere. Una nube fumante si leva dal corpo e il volto è orribilmente sfigurato da pustole sanguinolente. La versione diffusa è che si tratta di una malattia contagiosa, ma Sherlock ha concrete ragioni per pensarla altrimenti.

LA PRIMA INDAGINE DI SHERLOCK HOLMES

Ha ben presente la saggia osservazione di Mycroft:

«Teorizzare senza prove è un errore madornale»

Deve quindi raccogliere informazioni a sostegno della sua ipotesi. Secondo lo zio Sherrinford:

«La curiosità va incoraggiata. Essa, insieme alla nostra anima, è ciò che ci distingue dagli animali»

L’istinto investigativo comincia a svegliarsi! Sherlock si trova così coinvolto in un affare in cui in gioco è addirittura il futuro dell’Inghilterra. A tessere la complicata trama è un uomo senza scrupoli,  che tutti chiamano “il Barone”. Sherlock scopre che si tratta di un nobile francese, Maupertuis, che odia gli Inglesi, contro cui ha combattuto durante la Guerra di Crimea.

Ad appoggiare il suo piano di vendetta, un misterioso circolo, la PARADOL CHAMBER…

NUBE MORTALE. LA MIA OPINIONE

Andrew Lane prova a dare una risposta ai molti interrogativi lasciati aperti da Conan Doyle, nei cinquantasei racconti e nei quattro romanzi dedicati al nostro detective preferito. Com’era Sherlock prima di fare la sua apparizione in Uno studio in rosso? Aveva degli amici, si era mai innamorato? Cosa gli ha suscitato la passione per l’indagine deduttiva?

L’autore prova a ricostruire l’ infanzia, la famiglia, gli studi di Sherlock e a ricreare i precedenti che determineranno alcune delle caratteristiche salienti dell’adulto.

Drogato con il laudano dai servi del Barone che lo hanno rapito, Sherlock fa strani sogni per i quali al risveglio prova una sorta di rimpianto. Potrebbe essere questo ad aver fatto scattare la propensione per gli stupefacenti che svilupperà da adulto? Forse.

Di certo il ruolo giocato dalle api in questo intricato caso può spiegare perché, ormai anziano, si sia ritirato nel Sussex per dedicarsi all’apicoltura.

Un libro per ragazzi che piacerà anche agli adulti. Sicuramente la scrittura è molto semplice, adatta a un pubblico giovane a cui dedicata la lettura. Spesso si trovano nozioni di chimica e medicina, sempre chiarite, come se la formazione non sia dedicata solo al giovane Sherlock, ma anche al lettore. Sicuramente un punto di forza del romanzo (e della serie)

VOTO : 7/10

CURIOSITÀ

Sembra che il nome pensato da Doyle per il suo bizzarro protagonista fosse Sherrinford. Lo scrittore però cambiò idea, secondo alcuni colpito dal nome di un giocatore di cricket – Sherlock, appunto. Sir Arthur era in effetti un grande appassionato di cricket.

APPROFONDIMENTI STORICI

Nella serie si fa spesso riferimento alla situazione indiana. In particolare, il padre di Sherlock aveva già partecipato alla repressione della Rivolta dei Sepoy (il nome con cui erano chiamati i soldati indiani arruolati nell’esercito britannico). Per saperne di più, clicca QUI.

Si fa pure cenno alla terribile Guerra di Crimea, che vide l’intervento anche delle truppe piemontesi. Infatti l’alleanza diplomatica tra Francia e Austria   aveva preoccupato Camillo Benso Conte di Cavour che contava proprio sull’aiuto di Napoleone III per l’espansione del regno nella pianura padana, ai danni dei possedimenti asburgici.

Sia la Francia sia l’Inghilterra, inoltre, avevano rassicurato Vienna sul fatto che non avrebbero consentito alcun colpo di mano dell’esercito sardo in Lombardia mentre le truppe austriache erano occupate in Valacchia e Moldavia.

Per rompere questo pericoloso asse diplomatico e per presentare la questione italiana in un consesso internazionale vantaggioso, Cavour decise di entrare direttamente in guerra al fianco degli alleati, nonostante l’opposizione di un’opinione pubblica contraria a un’avventura militare completamente estranea agli interessi sabaudi. L’intervento sardo, oltretutto, fu direttamente sollecitato dal governo di Londra, segretamente preoccupato dell’impegno francese in Crimea e delle conseguenti pretese che Napoleone III avrebbe potuto accampare una volta al tavolo delle trattative di pace.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!