NOVE MAGGIO 1978 – 2018 . ALDO MORO

NOVE MAGGIO. 40 ANNI DAL DELITTO DI ALDO MORO

Come ormai saprete, oltre che di cucina e libri gialli, sono anche una grande patita di “fatti storici”. In particolare, mi piace approfondire avvenimenti degli ultimi 40 anni.

Infatti alcuni eventi, come il terribile omicidio di Aldo Moro, sono impressi indelebilmente nella mia memoria di bambina, che ascoltava i discorsi degli adulti e immagazzinava i loro stati d’animo e le loro sensazioni, pur senza comprenderle.

Da “grande”, ho provato a comprendere quei fatti e quindi leggo una marea di libri sulla storia della nostra Italia.

Di solito mi astengo da discorsi troppo seri, ma oggi volevo parlarvi da alcuni dei libri che hanno parlato dei 55 giorni di prigionia di Moro e dei 40 anni di processi che sono seguiti.

Per provare a comprendere un pochino meglio questa nostra pazza patria.

NOVE MAGGIO. 16 marzo : il rapimento

Come sappiamo, Aldo Moro fu rapito il 16 marzo 1978 e ucciso il 9 maggio successivo dalle Brigate Rosse.

Tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959). Fu più volte ministro; cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guidò governi di centro-sinistra (1963-68), promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta strategia dell’attenzione verso il Partito Comunista Italiano.

Il 16 marzo 1978 era il giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti. Mentre si recava alla Camera dei deputati, l’auto di Moro fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse, all’incrocio tra via Mario Fani e via Stresa.

Gli uomini delle Brigate Rosse sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana, dopo aver ucciso

i cinque uomini della scorta:

  • Domenico Ricci
  • Oreste Leonardi
  • Raffaele Iozzino
  • Giulio Rivera
  • Francesco Zizzi

NOVE MAGGIO. 55 giorni di prigionia

Dopo una prigionia di 55 giorni, durante la quale Moro fu sottoposto a un processo politico da parte del cosiddetto «tribunale del popolo» istituito dalle Brigate Rosse e dopo aver chiesto invano uno scambio di prigionieri con lo Stato italiano, Moro fu ucciso.

Il suo cadavere fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, a poca distanza dalla sede nazionale del Partito Comunista Italiano e da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana.

NOVE MAGGIO. I LIBRI

Ieri sera, in TV, hanno dedicato un’intera serata a ricordare questi eventi ed io, di solito, prima di guardare documentari o film storici mi rileggo i libri che ho sull’argomento. Così ho fatto anche questa volta.

Di seguito, i libri che ho riguardato prima di guardarmi la registrazione del programma TV

 

MANLIO CASTRONUOVO :

VUOTO A PERDERE. Le Brigate Rosse, il rapimento, il processo e l’uccisione di Aldo Moro

Editore: Besa

Pagine: 608

Prima Pubblicazione : 26/04/2007

DESCRIZIONE (DAL SITO DELL’EDITORE)

Le Brigate Rosse pensavano che lo Stato avrebbe pagato qualsiasi prezzo per riavere indietro uno dei suoi cavalli di razza, ma si resero conto che ciò che era rimasto nelle loro mani era una persona per la quale nessuno, tranne la propria famiglia, era più disposto a corrispondere alcun sacrificio. E furono costrette a sbarazzarsene.

Nelle pagine di Vuoto a perdere Manlio Castronuovo ricostruisce, attraverso una ricca documentazione, uno degli eventi più drammatici e significativi della storia d’Italia.

La struttura modulare dell’opera e un linguaggio accessibile a tutti, lontano da inutili tecnicismi, consentono sia ai lettori più esperti sia a chi si avvicina per la prima volta all’affaire Moro di muoversi agevolmente fra le zone d’ombra e fra i tanti misteri che ancora oggi si nascondono nelle pieghe di quella vicenda.

Chi c’era davvero in via Fani la mattina del sequestro di Aldo Moro? E che ruolo ebbe la Santa Sede nella vicenda? Sono solo alcuni dei tanti interrogativi su cui questo volume vuol far luce.

Fra i contenuti speciali che arricchiscono l’opera i comunicati diffusi dalle br nei 55 giorni della prigionia di Moro e il testo integrale della Risoluzione della Direzione Strategica delle br.

Per un ulteriore spazio di di battito e di approfondimento sui temi qui trattati i lettori possono visitare il sito www.vuotoaperdere.org, che rappresenta una sorta di prolungamento del libro.

PAOLO CUCCHIARELLI:

MORTE DI UN PRESIDENTE.  Quello che né lo Stato né le BR hanno mai raccontato sulla prigionia e l’assassinio di Aldo Moro

Editore: Ponte alle Grazie

PRIMA edizione: 09/06/2016

Pagine: 430 p.

Descrizione (da ibs.it)

«Perché la verità, cari amici è più grande di qualsiasi tornaconto. Datemi da una parte milioni di voti e toglietemi dall’altra parte un atomo di verità ed io sarò comunque perdente». Aldo Moro, aprile 1978

Questa inchiesta si propone di dissolvere le ombre che avvolgono il più importante omicidio politico della storia repubblicana, l’assassinio di Aldo Moro.

Per cogliere quell’«evidenza invisibile» segnalata da Leonardo Sciascia già nell’agosto del 1978, Paolo Cucchiarelli ci offre una ricostruzione inedita del caso Moro, fondata sull’analisi dei tanti indizi materiali che raccontano un’altra storia rispetto a quella narrata dai protagonisti della vicenda: le BR, innanzitutto, ma anche i rappresentanti dello Stato, a tutti i livelli e di ogni fazione politica.

Pochi e apparentemente insignificanti granelli di sabbia depositati sui vestiti che lo statista indossava il giorno della sua morte conducono il lettore verso la definizione di una trama complessa, ma in grado di demolire il castello di bugie e contraddizioni che negli anni ha reso impossibile l’accertamento della verità, fuori e dentro le aule dei tribunali.

Ciò che fino a oggi sembrava incomprensibile o caotico – le allusioni delle lettere di Moro dalla «prigione del popolo», il comportamento paradossale dei suoi carcerieri, le oscillazioni dei politici, il coinvolgimento del Vaticano, della malavita organizzata, di Gladio, della P2, dei servizi segreti statunitensi, e soprattutto l’identità di chi uccise il presidente della DC – appare finalmente chiaro e dotato di saldatura logica.

Morte di un Presidente è un libro destinato a far discutere perché svela quel «segreto» del caso Moro che in troppi, a quasi quarant’anni dai fatti, hanno ancora interesse a difendere.

 

FERDINANDO IMPOSIMATO

LA REPUBBLICA DELLE STRAGI IMPUNITE. I documenti inediti dei fatti di sangue che hanno sconvolto il nostro Paese

Editore: Newton Compton

Prima edizione: 31/10/2013

Pagine: 367 p.

Descrizione

Terribili eccidi di persone innocenti, sacrificate a trame segrete e oscure ragioni di Stato. Stragi ancora impunite, che hanno avvelenato il clima politico e sociale del nostro Paese e aumentato la sfiducia del popolo italiano verso le istituzioni.

Ferdinando Imposimato – giudice da sempre in prima linea, che durante la sua carriera ha indagato su alcune delle pagine più drammatiche della parabola repubblicana – ricostruisce, con documenti inediti e una originale visione d’insieme, i fatti di sangue orditi da terroristi di destra e di sinistra, servizi segreti deviati, bande armate.

Un’analisi che non può non sollevare degli angoscianti interrogativi: quale ruolo ha avuto la politica nella stagione delle stragi di Stato?

Perché alcuni uomini delle istituzioni hanno favorito quelle menti criminali? Quale collegamento esisteva tra la strategia della tensione e Gladio, tra gli americani e gli attentati che hanno drammaticamente caratterizzato gli anni di piombo e quelli a seguire?

Ferdinando Imposimato

I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia. Perché Aldo Moro doveva morire? La storia vera

Editore: Newton Compton

Data di Pubblicazione: marzo 2014

Pagine: 309

DESCRIZIONE:

Trentacinque anni non sono bastati per far luce sul caso Moro. Inchieste giudiziarie e parlamentari, saggi, articoli e film non sono serviti a illuminare tutte le zone d’ombra del delitto che – forse più di ogni altro nella nostra storia repubblicana – ha colpito la coscienza del Paese e incrinato il rapporto tra società civile e mondo politico.

Ecco perché vale ancora la pena di analizzare la dinamica dei 55 giorni di prigionia di Aldo Moro, nel tentativo finalmente di dare delle risposte diverse dalla versione ufficiale dei fatti.

Grazie a nuove testimonianze esclusive e documenti inediti, Ferdinando Imposimato – giudice istruttore del caso Moro, su cui non ha mai smesso di indagare – ricostruisce l’agghiacciante scenario del sequestro, con rivelazioni bomba… Perché la verità, finalmente, abbia nomi e cognomi. Prefazione di Antonio Esposito

 

Ferdinando Imposimato, Sandro Provvisionato

Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro. Il giudice dell’inchiesta racconta

Editore: Chiarelettere

Prima edizione: 10/07/2014

Pagine: 404 p.

Descrizione

A quasi quarant’anni dal delitto Moro, questo libro rimane il punto di riferimento fondamentale per chi voglia farsi un’idea di quanto successo tra il marzo e il maggio del 1978, quando Aldo Moro fu rapito dalle Br e poi ucciso.

I due autori hanno squarciato un silenzio durato molti anni e hanno messo a disposizione di tutti testimonianze, documenti, interrogatori rimasti nei cassetti delle procure e delle commissioni parlamentari per troppo tempo.

Da questo libro si può ripartire per provare a chiarire la tragedia politica più grave della nostra storia repubblicana.

Non possiamo ignorare il ruolo pesante che l’Ucigos, la polizia di Cossiga, ha avuto in tutta questa faccenda, insieme al comitato di crisi, le cui relazioni, qui proposte per la prima volta, lasciano esterrefatti.

Non è vero che non si poteva fare niente: sono state ignorate segnalazioni e bloccati ordini di perquisizione che sarebbero stati decisivi. Anche le implicazioni internazionali contano eccome in questa storia. Moro doveva essere eliminato.

La sicurezza e la ragion di Stato non giustificano l’immobilismo. E il dolo. Viene fuori ancora una volta la malattia cronica della nostra democrazia, così fragile e corrotta da non poter mai essere trasparente.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!