MAREA TOSSICA di Michele Catozzi(#3 ALDANI)

MAREA TOSSICA è il terzo romanzo della serie dedicata alle indagini del commissario Aldani. Finalmente riesco a raccontarvelo!

MAREA TOSSICA

Michele Catozzi

Editore: TEA

Prima pubblicazione : 2019

Pagine: 413 p.

Genere: noir, poliziesco

Serie : le indagini del commissario Aldani

Preceduto da : Laguna nera

Seguito da: Muro di nebbia

MAREA TOSSICA : il libro (dal sito dell’editore)

Un nuovo caso per il commissario Nicola Aldani, tra le ombre senza pace del Petrolchimico di Porto Marghera e le luci di una Venezia fredda, minacciata e bellissima

Che cosa possono avere in comune un cadavere emerso in una fredda mattina di gennaio dal terreno avvelenato dell’ex Petrolchimico di Porto Marghera e tre anziani morti in un misterioso incidente nautico in laguna? Per il commissario Aldani la via verso la verità sarà lunga e incerta, e soprattutto difficile perché lo riporterà tra i fantasmi dolenti del Petrolchimico.

Un passato che non riesce, e forse non può, passare, quello dello «stabilimento» di Porto Marghera, una ferita aperta che un processo giudiziario dalla sentenza storica ma tardiva non è mai riuscito a rimarginare, un luogo che smuove corde profonde nei ricordi del commissario.

Tra imprenditori in odore di malaffare, Pubblici ministeri spigolosi, strani incidenti e voci lontane, Aldani un passo dopo l’altro. A far da sfondo alla sua indagine, di fronte al Petrolchimico, Venezia: anche lei corrosa da mille problemi, tremante sotto l’assalto del turismo di massa, ma sempre bellissima e capace di offrire ancora un conforto di pietra e di acqua alle anime in pena.

MAREA TOSSICA : l’autore 

Nato a Venezia (a Mestre, per la precisione) nel 1960, Michele Catozzi ha vissuto a lungo in Veneto. Ha passato molti anni a Treviso, dove si è occupato di editoria e giornalismo. Dopo aver scritto diversi racconti, pubblicati in antologie e riviste, ha pubblicato nel 2015, nelle edizioni TEA, Acqua morta , il primo romanzo della serie che vede come protagonista il commissario Nicola Aldani, cui ha fatto seguito, sempre con TEA, Laguna nera (2017).

il suo primo libro, però, è stato un giallo storico, Il mistero dell’isola di Candia, ambientato tra la Venezia del 1600 e l’isola di Creta. Che io continuo a sperare abbia un seguito!

Vi segnalo inoltre la lodevole iniziativa: L’ECO DELL’ALTANA, un “giornale” tutto dedicato ad Aldani. A scriverlo è l’amico giornalista del commissario, Claudio “Scinco” Danieli ed è davvero interessantissimo. Caratterizzato da grande ironia, permette a chi non vive né a Venezia né in Veneto di conoscere meglio la città e la regione.

QUI tutti i numeri de L’ECO

MAREA TOSSICA : LA DEDICA DELL’AUTORE

Agli operai del Petrolchimico, immolati a una modernità di plastica, traditi dai padroni, morti per i propri figli

A mio padre, che si sarebbe commosso

MAREA TOSSICA : BREVE RIASSUNTO E COMMENTO PERSONALE

Chiunque sapeva cos’era accaduto al Petrolchimico, ma tutti cercavano di dimenticare. Aldani, al contrario, tentava di ricordare

Ho letto questo libro lo scorso anno e ho impiegato davvero tantissimo tempo per parlarvene. Spesso infatti divento particolarmente “gelosa” dei miei pensieri riguardo ai libri che leggo e faccio davvero fatica a raccontarveli.

Questa volta ho dovuto rileggere il romanzo per ben tre volte, prima di riuscire a organizzare tutti i sentimenti che mi suscita.

Solo oggi, finalmente in vacanza dopo un anno e mezzo di ansia e angoscia, riesco a parlarne con tranquillità. Non vi dico quante volte ho riscritto l’articolo, perché ogni stesura non mi soddisfaceva. E questa è la “soluzione di compromesso”, che alla fine si limita a segnalarvi gli elementi della trama che più mi hanno colpito, senza però svelarvi troppo.

Vi confesso che ho cominciato a piangere sin dalla dedica, anche perché negli anni ho seguito la dolorosa vicenda di Porto Marghera, nella speranza che giustizia venisse fatta. Ma siamo in Italia e “giustizia” è solo una parola del vocabolario…

Amara considerazione, lo so, ma ogni giorno abbiamo sotto gli occhi dimostrazioni di questo dato di fatto.

La vicenda mi colpisce ancora profondamente, anche perché è stato (e continua ad essere) uno di quegli scempi che hanno portato cattiva fama alla Chimica, che saprete essere la mia passione…

Ma ritorniamo al romanzo. Nel prologo siamo a Venezia. E’ l’8 novembre 2012 ed assistiamo impotenti ad un terribile incidente, che vede la morte di tre anziani:

La prua metallica squarciò lo scafo. I gabbiani, appollaiati sulle bricole lungo il canale, spaventati dal rumore del legno fracassato si levarono in volo. La barca si spezzò in due tronconi che affondarono in pochi istanti.

Le vittime di quello che sembra uno sfortunato incidente sono Ermenegildo Sartor, 70 anni, residente a Favaro Veneto, Bortolo Vidotto, 68 anni, residente a Venezia alla Giudecca, e Arnaldo Garofanin, 72 anni, residente a Marghera.

Dopo un mese di infruttuose ricerche del “natante killer”, l’inchiesta viene archiviata…

Il 2 gennaio un evento inaspettato porta il Commissario Aldani al Petrolchimico di Porto Marghera:

Le dita della mano spuntarono dal suolo ghiacciato. L’urlo dell’operaio trafisse l’aria gelida, facendo bloccare la benna che a fatica stava sbancando il terreno.

Durante le opere di bonifica di un sito, dal terreno emerge un morto… Dalle sue condizioni è chiaro che non è “fresco”. Aldani viene subito avvertito dal suo vice, Manin:

«Hanno trovato un morto in un cantiere… A Porto Marghera, nel terreno di un vecchio stabilimento che stanno bonificando.»

Ci sembra quasi di essere con il Commissario a bordo del “Toni”, il motoscafo di servizio guidato dal laziale Vitiello, e di avvicinarci con lui a quello che un tempo era un orgoglio nazionale e che oggi è solo una grande vergogna:

«Camini, torce di sicurezza, serbatoi di tutte le fogge, cisterne, foreste di tubi metallici, torri di raffreddamento, forni, reattori, colonne di distillazione, scambiatori. Ogni sorta di costruzioni dominava l’orizzonte di Porto Marghera

Il commissario scopre solo all’ultimo minuto di essere diretto al Petrolchimico e “fu scosso da un brivido”. Insieme ad Aldani facciamo la conoscenza di un vecchio operaio del Petrolchimico, Bruno Favaron, che ci commuove con poche parole, da cui traspare il suo amore per quel posto, tanto odiato ormai dai più…

Mentre i suoi sono impegnati nella raccolta di reperti e di deposizioni, Aldani ne approfitta

per allontanarsi da quella spianata malinconica e dirigersi verso gli scheletri di vecchi impianti che poco lontano ancora resistevano allo smantellamento. …

Un tempo su quelle spianate invase dalle erbacce sorgevano gli impianti per la produzione del CVM, il letale cloruro di vinile monomero, gas riconosciuto cancerogeno sin dai primissimi anni Settanta.

Dietro le carcasse arrugginite, che un tempo svettavano per decine di metri illuminate notte e giorno dalle lampade elettriche e dalle fiamme degli sfoghi, si stagliavano le due altissime torri metalliche che servivano come valvole di sicurezza e che si accendevano in caso di anomalie nei cicli di lavorazione di quei gas e di quei liquidi mefitici.

Le famose torce degli impianti CVM, divenute nel tempo un simbolo del Petrolchimico.

La descrizione del Petrolchimico mi ha colpito e mi sono ritrovata a passeggiare con Aldani tra quei “relitti” di un’epoca, che si era conclusa con l’inizio del processo nel 1998 e che ancora tanti strascichi si porta dietro…

Insomma, per farla breve e non allungarvela troppo, dalla scoperta di quel cadavere senza nome prenderà le mosse l’ostinata indagine del commissario, deciso a rendere giustizia a quei poveri resti e a chiudere i conti con un doloroso passato.

L’uomo infatti è praticamente impossibile da identificare e il magistrato preme perché Aldani passi oltre. E Aldani sarà costretto a mettere da parte l’inchiesta finché un colpo di fortuna non lo rimette sulla giusta via… Perché nonostante tutti continuino a dirgli

«A chi vuoi che gliene freghi di questo vecchio?»

Aldani non si arrende e vuole rendere giustizia a quel cadavere rimasto troppo a lungo senza nome:

Aldani era infastidito, non si capacitava che un assassino potesse restare impunito e soprattutto che non si riuscisse nemmeno a dare un nome alla vittima. Un morto senza nome è un fallimento della giustizia, ancor prima di un morto senza colpevole. Un morto ignoto è un’ammissione di impotenza.

Invece una serie di coincidenze porta il nostro commissario a scoprire che la vittima è Eliseo Rumiati. Naturalmente a questo punto Aldani si getta anima e corpo nell’inchiesta, e si ritroverà per le mani una brutta patata bollente, che lo porterà ad indagare su connivenze a vari livelli.

Vi garantisco che il romanzo vi conquisterà dalla prima all’ultima pagina e lo rileggerete più di una volta!

Dallo scorso anno io l’ho già riletto tre volte, apprezzandolo di più ad ogni rilettura. E ogni volta è diventato più complesso raccontarvelo…

Ho apprezzato le parti in cui si parla del Petrolchimico, ma anche la trama gialla che sta alla base del libro. Che mi ha stupito ancora una volta: come faccia l’autore a immaginare certe situazioni per me resta un mistero…

Concordiamo con Aldani

«non tutti potranno buttarsi alle spalle.. il Petrolchimico e la sua catena di morte e di dolore. Mai. Certe ferite non si rimarginano.»

Ma è giusto andare avanti, tenendo presenti tutti gli errori fatti: il Petrolchimico deve essere una grande lezione per tutti. Per questo con i miei ragazzi ci siamo dedicati ad approfondire quest’argomento e abbiamo cominciato ad occuparci di “chimica verde”…

Alla vicenda del Petrolchimico si riallacciano anche tante altre vicende di “lavoratori a perdere”, come quelli dei Cantieri Navali.

Ma anche tante altre dolorose pagine della storia italiana, come quelle delle Brigate Rosse e le attuali infiltrazioni mafiose nel “business dei rifiuti”, come ci insegna anche la vicenda della Terra dei Fuochi…

Insomma, un romanzo che ci dà davvero tanto su cui riflettere e che vi consiglio con tutto il cuore. Se amate i gialli ben scritti e i libri che hanno tanto da insegnarci, questo libro fa per voi

VOTO : 10 /10

Le indagini del commissario Aldani

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!