L’UOMO DI CALCUTTA di Abir Mukherjee (# 1)

L’UOMO DI CALCUTTA è il primo romanzo che lo scrittore inglese Abir Mukherjee dedica alle indagini indiane del capitano Sam Wyndham e del suo assistente. Vi racconto perché l’ho amato così tanto

L’UOMO DI CALCUTTA

Abir Mukherjee

TITOLO ORIGINALE : A RISING MAN
Prima Pubblicazione : 2016

Traduzione : A. Colitto
Prima edizione italiana : 2018
Editore: Società Editrice Milanese

Pagine : 348 p.

Genere : poliziesco, thriller, giallo storico

Seguito da : UN MALE NECESSARIO

L’UOMO DI CALCUTTA : il libro (dal sito dell’editore)

Un romanzo appassionante e pieno di colpi di scena, che cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina.

Una vicenda ambientata in una Calcutta così realistica che anche ai lettori sembrerà di essere immersi nel caldo torrido della città.
The Telegraph

Calcutta, 1919. Non sono neanche le nove di mattina e la calura bagna la camicia di Sam Wyndham, giovane veterano britannico della Grande Guerra con un passato doloroso, arrivato a Calcutta per unirsi alla polizia e iniziare una nuova vita. Di fronte a lui, in un vicolo cieco e buio, c’è un corpo contorto in maniera innaturale e mezzo affondato in una fogna a cielo aperto. Il cadavere è quello di un alto funzionario britannico.

L’hanno trovato così, con la gola tagliata, un occhio strappato dai corvi e in bocca un biglietto che intima agli inglesi di lasciare l’India. I suoi superiori credono che si tratti di un omicidio politico commesso dagli attivisti che si battono per l’indipendenza dell’India.

Nel frattempo le notizie sul massacro di Amritsar, perpetrato dall’esercito di Sua Maestà, fomentano disordini tra la popolazione.

È a rischio la stabilità dell’impero e il capitano Wyndham si trova coinvolto non solo in un’indagine impegnativa, che lo porta dai salotti dei ricchi imprenditori alle fumerie d’oppio dei quartieri malfamati, ma anche nelle lotte intestine dei suoi compatrioti. Deve risolvere il caso in fretta, ma qualcuno fa di tutto per impedirglielo.

Ambientato in un’India ricca di fascino, costruito con grande abilità, L’uomo di Calcutta è un romanzo appassionante e pieno di colpi di scena, che cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina.

L’UOMO DI CALCUTTA : l’autore

Abir Mukherjee è un giovane autore di best seller di origine indiana. Nato a Londra nel 1974, è cresciuto nell’Ovest della Scozia.  Si è laureato alla London School of Economics prima d’iniziare a lavorare nel mondo della finanza.

Per questo suo romanzo d’esordio è stato ispirato dal desiderio di saperne di più su un periodo cruciale della storia angloindiana che sembra essere stato quasi dimenticato.

Nel 2014 ha partecipato, vincendolo, all’Harvill Secker crime writing competition indetto dal Telegraph con il thiller storico L’uomo di Calcutta, ambientato in India nel 1919 e avente per protagonista il capitano Sam Wyndham e in seguito ha continuato la serie con altri tre romanzi.

Vincitore dell’Ellis Peters Historical Award nel 2018 con L’uomo di Calcutta, vive e lavora a Londra con la moglie e i due figli.

L’UOMO DI CALCUTTA : la serie di Sam Wyndham

  • L’uomo di Calcutta (A rising man, 2016), Milano, Società Editrice Milanese, 2018 traduzione di Alfredo Colitto.
  • Un male necessario (A Necessary Evil, 2017), Milano, Società Editrice Milanese, 2019 traduzione di Alfredo Colitto
  • Fumo e cenere (Smoke and Ashes, 2018), Milano, Società Editrice Milanese, 2020 traduzione di Alfredo Colitto.
  • Death in the East (2019)

L’UOMO DI CALCUTTA : breve riassunto e commento personale

Bellissima copertina con un libro che mi è piaciuto davvero tutto, dalla prima all’ultima pagina. Grazie alle atmosfere che riesce a creare, l’autore ci trasporta nell’India delle lotte per l’indipendenza e ci permette di conoscere meglio la storia indiana e britannica.

Per evitare di dilungarmi troppo con le mie riflessioni e su quello che mi ha insegnato il libro, ho preferito allegare un file pdf…

uomo di calcutta

Se volete quindi conoscere una trama più dettagliata, leggete il pdf.

E’ il 9 aprile 1919. Il capitano Wyndham, da poco trasferito a Calcutta, arriva sul luogo dell’omicidio di un uomo bianco, un “burra sahib”, nella Calcutta Nera :

Almeno era elegante. Cravatta nera, smoking e tutto il resto. Se devi andare a farti ammazzare, tanto vale vestirsi bene.

Il corpo dell’uomo era stato trovato in un vicolo cieco e buio. In bocca, l’uomo aveva un foglio di carta appallottolato e macchiato di sangue. A tradurlo per Wyndham è il vice -ispettore Digby, “un figlio dell’impero biondo e snello, tutto baffi militari e con l’aspetto di chi è nato per comandare”:

Non ci saranno altri avvertimenti. Il sangue inglese scorrerà per le strade. Andate via dall’India!”

Digby riconosce immediatamente la vittima: è l’assistente del vicegovernatore, Alexander MacAuley. 

Oltre a Digby e a Wyndham facciamo anche la conoscenza del sergente Banerjee, «uno dei migliori nuovi acquisti della polizia imperiale di sua maestà, e il primo indiano a qualificarsi nei primi tre posti all’esame di ammissione»

In realtà il sergente di chiama Surendranath, ma gli Inglesi non riescono a pronunciare il suo nome e lo hanno ribattezzato Surrender-not. 

Capiamo subito che Digby non lo ritiene all’altezza dei Britannici conquistatori. Invece Wyndham comprende di avere davanti una persona intelligente e una preziosa risorsa. Infatti grazie a lui scova dei testimoni in un elegante bordello. La signora Bose non è sconvolta per l’omicidio avvenuto sotto le sue finestre quanto per il clamore che pare aver suscitato :

«In questa parte della città gli omicidi sono all’ordine del giorno. Tuttavia, prima d’ora non mi era mai capitato di veder arrivare la metà delle forze di polizia di Calcutta, e meno che mai un ufficiale inglese pronto a interessarsi al problema.

Di solito, il malcapitato viene trasportato all’obitorio e la cosa finisce lì»

Secondo Wyndham, la donna sta nascondendo qualcosa. Probabilmente sta cercando di proteggere una delle sue ragazze. Come capisce subito il capitano interrogando le giovani

Devi esitò per un attimo, distolse lo sguardo, poi anche lei disse « Nahin ». Quell’esitazione era ciò che mi serviva.

Se vuole delle risposte, dovrà intercettarla lontano dalla Bose. Ma Wyndham deve presentarsi da Lord Taggart, il capo della polizia e il responsabile dell’arrivo del capitano in Bengala.

Conosciamo intanto meglio il sergente Banerjee e, grazie al pressante interrogatorio del capitano, scopriamo che è il figlio minore di un famoso avvocato di Calcutta, che aveva mandato i tre figli a studiare in Gran Bretagna. Il padre non è stato affatto felice della decisione di Banerjee di entrare in polizia. Secondo il padre, sostenitore della lotta per un governo autonomo, entrando nella polizia imperiale britannica,  il figlio stia aiutando gli inglesi a schiacciare il loro popolo. Invece Banerjee si dimostra un ragazzo molto saggio

«Io ritengo, signore, che un giorno potremo davvero avere un governo autonomo all’interno dell’impero britannico, o addirittura la totale indipendenza.

Ma a differenza del signor Gandhi, non credo che questo porterà pace universale e collaborazione tra i miei connazionali.

Ci saranno ancora degli omicidi, in India. E se un giorno voi ve ne andrete davvero, noi indiani dovremo essere in grado di gestire i posti che abbandonerete.

Questo vale per la polizia come per tutto il resto.»

Wyndham, dopo una settimana in India, è sconvolto dal modo in cui i suoi connazionali trattano gli Indiani nella loro stessa terra. Infatti aveva avuto modo di combattere al loro fianco durante la prima guerra mondiale e ricorda uno degli episodi più famosi:

Ricordavo Ypres nel 1915, il contrattacco suicida ordinato dai nostri generali contro uno stupido villaggio di nome Langemarck. I sepoy della Terza Divisione Lahore, quasi tutti di etnia sikh e pathan, erano andati alla carica senza nessuna speranza di successo ed erano stati falciati prima ancora di riuscire ad arrivare in vista delle postazioni dei crucchi. Erano morti da eroi.

Ma non è onesto come il suo sergente, quando questi gli chiede perché era arrivato in India…

Che cosa potevo dirgli? … Che ero stanco di un’Inghilterra in cui non credevo più?

Apprendiamo che Wyndham aveva conosciuto Lord Taggart proprio durante la guerra. Infatti avevano lavorato insieme nello spionaggio e questi lo aveva voluto al suo fianco in Bengala, dove era stato nominato capo della polizia dell’Impero. Wyndham era arrivato in India il Primo Aprile del 1919.

Oltre a Wyndham, nell’ufficio di Taggart è presente anche Digby, che non può fare a meno di essere scortese con Banerjee… Invece Taggart ci sembra molto più aperto e addirittura fa portare una sedia per il sergente!

Il capo della polizia del Bengala ha già subito pressioni dal vicegovernatore, di cui la vittima era assistente personale e Sam gli spiega che è sua intenzione procedere “come al solito”, cercando di saperne di più su MacAuley.

Decisamente una brutta gatta da pelare questo primo omicidio a Calcutta:

“La posta in gioco era altissima”

Mentre Wyndham rimugina su come abbiano fatto i militari a sapere così in fretta dell’omicidio, Banerjee lo informa che i servizi segreti si sono impossessati della scena del crimine:

nei servizi segreti esiste un’unità, nota come Sezione H, che risponde direttamente al vicegovernatore. Qualsiasi cosa che odori di crimine politico ricade sotto la sua giurisdizione

In pratica, il vicegovernatore può fare quello che gli pare. Ma Wyndham non è disposto a cedere il caso e chiede a Taggart di appoggiarlo. Intanto può interrogare la segretaria di MacAuley, Miss Annie Grant. E il suo sorriso, per Wyndham, è la cosa più bella vista fino a quel momento a Calcutta. La giovane anglo – indiana è una preziosa fonte di notizie. A quanto pare, l’uomo era il faccendiere del vicegovernatore. Da oltre venticinque anni a Calcutta, non aveva molti amici

«Per lui esistevi in base a ciò che potevi dargli»

Era molto vicino anche a un certo James Buchan, “uno degli uomini più ricchi di tutta Calcutta” Da qualche mese, però, era entrato in contatto con un predicatore ed era profondamente cambiato…

«Un uomo passa la vita a fare porcherie, poi trova Dio giusto prima di morire. Tabula rasa, tutti i peccati perdonati. È giustizia questa, capitano?»

La sera prima aveva una festa con Buchan e la ragazza non ha proprio idea del motivo che lo aveva portato a Cassipore … E il capitano ne approfitta per chiederle una specie di appuntamento. Intanto scopriamo che Wyndham ha sviluppato una grave dipendenza da morfina, che lo costringe ad uscire di notte per raggiungere una delle numerose fumerie d’oppio della città.

A quanto pare, Wyndham porta iella. Infatti il giorno dopo scopre di dover andare in mezzo al nulla con Digby e Banerjee per indagare sulla morte di un coolie, forse a seguito dell’attacco di banditi a un treno. E Digby come al solito si lamenta ma anche Sam è piuttosto perplesso:

come Digby, anch’io ero sorpreso che Taggart ci avesse ordinato di sospendere le indagini su MacAuley per inviarci a indagare su quella che essenzialmente era una rapina non riuscita.

La guardia ferroviaria è stato ucciso a botte. Stranamente, i banditi non hanno rubato nulla. Wyndham però ci mette poco a fare due più due e comprende che l’omicidio di MacAuley e la rapina al treno hanno la stessa finalità: finanziare i terroristi di Bendy Sen, “il fantasma”.

Grazie al suo coraggio e con l’aiuto di Digby e del suo sergente riesce a sottrarre Sen a Dawson, il capo della sezione H. Con Taggart al settimo cielo, ora tocca a Sam portare a casa il risultato… e la soluzione non sarà affatto così scontata come sembra a Digby!

Interessante la parte storica, che ci permette anche di ricordare il Massacro del Punjab, una delle pagine peggiori della storia coloniale inglese in India. Un libro che, al di là del giallo, ci regala tante cose su cui riflettere.

Ve lo consiglio se amate i gialli storici e siete affascinati dal periodo coloniale inglese!

VOTO : 8 / 10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!