Loriano Macchiavelli – Un triangolo a quattro lati

Loriano Macchiavelli

Un triangolo a quattro lati

Editore: Mondadori

Anno edizione: 2016

Pagine: 235 p

 

Descrizione

Bolero Ranuzzi lascia l’insegnamento universitario per trasferirsi nello sperduto paesino sull’Appennino da cui provenivano i suoi genitori, partigiani. Il padre, fedele a Togliatti, era scomparso misteriosamente negli anni Sessanta e forse lo scopo di Ranuzzi è scoprire cosa gli fosse successo. Ma al suo arrivo la vita del paese viene sconvolta: due morti ammazzati nel giro di pochi giorni, poi una studentessa che si piazza in casa del professore e fa troppe domande, e un maresciallo deciso a scavare nel passato. Ranuzzi si trova così invischiato in una vicenda che affonda le radici all’epoca della Resistenza. E dovrà capire quali fantasmi siano tornati ad agitare quei luoghi, quali armadi pieni di scheletri siano stati incautamente aperti

BREVE RIASSUNTO

Bruno Ranuzzi, il padre di Bolero, è stato tra i fondatori della Brigata Partigiana, come rettifica con un certo orgoglio al maresciallo Catoni il prof. Pure sua madre, Leonelli Federica, ha fatto la sua parte nella Resistenza: staffetta. Bolero è nato nel 1946 ed ha avuto un’adolescenza “impegnata”. Del resto, erano gli anni di Lotta Continua e delle Brigate Rosse, della lotta di classe, “come si diceva allora” (pag 32).

In paese, poco dopo l’arrivo di Ranuzzi, cominciano le “ammazzatine”. Il primo a rimanerci secco è un giovane di 28 anni, un certo Comello. Il giorno prima della sua morte, aveva invitato il professore a casa sua. Doveva fargli vedere qualcosa sull’indagine che Bolero sta conducendo sulla scomparsa del padre, avvenuta nel 1960. Ranuzzi si trova davanti i killer di Comello, senza rendersi conto del fatto.

Eppure, quando comprende, decide di non presentarsi dal Maresciallo, che lo ha definito “individuo pericoloso” (PAG 33). Secondo Catoni (pag 34):

«In paese sono accadute poche cose spiacevoli e la morte di Comello è una delle poche. Voglio che non ne accadano altre»

Ma, corregge Ranuzzi:

«In paese sono accadute cose orribili, maresciallo, e nessuno se n’è mai preoccupato»

Come scrive Macchiavelli (pag 35)

«Il secondo morto ammazzato arriva qualche giorno dopo il primo e la pace è definitivamente andata»

Di nuovo nell’occhio del ciclone, Ranuzzi: è lui a trovare le tracce di sangue fresco. Ad essere uccisa è stata la vecchia Adele, la sua donna di servizio. Un omicidio orribile: il corpo della donna (pag 36)

«è sollevato da terra, trattenuto tra i rami e la testa pencola in basso…. […]un corpo appeso a testa in giù, come un maiale a dissanguare»

A quanto pare, chiunque si avvicini a Bolero, fa una brutta fine. Perché? E che diavolo ci fa un  prof universitario a Ca’ De’ Schiavi ad allevare conigli? Riflette, pensa alla crisi di idee che si trova a vivere, al fallimento di un sistema in cui aveva creduto e per cui i suoi genitori prima e lui in seguito avevano lottato…

Ora vuole risposte: vuole sapere che cosa è accaduto a suo padre, vuole capire chi semina morti intorno a lui…

Ad aiutarlo, piomba in casa sua una strana “studentessa universitaria”. La ragazza cerca di spronare Bolero, di risvegliarlo dallo stato di torpore rassegnato in cui sembra crogiolarsi…Riuscirà a scuoterlo?

Mi fermo qui perché altrimenti vi rovinerei la gioia di leggere questo libro.

LA MIA PERSONALE OPINIONE

Il presente affonda le sue radici nel passato

In poche parole, questo è il messaggio che ci trasmette Macchiavelli. “Un triangolo a quattro lati” era stato pubblicato per la prima volta nel 1992. Nella prefazione alla nuova edizione del 2016, lo stesso autore afferma che, 25 anni dopo (pag 6):

«Le cose raccontate 24 anni fa potrebbero essere considerate il preambolo a quanto avvenuto negli anni successivi e dei quali oggi raccogliamo i frutti»

Alla coscienza di ognuno stabilire se buoni o cattivi…In genere mi capita di leggere libri sul periodo della Resistenza intorno al 25 Aprile. Non mi aspettavo un libro “revisionista” travestito da giallo, non da Macchiavelli.

Onesto. A pag 197, scrive una saggia considerazione, che forse chiuderebbe le polemiche che ancora oggi infiammano il racconto degli anni successivi alla Liberazione…un periodo francamente oscuro…E’ come se dai libri di storia fossero state stralciate le cronache di due – tre anni. Solo negli ultimi anni si cerca di sollevare il velo, di aprire “gli armadi della vergogna”. Comunque, scrive l’autore che il periodo post- 25 aprile:

«Fu un periodo nero per tutti:chi aveva conti in sospeso, li saldò. E la maggior parte passò per conseguenze della guerra. Brutte, ma INEVITABILI»

E così taglia la testa al toro. La riconciliazione fu solo politica. Nei fatti, le vendette personali continuarono per parecchi anni… Un libro che vi consiglio.

RIFLESSIONI ESTEMPORANEE

Il romanzo di Macchiavelli mi ha fatto pensare a certi saggi di Pansa, il grande indagatore, il maggiore responsabile dell’ondata revisionista… Sapere è sempre meglio dell’ignorare…Solo gli struzzi nascondono la testa sotto la sabbia.

Forse, se certe verità fossero state rivelate, oggi non saremmo questo stato barzelletta, che non merita neanche la lettera maiuscola…E mi dispiace e mi fa male sentire parlare di Italietta… gli Italiani sono persone eccezionali. Ovunque siano, si mettono in evidenza per le loro capacità. Sarà perché quelli in gamba hanno da lavorare che a governare ci mandiamo le mezze tacche..

Vabbé, non volevo essere così disfattista…Ma tant’è…la notte insonne ha lasciato il segno

VOTO : 10/10

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!