L’OMICIDIO CAROSINO

L’OMICIDIO CAROSINO comprende tre racconti brevi dedicati agli inizi della carriera del Commissario Luigi Alfredo Ricciardi. Scopriamoli insieme

L’OMICIDIO CAROSINO . Le prime indagini del commissario Ricciardi

Maurizio De Giovanni

Editore: Rizzoli

Anno edizione: 2016

Pagine: 119 p

Genere : giallo, poliziesco, antologia di racconti

SERIE : Le indagini del Commissario Ricciardi

 

L’OMICIDIO CAROSINO.  Descrizione

Questa antologia racchiude “L’omicidio Carosino”, “I vivi e i morti” e “Mammarella”, le prime tre indagini di Luigi Alfredo Ricciardi, il commissario toccato da un potere straordinario e terribile: vedere i morti nel loro ultimo istante di vita.

Dall’assassinio di una duchessa all’orrore di un triplice omicidio seriale fino ai misteri oscuri dietro le tende di un bordello, le storie di Ricciardi si dipanano in una Napoli anni Trenta in pieno regime fascista, cupa e affascinante.

L’OMICIDIO CAROSINO. Breve riassunto e commento personale

La raccolta comprende tre racconti (da l’omicidio Carosino, tra l’altro, De Giovanni ha poi tratto ispirazione per IL POSTO DI OGNUNO), il primo dei quali è la storia che lo scrittore propose per la prova tenutasi a Napoli per il concorso indetto dalla Porshe per giallisti esordienti.

Gli altri due racconti inseriti nella raccolta sono I vivi e i morti e Mammarella; il primo fu scritto in occasione della finalissima, tenutasi a Firenze, del concorso già ricordato; il secondo si caratterizza per avere come narratore il commissario Ricciardi in persona.

Conclude il volume il racconto IO E RICCIARDI, in cui De Giovanni ci racconta come è nato il suo celebre personaggio:

«Conobbi Ricciardi una mattina di giugno del 2005»

mentre se ne sta seduto nel Grancaffè Gambrinus in attesa di ispirazione. Infatti era stato “iscritto da amici in vena di scherzi a uno strano concorso per giallisti esordienti”.

Ma De Giovanni è “senza nessuna voglia di essere un giallista esordiente”…

Se amate il Commissario Ricciardi, quindi, questa raccolta fa per voi!

VOTO : 8/10

Nel proseguo dell’articolo vi racconto più in dettaglio la trama dei vari racconti.

1) L’OMICIDIO CAROSINO. Il racconto

Protagonista del racconto è Luigi Alfredo Ricciardi. Lo troviamo all’inizio del racconto ancora bambino:

 «unico figlio del barone Ricciardi di Malomonte, in una mattina di luglio, giocando nel vigneto della casa padronale di Fortino, nel Cilento, incontra per la prima volta la Morte. E la Morte gli parla»

Infatti, a soli cinque anni, si verifica quello che poi Ricciardi continuerà a chiamare “IL FATTO”:

«Stava pensando di essere Sandokan: tigri feroci o feroci pirati, qualche nemico feroce alla fine lo avrebbe trovato. Si avventurò nel piccolo vigneto, e l’ombra confortevole nascondeva nella fantasia pericoli e mistero.

Era perciò preparato quando, seduto per terra nell’ombra, vide la figura. Un uomo, giovane. Il bambino si avvicinò, con la sciabola alzata. L’uomo si girò, guardandolo; “non l’ho nemmeno toccata”, disse. Il bambino lo guardò meglio: aveva la camicia intrisa di sangue, e dal lato sinistro spuntava il manico di un coltellaccio da giardiniere. Abbandonata la sciabola, il bambino scappò gridando».

Da quel momento in poi la vita di Ricciardi è segnata e “il fatto” ne determina tutte le scelte. Solo in IL POSTO DI OGNUNO scopriremo che anche la madre del Commissario aveva lo stesso dono:

“Tutti, allora. Li vedi tutti. Sei maledetto, povero piccolo mio. Maledetto.”

L’omicidio Carosino è ambientato nel 1929, due anni prima rispetto a IL SENSO DEL DOLORE.

Nel racconto, sono già presenti tutti i personaggi che compariranno anche nei romanzi. Troviamo la fedele tata Rosa che lo accudisce dopo la morte dei genitori, ma anche il dottor Modo e la “bella vicina” che Ricciardi osserva incantato dalla finestra del suo appartamento. Naturalmente c’è anche il brigadiere Maione “anziano ed esperto”.

Come dicevamo, L’omicidio Carosino è ambientato alla fine del settembre 1929. Ricciardi, delegato di polizia, si gode un caffè al Caffè Gambrinus.

«quando poteva e comunque ogni mattina, prima di prendere servizio si fermava lì per bere il secondo caffè della giornata, dopo quello che la Tata Rosa gli preparava di primo mattino, a casa.»

Ricciardi ha 36 anni (solo nel primo romanzo De Giovanni ci dirà che era nato nel 1900) e, nonostante una bella presenza

« non aveva una donna, non l’aveva mai avuta: non che non gli piacessero, per carità. Anzi. Ma non ne aveva mai avute».

A causa del FATTO. Come sappiamo Ricciardi vede i morti, ma solo quelli morti di morte violenta e traumatica. E quel fatto, per il lavoro che si è scelto, è un grosso aiuto. Al suo arrivo in questura Ciro l’usciere gli comunica che il questore lo cerca con insistenza da più di un’ora. Un bell’uomo, il questore:

«doveva la sua rapida ascesa a un matrimonio molto importante e a conoscenze sociali ai massimi livelli (si parlava di gerarchi vicini allo stesso Mussolini) più che a meriti professionali di non particolare rilevanza».

L’uomo lo informa che, la sera prima, c’è stato un delitto:

«La Duchessa di Carosino è stata assassinata ieri sera, appena tornata a casa dal San Carlo. È una terribile tragedia. Da Roma sono già arrivate tre telefonate e due fonogrammi. Il Duce in persona ha chiesto di essere informato con puntualità circa l’evoluzione delle indagini»

Pressato dai giornalisti e dai superiori, l’uomo è sull’orlo di una crisi di nervi e solo Ricciardi , secondo lui, è in grado di trovare il colpevole velocemente!

«ho bisogno di un’immediata soluzione di questo caso… il Duce in persona… capite… il Duce!»

Ma prima di recarsi a Palazzo Carosino, Ricciardi deve essere messo al corrente delle relazioni sociali dei Duchi di Carosino:

«La Duchessa è… era… una donna molto bella. Allegra, poi. Comunicativa, diciamo. Il Duca di Carosino è uno degli uomini più ricchi e importanti della città… mezza Vietri sul Mare è sua, incluso il castel o. Altre proprietà, Capri, nel casertano… però è molto anziano, e malato. È umano, quindi, concepibile che una donna così giovane e bella… padrona della città… si sia, come dire, riempita la vita. In molti le hanno fatto, per dire così, compagnia».

E la donna aveva un amante ufficiale:

«il capo redattore del giornale della Serao e di Scarfoglio, il Mattino… quello proprio della cronaca… Capece, sì. Proprio lui. Ieri sera erano insieme. Li ho visti io stesso, al San Carlo»

Con Ricciardi è il brigadiere Maione e, davanti al palazzo, una ventina di guardie. Tra loro, il portiere dello stabile e il giornalista. Capece si dimostra collaborativo e Ricciardi percepisce il suo immenso dolore  per la perdita dell’amata Laura:

«Io vi aiuterò: farò qualsiasi cosa per farvi trovare il maledetto che ha reciso il fiore più bello… Non posso pensare di essere ancora vivo, mentre lei… mentre lei…» .

L’autopsia mostra che quando le hanno sparato, la donna era già morta: un calcio le aveva rotto le costole, che poi avevano perforato il polmone:

«Ma perché poi spararle? Che senso ha?»

La moglie di Capece confessa immediatamente davanti a Ricciardi : Ho sparato io

Ma non è stata lei l’assassina. Eppure il questore è contento dell’arresto compiuto e ordina a Ricciardi di fermarsi. Hanno il loro colpevole e tanto basta. Ma Ricciardi non riesce a dormire, Non può permettere che il vero colpevole la faccia franca…o forse si???

2) I VIVI E I MORTI

Questo secondo racconto si svolge poco dopo la risoluzione del delitto Carosino, nell’OTTOBRE 1929 : un prete, don Raffaele, era stato ucciso in sacrestia

«Sotto una pioggia indifferente il delegato di Polizia Luigi Alfredo Ricciardi attraversava i vicoli dei quartieri spagnoli; dietro di lui il brigadiere Maione spostava con sorprendente agilità la sua considerevole mole.

Un gruppo di scugnizzi scalzi precedeva il corteo, annunciandone l’arrivo. Da quando a cinque anni aveva vissuto il fatto, era solo. Viveva ancora con la sua tata, che ormai assisteva più che esserne assistito… Il Fatto, e l’urgenza di recepire l’urlo di dolore e la richiesta implicita di giustizia che ne derivava, lo aveva condotto al suo mestiere, quasi naturalmente: ma sul lavoro la strana capacità di risolvere velocemente i casi affidati lo aveva progressivamente reso detestabile ai colleghi, che lo invidiavano; ai superiori, che lo giudicavano troppo emergente e ambizioso e se ne sentivano messi in ombra; alla bassa forza, che era terrorizzata da quello che non comprendeva. Al resto della città, in quanto sbirro.»

Don Raffaele Ammaturo era stato a lungo parroco della chiesa di San Sebastiano all’Olivella (che oggi non esiste più. Vedi QUI).

Aveva sessantacinque anni ed era mediamente amato e odiato. Decine di persone erano disposte a giurare sulla santità dell’uomo, sempre pronto ad aiutare e venire incontro ai più bisognosi; ma alcuni lasciavano trasparire un certo disprezzo per quel prete… Finché Ricciardi non scopre che don Raffaele aveva un debole per le bambine. Le sceglieva tra i più bisognosi e ricompensava poi le famiglie in vario modo. Infatti:

«I genitori e i fratelli delle piccole vittime disgraziate erano sconvolti all’idea di dover in futuro fare a meno dei benefici della situazione. Ricciardi si chiese che domani potesse esserci per una città tanto straziata dalla povertà, in cui qualcuno si augurava che la propria figlia di cinque o sei anni diventasse la mantenuta di un vecchio maiale»

Ma un altro omicidio aspetta Ricciardi: una maitresse, Wanda, al secolo Amalia Esposito, è stata uccisa proprio come il prete, con un punteruolo.

Due luoghi e due persone completamente diverse ma senza dubbio lo stesso assassino. Nessun legame tra Wanda e don Raffaele…

Le morti non sono ancora finite: un incendio in un lussuoso ristorante, luogo di ritrovo di squadristi fascisti, provoca diverse vittime. Ma l’usciere è stato ucciso con un punteruolo!

Che cosa lega i tre delitti? UNA PAROLA basta a mandare a posto tutti i tasselli…

«Ora Ricciardi sapeva che cosa cercare, e dove. I vivi e i morti avevano parlato».

Ma la giustizia è cosa diversa dalla legge…

3) MAMMARELLA

La particolarità di questo breve racconto è che, per la prima volta, ascoltiamo direttamente la voce di Ricciardi, che ci racconta in prima persona i fatti:

«Mi chiamo Luigi Ricciardi e vedo i morti»

Inizia così il terzo racconto della raccolta. Siamo nel 1931 e Ricciardi è ormai commissario delle Regia Questura di Napoli. Si racconta, il buon Ricciardi:

«Io vengo da un paese piccolo, della provincia di Salerno, senza pazzie e senza ricchezze: si muore per fame o per disgrazia. Qua invece la morte ha tante tinte, nessuna è uguale alle altre; la rabbia, l’odio, il rancore, la gelosia. Il fatto di stare tutti così vicini uno addosso all’altro… il posto tuo lo voglio io, ti levo da mezzo e me lo piglio»

Per spiegarci questo suo punto di vista, ci racconta di quando ha indagato sull’omicidio di una prostituta, avvenuto in un bordello. Con lui, sul luogo del delitto, Maione e due guardie:

«Maione è il mio brigadiere, quello che mi accompagna sempre. Grande, grosso, buono come il pane; gli ammazzarono il figlio, poliziotto anche lui, tre anni fa; risolvemmo la faccenda, prendemmo l’aspirante camorrista che si credeva furbo. Glielo lasciai in mano, per vedere che ne faceva: lui lo guardò in faccia a lungo, gli occhi pieni del ricordo del figlio, poi gli mise le manette cercando di non toccarlo, e lo portò in galera».

La vittima, Gilda, o meglio Maria Rosaria, veniva da Frattamaggiore. Da mesi aveva un unico cliente, un guappo emergente che voleva toglierla dal bordello e sposarla, don Giuseppe Rindone. Ma lei voleva interrompere quella relazione. Aveva 22 anni e non voleva ancora fare la moglie… Ed era morta per una risata!

IL COMMISSARIO RICCIARDI LA SERIE. I LIBRI

  1. 2006 – Le lacrime del pagliaccio, Graus Editore (ripubblicato nel 2007 da Fandango col titolo Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi)
  2. 2008 – La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, Fandango
  3. 2009 – Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi, Fandango
  4. 2010 – Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi, Fandango
  5. 2011 – Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi Einaudi
  6. 2012 – L’omicidio Carosino. Le prime indagini del commissario Ricciardi, Cento Autori
  7. 2012 – Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi, Einaudi
  8. 2014 – Febbre (racconto contenuto nell’antologia Giochi criminali Einaudi)
  9. 2014 – In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi, Einaudi
  10. 2015 – Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi, Einaudi
  11. 2015 – Una domenica con il commissario Ricciardi, Einaudi
  12. 2016 – Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi, Einaudi
  13. 2017 – Rondini d’inverno. Sipario per il commissario Ricciardi, Einaudi
  14. 2018 – Il purgatorio dell’angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi, Einaudi
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!