LIQUORI D’ABRUZZO i PAT

LIQUORI D’ABRUZZO i PAT

In un precedente articolo abbiamo elencato tutti i prodotti abruzzesi che hanno ricevuto la PAT, ovvero la denominazione di PRODOTTO AGROALIMENTARE TIPICO.

Tra essi, ben sette sono comprese nella categoria “Bevande analcoliche, distillati e liquori”. 

Dopo avervi postato la ricetta della ratafia di pere, ho pensato di parlarvi un po’ meglio proprio di questi prodotti, anche perché qualche tempo fa ci siamo concessi una visita a Tocco da Casauria, “città dell’olio, Paese del Vino e della Centerba Toro”!

Per riprendere il filo, interrotto dal Carnevale, ripartiamo quindi da qui e da Sulmona!


LIQUORI D’ABRUZZO i PAT. Le caratteristiche

I liquori tipici abruzzesi sono noti, oltre che per la gradazione alcolica, anche per la qualità e genuinità degli ingredienti impiegati, frutto di passione e di tradizioni tramandate da antiche ricette.

Spesso in passato venivano usati come rimedio contro varie malattie! Persino contro la peste…

LIQUORI D’ABRUZZO. LA CENTERBA

La Centerba è un liquore dalle alte gradazioni (70°, per la precisione) ricavato dalla distillazione di un mix di erbe aromatiche e selvatiche (cento erbe), unite a spezie pregiate, raccolte a mano sul monte Morrone.

Inventato dal farmacista Beniamino Toro, abruzzese di Tocco da Casauria, nel 1817. Il dosaggio delle varietà selezionate ed il tempo di infusione provengono dalla sua ricetta segreta, custodita gelosamente dalla famiglia Toro e tramandata di generazione in generazione.

Il nome deriva da “Centum Herbora” o, in dialetto “Cianterba”. In origine era il nome di una bevanda alcolica prodotta (dal XIII secolo al XVII secolo)  all’abbazia di San Clemente a Casauria.

Il liquore divenne particolarmente noto in tutto l’Abruzzo durante il dominio della famiglia aquilana dei Branconio che, successivamente lo esportarono anche a Roma.

Pensate, il Centerba era utilizzato come medicamento contro la peste. Non solo!

Come medicamento, la Centerba fu utilizzata per le sue caratteristiche curative contro il colera.

Prodotta ancora oggi con metodi antichi. Essa si ottiene attraverso la lenta infusione naturale in particolari contenitori ed in ambienti privi di umidità e sbalzi termici, senza aggiunta di zuccheri o aromatizzanti.

Il liquore ottenuto mostra un caratteristico colore verde, apprezzato per il suo sapore forte e deciso, in particolare come digestivo!

Viene sovente utilizzato anche come “correttivo” al caffè e in pasticceria.

LIQUORI D’ABRUZZO. LA GENZIANA

Con il nome “genziana”, in Abruzzo indichiamo un liquore digestivo a base di gentiana lutea l.

La genziana viene prodotta praticamente in tutte le case d’Abruzzo, anche se la radice da cui si ricava è una specie protetta!

Si tratta di un liquore dalle proprietà digestive e amaro-toniche, che facilita la digestione dopo i pasti.

L’accurata e paziente lavorazione artigianale di questo liquore mira a lasciare intatte tutte le proprietà benefiche della preziosa radice.

LIQUORI D’ABRUZZO.  IL LIQUORE ALLO ZAFFERANO

Si tratta di un digestivo ottenuto da zafferano, anice, alcool, zucchero, acqua ed erbe aromatiche locali.

Il liquore allo zafferano è strettamente legato alla coltivazione di zafferano, che in Abruzzo ha origini molto antiche (ve lo racconterò presto) e che, in passato, era usato in cucina e come tonificante.

Ottimo come digestivo, il liquore allo zafferano può essere gustato freddo, al naturale oppure diluito per preparare bevande dissetanti.

Quando ero piccola, ricordo che veniva somministrato insieme a latte caldo per combattere il raffreddore!

Tipico soprattutto della zona dell’Aquila, tale liquore ha potere analgesico, sedativo, digestivo, antispasmodico, stimolante e corroborante.

Volete provare a prepararlo? Provate questa ricetta

LIQUORI D’ABRUZZO. IL MOSTO COTTO

Tra i prodotti più caratteristici d’Abruzzo, si ottiene pigiando uva molto matura. Il succo ottenuto, una volta filtrato, veniva cotto in paioli di rame o pignatte di terracotta.

Dopo il raggiungimento del bollore, la cottura viene continuata a fuoco lento per varie ore, finché il liquido non è diventato circa un quarto del volume originario.

Si presenta come un liquido violaceo di densità e viscosità simile a quella dell’olio d’oliva, molto dolce, che viene poi utilizzato in moltissimi dei nostri dolci tradizionali, dal calcionetti natalizi alle ferratelle!

LIQUORI D’ABRUZZO. IL “PONCE”

Il Ponce (detto anche punce o punk) è un liquore a base di arancio ed erbe medicinali, usato come rimedio contro tosse e mal di gola.

La parola “PUNCH” sembrerebbe derivare da un termine sanscrito che significa “cinque”.

Tipico prodotto dell’antico Abruzzo, si può servire come digestivo dopo i pasti oppure bollente, da solo o nel latte, perché le sue qualità terapeutiche alleviano raffreddore e mal di gola.

A produrlo iniziò nel 1888, presso Villa Santa Maria (Chieti) Francesco Iannamico, che creò la formula del Punch d’Abruzzo Jannamico e dell’Amaro d’Abruzzo.

Il successo del Punch fu tale che ottenne nel corso della sua storia ben 18 riconoscimenti ed onorificenze internazionali, tra cui la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Parigi nel 1900.

Secondo la tradizione, la ricetta del Punch Abruzzese sarebbe frutto dell’incontro tra Jannamico e monaci benedettini di passaggio nel borgo Abruzzese.

Cinque gli ingredienti usati per la sua produzione : erbe aromatiche, buccia d’arancia,  zucchero, alcool e acqua.

Oggi ne esistono diversi gusti, tra cui, oltre all’arancio, troviamo anche mandarino, cioccolato e rhum.

Se volete cimentarvi con questo liquore, provate questa ricettaIo ho usato arancia con rosmarino, cannella e zenzero. Vedremo presto il risultato!

LIQUORI D’ABRUZZO. LA RATTAFIA

Come sappiamo, il termine ratafià (ratafia o rataffia) indica qualsiasi tipo di liquore composto da un infuso a base di succhi di frutta e alcool.

In Abruzzo e Molise, la ratafià è un liquore a base di amarene e di vino rosso ottenuto da uve Montepulciano.

Gabriele D’Annunzio lo definiva “l’Elisir d’Abruzzo” e ne osannava le caratteristiche afrodisiache.

È tradizionalmente prodotta ponendo amarene mature intere o snocciolate e zucchero dentro recipienti di vetro esposti al sole per circa 30 giorni, al fine di favorire la fermentazione.

Al prodotto così ottenuto si aggiunge poi il vino rosso, lasciando macerare e agitando periodicamente il tutto per almeno altri 30 giorni, ma si può arrivare anche a 5-6 mesi.

Il prodotto è poi filtrato e imbottigliato. In alcuni casi dopo la filtrazione si aggiunge dell’alcool per aumentarne la gradazione.

Il termine deriverebbe dall’espressione latina “PAX RATA FIAT”.

Era usata sin dall’antichità al raggiungimento di un accordo, spesso durante un banchetto, al termine del quale si serviva un liquore a base di frutta.

Nella tradizione popolare abruzzese, i notai pronunciavano la frase “Pacta rata fiat” alla conclusione della stipula di un atto. Lo scrittore teramano Alessio de Berardinis faceva derivare il nome della RATAFIA da questa antica pratica.

La ricetta della rattafia classica la trovate QUI

LIQUORI D’ABRUZZO. IL VINO COTTO

Detto anche Vin cuott o Vin cott, il vino cotto viene prodotto da uve tipiche abruzzesi. Il mosto ottenuto da queste uve viene cotto fino a quando l’evaporazione non porti il contenuto a ridursi di una quantità variabile tra un terzo e un mezzo di quella iniziale; la maggiore o minore concentrazione varia a seconda del grado zuccherino di partenza.

Messo poi in botti di legno, il prodotto subisce una lenta fermentazione e poi l’invecchiamento, in un contenitore in cui è già presente il vino cotto degli anni precedenti.

Il procedimento della cottura rendeva il vino meno acido e quindi poco soggetto a trasformarsi in aceto.

Quando il raccolto era peggiore del solito o quando il proprietario del terreno sceglieva l’uva migliore e lasciava al contadino quella più rovinata, questi, per non rischiare di rimanere senza vino, facendo ricorso alle sue migliori risorse ed alla sua creatività, riusciva a bere per tutto l’anno un vino forse migliore di quello del padrone.

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!