L’APPRENDISTA BECCHINO di Giuseppe Chiara

L’apprendista becchino è il primo romanzo di Giuseppe Chiara, pubblicato nel 2012.

L’ho scoperto per caso, attirata dallo strano titolo. Lo trovavo adatto al tema Halloween! Ma in realtà è un garbato giallo, divertente e appassionante, con tanto di storia d’amore.

Ma vediamo di che cosa parla

L’apprendista becchino

Giuseppe Chiara

Editore: Todaro

Collana: Impronte

Anno edizione: 2012

Pagine: 260 p.

L’apprendista becchino. Descrizione

Siete stanchi dei soliti avvocati, giornalisti e insegnati che si improvvisano detective? Eccovene uno nuovo di zecca: un becchino, anzi, un apprendista becchino.

Il sindaco di un paesino nell’entroterra ligure decide di sfruttare, a fini elettorali, il passato glorioso degli abitanti del paese.

Per questo incarica il becchino di riesumare la salma di un eroe partigiano per inaugurare un sacrario.

Un incidente fa cadere la cassa e anziché il cadavere vengono trovati dodici lingotti d’oro. Anselmo il becchino e Silvestro, suo giovane aiutante, pensano di tenersi l’oro. Questa decisione non porterà fortuna a nessuno dei due.

L’apprendista becchino. L’autore:

Giuseppe Chiara, classe 1953, usa la scrittura come antidoto al lavoro che si permette solo in piccole dosi.
Una grande passione per il cinema di tutti i generi, ma nel suo cuore un posto speciale lo occupa Il mucchio selvaggio di Peckinpah.
Lettore onnivoro e disordinato fa emergere dal caos: Giorgio Scerbanenco, Tom Sharpe e Jean-Claude Izzo.
Sino alla pubblicazione de L’apprendista becchino non sapeva di essere uno scrittore e la cosa lo sorprende ancora. Vive con una moglie ecologista ferroviera e una figlia filosofa e nessuna delle due lo prende molto sul serio.

Ha idee confuse su quello che ci attende dopo la morte, ma è convinto di meritare un Paradiso pieno di gatti, vino e libri.

Nel 2015 è uscito il suo secondo libro, Le Adidas di Cenerentola. Venti anni dopo gli avvenimenti de L’apprendista becchino, Silvestro torna a Folà Scrivia per aiutare il suo amico Elvis…

L’apprendista becchino. Breve riassunto e commento personale

Se volete divertirvi con un giallo ben scritto, diverso dai soliti, questo libro fa per voi.

Due becchini, una bara, un cadavere scomparso e, al suo posto, dodici lingotti d’oro con il simbolo della Wehrmacht. Questi i fatti nudi e crudi.

Da questi pochi elementi, Chiara tira fuori un libro divertente e ricco di colpi di scena, ambientato nel 1975 a Folà Scrivia, un paesino delle colline liguri.

Protagonista  il più improbabile dei detective,il ventenne aspirante pittore Silvestro Cacciabue. Grazie alla sua fidanzata, Norma, figlia del sindaco Annibale Scannalupi (PCI, ex partigiano),  ha ottenuto il precario lavoro di aiuto operatore cimiteriale del loro piccolo paesino. Come ci racconta egli stesso (pag 7):

«Il lavoro del becchino gode di cattiva fama ma, per me, non era male. Paga sicura, orari accettabili e clienti che non si lamentavano mai»

Rimasto orfano a soli quattro anni, vive da allora con la sua adorata Nonna Ines, una donna tutta d’un pezzo che, da giovane, aveva partecipato alla Resistenza.

Lo incontriamo in un “giorno speciale” :

Per la prima volta, riesumavo una salma. Per un becchino, la prima riesumazione è un momento fondamentale… dopo non sei più la stessa persona

Con lui, a guardare più che aiutare, è il becchino titolare Anselmo, ubriacone bestemmiatore omosessuale, anche lui partigiano.

La riesumazione è quella di un partigiano morto negli ultimi giorni della Resistenza, poco prima del 25 aprile. La bara di  Saetta deve essere spostata nel nuovo sacrario fatto costruire dal sindaco Scannalupi per onorare i morti della guerra partigiana.

Nello spostamento, però, la bara cade e si apre. Sorpresa (pag 16):

«Ho sempre pensato che Benito (il vero nome di Saetta) fosse un ragazzo d’oro, ma questo proprio non me l’aspettavo»

esclama eccitato Anselmo. Al posto del corpo, infatti,  12 lingotti d’oro. Anselmo è intenzionato a tenerli:

«Da domani ci saranno due scavafosse di meno»

dichiara. Silvestro, riluttante e onesto, vorrebbe restituire l’oro: “A chi? Saetta è stato ammazzato alla fine della guerra, siamo nel 1975. Chi l’ha nascosto è sicuramente morto” gli dice Anselmo. E lo convince ad essere dalla sua. Inoltre, sa già chi comprerà l’oro.

Ma quella stessa sera viene ucciso. Prima di morire, riesce a scrivere con il suo sangue un nome, “Silvestro”. Sembra proprio che stia accusando il suo apprendista.

Silvestro riesce a sfuggire ai Carabinieri e, con e, con l’aiuto del suo amico Elvis (in realtà si chiama Riccardo), trova rifugio nel paese abbandonato di Case del Salto.

E decide che, se non vuole marcire in prigione, toccherà a lui indagare per scoprire il vero colpevole. Al suo fianco, inaspettatamente, anche la bella Norma, pronta a tutto per difendere il suo amore.

Quando/ si scoprirà la vera identità dell’assassino, la vita di tutti i personaggi cambierà per sempre.

VOTO: 8/10

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!