INIZIA IL NATALE CON L’OTTO DICEMBRE!

INIZIA IL NATALE CON L’OTTO DICEMBRE!

Anche se per la chiesa cattolica il periodo di avvicinamento al Natale comincia la prima domenica dell’avvento, per molti è l’otto dicembre a dare avvio alle feste natalizie.

Tante le tradizioni legate a questa ricorrenza. Scopriamole insieme.

INIZIA IL NATALE CON L’OTTO DICEMBRE!

Il giorno dell’Immacolata Concezione dà ufficialmente inizio alle festività natalizie e, come sempre accade, la festa è anche a tavola! Del resto la cucina rallegra le feste, religiose e non,  con i suoi colori e i suoi profumi.

Il cibo è uno dei più grandi  piaceri della vita! Il pranzo dell’immacolata è probabilmente uno dei più belli dell’anno, proprio perché apre il periodo natalizio. Per tradizione, si preparano albero e presepe e la casa inizia a riscaldarsi con l’atmosfera e i profumi delle feste.

Dopo aver ricordato che cosa questa ricorrenza rappresenta da un punto di vista religioso, quindi, scopriamo insieme come si festeggia a tavola!INIZIA IL NATALE: L’IMMACOLATA CONCEZIONE

Istituita nel 1854 da papa Pio IX, con la bolla «Ineffabilis Deus», il dogma dell’Immacolata Concezione sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.

La Vergine, secondo il credo religioso, è stata concepita senza peccato originale e preservata da ogni macchia, nel grembo di Sant’Anna. Si festeggiava anche in Oriente già nel XI secolo, ed è poi  entrata nel calendario della Chiesa.

Ogni anno il Papa, l’8 Dicembre fa visita al monumento dell’Immacolata, inaugurato a Piazza di Spagna nel 1857. In realtà il monumento sorge nell’adiacente Piazza Mignanelli e fu interamente pagato dal re di Napoli Ferdinando II.

Papa Pio XII, nel giorno dell’Immacolata Concezione, iniziò a inviare dei fiori come omaggio alla Vergine; papa Giovanni XXIII, nel 1958, uscì dal Vaticano e si recò personalmente in Piazza di Spagna, per deporre ai piedi della Vergine Maria un cesto di rose bianche, e successivamente fece visita alla basilica di Santa Maria Maggiore.

Tale consuetudine è stata poi continuata anche dai papi successivi. La visita in Piazza di Spagna prevede la presentazione dei fiori e la lettura di un brano della Sacra Scrittura e di uno della Dottrina della Chiesa cattolica, oltre a preghiere e alcuni canti mariani, tra cui il Tota pulchra

INIZIA IL NATALE. Le tradizioni “pagane”

Il giorno dell’Immacolata è usanza addobbare l’albero di Natale, cenare insieme agli amici, giocare a carte e a tombola.

In alcune parti d’Italia, soprattutto a Sud, resta l’usanza di festeggiare la vigilia dell’Immacolata con una cena di magro, proprio come avviene alla Vigilia di Natale. Dunque niente ricette a base di carne.

Nel Salento, per esempio, si osserva il digiuno, che poi è tutto tranne che un digiuno. Alla Vigilia dell’Immacolata, infatti, nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, si usa pranzare con la puccia, un tipo di pane,  condito, a seconda dei gusti, con tonno, pecorino, peperoni, alici, melanzane e molto altro. Durante il pranzo, non possono mancare le pittole o pettole. Il dolce tradizionale è costituito da dolcetti chiamati sannacchiudere, simili agli struffoli, e dai bocconotti.

Anche a Matera, a pranzo è previsto il digiuno, con la totale astensione dal cibo.

La cena materana propone ricette quali baccalà in umido e ficcilatidd. Detto anche “tarallo dell’Immacolata”, u’ficcilatidd è un pane ai seme di finocchio a forma di ciambella, che rappresenta la Concezione di Maria e simboleggia con la sua rotondità la perfezione dell’universo.

In Campania, si gusta invece la pizza di scarole,  piatto che ricorre spesso nella cucina napoletana in occasione delle vigilie delle festività.

La pizza di scarole è una pizza chiusa e la tradizione vuole che se ne consumi solo un pezzetto non troppo grande a testa, proprio per avvalorare che si tratti di un vero digiuno. Non sono previste infatti altre pietanze.

In Sicilia, alla vigilia dell’Immacolata, ci si riunisce spesso per mangiare insieme la cosiddetta   Muffuletta, una pagnotta di grano aromatizzata e condita in diversi modi.

Immancabile “U sfinciuni“: focaccia morbida condita con salsa di pomodoro, acciuga e caciocavallo. Il dolce tipico è la Petrafennula, una sorta di torrone di origine araba preparato con miele, mandorle, bucce di arancia e di cedro.

Tipico è anche il buccellato – in siciliano cucciddatu. Si tratta di un impasto di pasta frolla farcita con fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia, spesso a forma di ciambella.

La forma rotonda, indicata dal nome latino “buccellatum” che significa “di forma circolare”, ha un significato votivo: rappresenta una collana da omaggiare alla Madonna e, come tutte le forme arrotondate, rievoca il ventre materno e quindi consacra l’Immacolata madre di tutta l’umanità

In occasione della Concezione, si  mangiava spesso per la prima volta la carne di maiale, fatta cuocere  per ore con la passata di pomodoro. Con questo sugo si condivano poi le lasagne farcite di ricotta.

Un piatto della tradizione calabrese che non può mancare in un pranzo per l’Immacolata sono i Cuddrurieddri, un fritto a forma di ciambella, che si prepara soprattutto nel periodo natalizio, in particolare la vigilia dell’Immacolata.

Con lo stesso impasto si possono preparare anche i panzerotti, che secondo tradizione vengono farciti con un filetto di acciuga ed un pezzetto di caciocavallo.

INIZIA IL NATALE: i dolci per l’Immacolata

Come abbiamo visto, tanti sono i piatti che caratterizzano questa festa. E naturalmente non possono mancare i dolci! Oltre alla Petrafennula siciliana, che, come detto, è una specie di croccante fatto con miele, mandorle, bucce di cedro e arance, confetti e cannella, possiamo ricordare le Zeppole dell’immacolata.

Sono deliziose ciambelline fritte originarie della Campania, insaporite con miele e confettini di zucchero colorati. Si friggono in olio di semi e solitamente si aggiunge una piccola quantità di anice per un gusto più marcato.

Per la ricetta delle zeppole dell’Immacolata, buone in ogni occasione, cliccate QUI

Un altro dolce tipico siciliano è la Nipitiddata. Si tratta di un dolce fatto con una pasta sfoglia fragrante che racchiude un ripieno ricco ed energizzante come di fichi secchi, noci, mandorle, spezie, marmellata e un tocco di cioccolato. Ne esistono diverse versioni. Io ho sperimentato la ricetta che trovate QUI

Del “gucciddato” o buccellato palermitano abbiamo già parlato. Vi ricordo che si tratta di un antichissimo dolce a forma di ciambella, costituito da una pasta frolla farcita riccamente.

E ora non resta che rimboccarsi le maniche e prepararsi al Natale!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!