IL CACCIATORE DI TARANTE di Martin Rua

IL CACCIATORE DI TARANTE è il nuovo appassionante thriller dello scrittore napoletano Martin Rua. Vi racconto perché mi è piaciuto

IL CACCIATORE DI TARANTE

Martin Rua

Editore: Rizzoli

Prima pubblicazione : 2020

Pagine: 368 p.

Genere: Thriller, Suspense, Fiction storica

Preceduto da : I sotterranei di Torino

IL CACCIATORE DI TARANTE : DESCRIZIONE (dal sito dell’editore)

“Ecco perché questo posto non troverà mai pace: qui da millenni si venerano gli dèi sbagliati.”

1870. L’Italia è appena stata fatta, ma per fare gli Italiani la strada è ancora lunga. Giovanni Dell’Olmo, ispettore di pubblica sicurezza a Torino, e il duca Carlo Caracciolo de Sangro, brillante medico a Napoli, incarnano alla perfezione gli stereotipi del Regno: il Nord sabaudo freddo e rigoroso e il Sud borbonico godereccio e superstizioso.

Ma i due hanno qualcosa in comune, perché nel loro campo sono i migliori, e questo rende entrambi degli outsider, malvisti da colleghi e sottoposti.

Le loro strade s’incrociano quando Giovanni, sulle tracce di un assassino noto come l’Imbalsamatore, viene spedito nel tanto disprezzato Mezzogiorno del Regno per una missione: ironia della sorte, il Ministero gli affianca proprio un napoletano, il dottor Caracciolo de Sangro, esperto tossicologo e grande conoscitore di ragni.

Ad Ariadne, infatti, nel Salento più profondo e devoto al santo Paolo, in pochi mesi la taranta sembra aver calato cinque donne, tutte braccianti nei campi di una masseria, provocandone la morte.

Ma i conti non tornano, e mettendo da parte i pregiudizi, Carlo e Giovanni dovranno risolvere il mistero di questi decessi sospetti, tra esplorazioni nei sotterranei del paese e rocambolesche sparatorie, e affrontare ognuno la propria nemesi.

Martina Rua trasforma l’esoterismo in seducente materia narrativa, regalandoci un thriller dove la Storia è il palcoscenico di un enigma che ha le radici nelle leggende più nere della nostra terra.

IL CACCIATORE DI TARANTE : l’autore

Martin Rua è nato a Napoli, dove si è laureato in Scienze Politiche con una tesi in Storia delle religioni. I suoi studi si sono concentrati su massoneria e alchimia.

Con la Newton Compton ha pubblicato con grande successo la Parthenope Trilogy (Le nove chiavi dell’antiquarioLa cattedrale dei nove specchi, I nove custodi del sepolcro).

A questa prima trilogia ha fatto seguito la Prophetiae Sag, composta da

Sempre con la Newton Compton ha pubblicato nel 2015 l’ebook La fratellanza del Graal e la guida insolita Napoli esoterica e misteriosa. È anche uno degli autori della raccolta di racconti Sette delitti sotto la neve.

Ed è tornato in libreria con “IL CACCIATORE DI TARANTE” a luglio 2020.

IL CACCIATORE DI TARANTE : breve riassunto e commento personale

Dopo aver letto il prequel di questo romanzo, “I sotterranei di Torino”, mi sono tuffata a capofitto tra le pagine di questo avvincente thriller, che ci riporta a un periodo storico molto tormentato della nostra nazione. E ci fa capire quanto siano stati inutili i 150 anni trascorsi dall’Unità d’Italia. Infatti il passato non è affatto tale e ancora oggi continuiamo a vedere le solite diffidenze tra Nord e Sud.

Martin Rua poi riesce a farci innamorare ancora una volta del Salento, terra ricca di fascino e di mistero che da qualche mese incontro spesso nelle mie letture!

Dalle gelide strade di Torino, ci ritroviamo così nel caldo Sud, a caccia di tarante velenose…

Protagonisti del romanzo sono due personaggi che più diversi non potrebbero essere: il piemontese Giovanni dell’Olmo e il duca napoletano Carlo Caracciolo de Sangro. I due

incarnano alla perfezione gli stereotipi del Regno: il Nord sabaudo freddo e rigoroso e il Sud borbonico godereccio e superstizioso. Ma i due hanno qualcosa in comune, perché nel loro campo sono i migliori, e questo rende entrambi degli outsider, malvisti da colleghi e sottoposti.

All’inizio del romanzo ci troviamo a Torino, nel giugno del 1969. Dell’Olmo ha una nuova pista per cercare di risolvere i “delitti dell’Imbalsamatore”

“un caso che stava facendo impazzire da mesi pubblica sicurezza e Carabinieri reali a Torino e dintorni”.

Ma per la quinta volta il nostro ispettore “snob, freddo e scostante” arriva troppo tardi:

“Provava rabbia per non essere riuscito a salvarla e vergogna perché la conosceva”

Infatti la vittima è una giovane prostituta, Maddalena, che di tanto in tanto Dell’Olmo frequentava.

Ci ritroviamo poi ad Ariadne, all’incirca un anno dopo (maggio 1870) e, con sgomento, assistiamo alla morte di Maria:

La ragazza aprì gli occhi per un attimo e quel che vide annichilì le sue ultime difese. La taranta le sorrideva mentre le iniettava il suo veleno mortale.

Ma il nostro viaggio non è ancora terminato. Infatti alla fine di maggio ci ritroviamo a Napoli, nella aule della sua università. Facciamo così conoscenza del professore Carlo Caracciolo Di Sangro

Borioso, vanesio e arrogante, ma anche scostante e solitario

Con forza Caracciolo si oppone alla tesi dell’illustre professor Boccadamo, secondo cui la vittima sul tavolo settorio sarebbe stata uccisa da un morso del ragno del tipo Latrodectus tredecimguttatus. Ovvero da una vedova nera mediterranea. Il povero ragno infatti è assolutamente innocuo per gli esseri umani! Ad uccidere l’uomo è stato invece un ragno violino.

Il duca ci fa davvero una tristezza infinita e subito ci entra nel cuore… Intanto ad Ariadne la gente è convinta che la taranta sia tornata ad uccidere. Per mettere fine alle voci e alle proteste dei suoi braccianti, il barone Vincenzo Pisanelli chiede al prefetto di inviare degli esperti:

«Verrà il più grande esperto di tarante da Napoli. Lui è figlio di una ariannese, è uno di noi. Sa
cosa deve fare»

Al duca Caracciolo viene affiancato “uno sbirro tosto”, fatto arrivare appositamente da Torino. Immaginatevi con che spirito il “moderatamente razzista” Giovanni Dell’Olmo arriva nel Mezzogiorno!

Lesse e rilesse il nome della ex capitale del Regno delle Due Sicilie, provando una crescente angoscia. Nei suoi viaggi non si era mai spinto più a sud di Roma…Il pensiero di doversi recare a Napoli e poi giù fino al Salento gli fece affiorare alle labbra una preghiera… Pensò che sarebbe anche stato il caso di andare dal suo amico notaio, quel giorno stesso. Meglio fare testamento prima di partire.

E la prima impressione non è affatto positiva, anzi, conferma i peggiori pensieri di Dell’Olmo!

Solo la genovese e un umile piatto di ciceri e tria riusciranno infine a sciogliere il rigido torinese!

Poco alla volta, però, Dell’Olmo comprenderà di non essere molto diverso dal duca…

Per il duca il ritorno ad Ariadne è molto doloroso. C’era stato infatti l’ultima volta trent’anni prima, quando sua madre era morta proprio qui. Ad affiancare i due “forestieri” è il delegato municipale di Ariadne, Nicola Tortorelli.

Mentre tutti i notabili di Ariadne sembrano decisi a mettere i bastoni tra le ruote ai due estranei, Tortorelli fa di tutto per aiutarli e non si tira indietro nemmeno quando Dell’Olmo gli da riesumare il cadavere della povera Maria. La cui salma è perfettamente conservata. Che l’Imbalsamatore stia colpendo nel Salento?

Poco alla volta, Giovanni e Carlo metteranno da parte le diffidenze reciproche e si ritroveranno a collaborare per smascherare la “Malombra”.

Riusciranno così a fare chiarezza anche su eventi molto lontani…

Appassionante dall’inizio alla fine, il libro ci fornisce anche parecchio su cui riflettere e ci illustra con chiarezza i riti ancestrali di una terra bellissima e troppo spesso maltrattata. Ve lo consiglio davvero

VOTO : 9 / 10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!