I DELITTI DELLA MEDUSA di GIULIO LEONI

Un libro al giorno prosegue con I DELITTI DELLA MEDUSA; il primo giallo storico scritto da Giulio Leoni con protagonista Dante Alighieri. Scopriamo meglio questo affascinante romanzo

 

I delitti della medusa

Giulio Leoni

Editore: TEA

ANNO PUBBLICAZIONE: 2000

Pagine: 220 p.

 

 

I DELITTI DELLA MEDUSA. Descrizione

«Leoni è riuscito a costruire un intreccio da cui è difficile staccarsi e a creare intorno alla figura di Dante un mondo perfetto.» – Niccolò Ammaniti

Firenze, 1300. In una notte di metà luglio il priore Dante Alighieri viene chiamato in tutta fretta dal bargello della città e condotto sul luogo di un orrendo delitto.

Nel nuovo palazzo dei Priori ancora in costruzione, tra le ali di un colossale carro allegorico a forma di aquila imperiale, è appeso il cadavere di una donna decapitata, coperta da una ricca veste di broccato intessuta d’argento.

Per Dante non è difficile riconoscere il corpo della bellissima Vana del Moggio, cantatrice amatissima che con la sua voce paradisiaca ammaliava tutta Firenze.

Chi può averla uccisa? Per scoprirlo il sommo poeta dovrà inoltrarsi nella «selva oscura» degli indizi e delle false piste, mentre su tutto grava l’ombra di un terrificante mostro mitologico…

I DELITTI DELLA MEDUSA. LA TRAMA

Luglio 1300. Dante è priore della città già da un mese ed è chiamato ad indagare su un macabro omicidio. Il cadavere di unaa donna è stato ritrovato, privato della testa, appeso ad un macchinario nel nuovo Palazzo dei Priori in costruzione (p 22):

«Era un corpo di donna, appeso alla struttura lignea..disposto ad aprirsi l’aria con le braccia e il petto, come quelle figure che i veneziani ponevano sulla prua dei loro legni…a questa mancava completamente la testa, tagliata con un colpo netto e preciso…»

Dante aveva già visto la violenza della morte durante la battaglia di Campaldino. Ma stavolta è diverso (p 23):

«quel povero corpo fragile era testimonianza non della virile follia della guerra, ma solo di un intollerabile atto di violenza barbara e vile»

Subito Dante analizza la scena del ritrovamento. Secondo il bargello (p 25)

«Solo un demonio può averla issata a quella altezza, messer Durante»

Ma Dante «non tollerava…quel modo di elargire banalità come oracoli. “Lasciamo il diavolo nei suoi abissi”», rimbrotta il militare.

Notiamo che i due si odiano e che il bargello non vede l’ora che il “poetucolo” torni privato cittadino per vendicarsi di essere stato sminuito davanti ai suoi uomini. Infatti il demonio non c’entra. Come nota Dante,il corpo è stato sollevato con un argano.

  • DANTE IDENTIFICA LA VITTIMA

Esaminando il cadavere, Dante ha la spiacevole sensazione di averlo conosciuto vivo. Poco dopo (p 30)«un particolare nella curva della spalla», lo libera dal dubbio :

«appena sotto la scapola sinistra spiccava sul rosato della pelle una macchia bianca …a forma di mezzaluna, inconfondibile».

 La vittima è Vana del Moggio, «la compagna del celebre cantore Casella. La donna amata da mezza Firenze per la sua bellezza e straordinarietà della voce…E odiata dall’altra metà, per gli stessi motivi».

Dante sa che, per venire a capo del delitto, dovrà appurare che cosa ha fatto Vana nelle ultime ore di vita.

  • LE INDAGINI DEL  PRIORE

Scopre così che ha partecipato ad una cena a casa del suo vecchio amico, il poeta Guido Cavalcanti.

Al banchetto erano invitati quanti facevano parte del gruppo dei Fedeli d’amore, da cui Dante si era allontanato da quando aveva cominciato a dedicarsi alla politica.  Dante dovrà a indagare sui suoi vecchi amici, affrontandoli uno alla volta. E comincia con Cavalcanti:

Negli incontri emergerà la vena polemica del Poeta, che non mancherà di mostrarsi vendicativo e piuttosto permaloso. Da buon fiorentino, non esiterà a colpire i suoi amici con battute al vetriolo. Ci toccherà persino seguirlo in un  bordello! Altro che “donna angelo” e “amore platonico”! Santa donna, la moglie di Dante!

Un uomo piccolo piccolo, quello che traspare dalle pagine del libro. E pure la soluzione del caso, arriverà non si sa bene come… Il colpevole verrà punito con l’esilio.

  • IMPRECISIONE STORICA

Non vi rivelo chi sia il colpevole, ma vi preannuncio che l’autore ha commesso un piccolo errore “storico”. Infatti posticipa di circa un mese la data effettiva dell’esilio. Nella realtà, il colpevole fu mandato in esilio il 29 giugno 1300 e non a fine luglio.

I DELITTI DELLA MEDUSA. La Mia Opinione

Non mi è piaciuta la conclusione del giallo in sé. Non si capisce infatti come abbia fatto Dante ad arrivare alla scoperta del colpevole, che tra l’altro si identifica abbastanza presto, facendo attenzione a quanto viene detto. Ma ho apprezzato la smitizzazione del “Sommo Poeta”, finalmente riportato nella sfera umana. Anche l’ambientazione nella Firenze pre-medicea mi è piaciuta parecchio.

Non ho gradito particolarmente lo sfoggio, spesso gratuito, di citazioni dalle opere di Dante in momenti inopportuni. Troppe volte le parole del poeta sembravano non avere alcuna attinenza con quello che stava accadendo. E i continui richiami alla fede, al Dio creatore…chi devi convincere caro Dante??? Forse l’odiato Bonifacio VIII?

Però ammetto che il libro mi ha messo la curiosità di leggere gli altri romanzi della serie, per cui si, mi è piaciuto. Ma se volete leggere questa serie, saltate questo romanzo e passate direttamente al successivo, “I DELITTI DEL MOSAICO”.

Tra l’altro, ho scoperto che, sebbene scritto dopo, in realtà cronologicamente precede “I delitti della Medusa”

UN’ULTIMA CURIOSITÀ. IL TITOLO

Il  titolo si deve alla maschera della Medusa che viene messa al posto della testa di Vanna.

E che aveva anche un altro scopo…che spiega il plurale. No, non ve lo rivelo!

VOTO: 7/10

1,0 / 5
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!