Hollywood in subbuglio di Ellery Queen

Hollywood in subbuglio è un romanzo giallo di Ellery Queen, scritto nel 1938. Scopriamo insieme di che cosa parla

Hollywood in subbuglio

Ellery Queen

Titolo originale : The devil to pay

Anno prima pubblicazione: 1938

Traduttore: Gianni Montanari

Editore: Mondadori

 

 

Hollywood in subbuglio. Descrizione

Uno speculatore che ha mandato in rovina molta gente è il soggetto ideale di una trama delittuosa.

Ma per Ellery Queen, a Hollywood per scrivere sceneggiature cinematografiche, non si tratta di uno spunto su cui lavorare di fantasia.

Questa volta è tutto terribilmente vero. La vittima in questione è Solly Spaeth, finanziere coinvolto in uno scandalo. Probabilmente è stato uno dei suoi innumerevoli nemici in cerca di vendetta a trafiggerlo con una spada spalmata di melassa e cianuro.

Modalità macabra quanto bizzarra. E forse la mano che gli ha vibrato il colpo fatale è quella del socio Rhys Jardin, finito sul lastrico a causa dei suoi intrallazzi.

Scena del crimine, un complesso residenziale sulle colline di Los Angeles: quattro lussuose villette chiuse in un totale isolamento dal mondo esterno. Terreno di gioco perfetto per Ellery, alle prese con una sfida degna della sua fama.

Hollywood in subbuglio. L’autore

Ellery Queen è lo pseudonimo dietro cui si nascondono i cugini statunitensi Frederic Dannay (1905-1982, vero nome Daniel Nathan) e Manfred B. Lee (1905-1971, vero nome Manford Lepofsky), che, insieme, hanno creato una delle firme più prestigiose nella storia del giallo.

Hollywood in subbuglio. Breve riassunto e commento personale

Ellery è stato chiamato ad Hollywood per partecipare alla stesura della sceneggiatura di un film. Ma, invece di dedicarsi all’attività per cui gli Studios lo pagano, è costretto a correre dietro al regista, che nemmeno si degna di incontrarlo.

Per fortuna a distrarlo arriva la strana richiesta di Walter Spaeth: deve partecipare ad un’asta ed acquistare tutto.

Scopriamo così che il padre di Walter, Solomon “Solly” Spaeth, ha truffato parecchie persone, tra cui anche il suo sprovveduto socio, Rhys Jardin. L’uomo, ridotto sul lastrico, è costretto avendere le sue cose per far fronte ai suoi debiti.

Walter, fidanzato con Valerie Jardin, un comunista convinto, decide di aiutare il futuro suocero e chiede ad Ellery di fare da intermediario.

Mi piace l’incipit del romanzo:

Hollywood, come la Terra di Oz, possiede un sapore bizzarro e vellutato; è il luogo dove in dicembre, sotto un sole che arriva ai trentadue gradi, alberi natalizi di alluminio crescono all’improvviso intorno ai lampioni stradali, dove i ristoranti prendono la forma di fari marittimi o di cappelli, il sabato sera le signore vanno a passeggio lungo i viali in calzoni e giacche di visone portando al guinzaglio cuccioli di leopardo, dove i giornali del mattino costano cinque centesimi e quelli della sera solo due, e la gente si assiepa instancabile per ore in lunghe code per guardare altra gente che preme le mani su riquadri di cemento fresco.

Un avvenimento banale a Hollywood, pertanto, risulta assai meno banale di un identico avvenimento accaduto a Cincinnati o a Jersey City, mentre un evento importante appare enormemente più importante.

Così, quando scoppiò lo scandalo della Truffa Ohippi, anche coloro che non erano azionisti della società divorarono i servizi giornalistici provenienti da Los Angeles, e nel giro di una notte la parola “Ohippi” divenne un termine caratteristico almeno quanto “quintupletta” per un parto di cinque gemelli e “i nove vecchi saggi” per una società segreta. Il che non viene certo detto con l’intenzione di sminuire l’ampiezza dell’evento.

Nel suo crollo, paradossalmente, la società Ohippi finì per cadere in piedi sotto forma di una calamità di grande portata. E benché la causa non venisse dibattuta in tribunale grazie alla preveggenza del piccolo avvocato Anatole Ruhig, per le strade e sui giornali divampò un’autentica battaglia in grande stile.

Sembrava di vivere davvero in tempo di guerra, con l’allampanato figlio di Solly Spaeth che sparava bordate a lungo raggio dalla redazione del “Los Angeles Independent” e gli infelici azionisti che alternavano ululati a cipigli furibondi davanti ai ferrei cancelli di Sans Souci, dietro i quali Solly sedeva imperturbabile intento a contare i suoi milioni.

L’ASSASSINIO E IL SOPRABITO SCOMPARSO

Subito dopo l’asta, Walter si reca dal padre, che nel frattempo lo ha diseredato.

Ma lo trova morto…. forse ucciso con un’arma del tredicesimo secolo sparita e poi ritrovata, sulla cui punta viene trovata melassa con cianuro di potassio.

Insomma, l’assassino voleva essere certo che Spaeth morisse!

 

Ad indagare viene chiamato l’ispettore Glǖke, una macchietta di investigatore, messo spesso in ridicolo da Ellery, che il poliziotto proprio non sopporta:

 “Non ho nessuna intenzione di vedere le mie indagini buttate all’aria da un tizio che scrive storie poliziesche!”

 

Tanti personaggi in questo romanzo, molti fastidiosi. Che dire della fidanzata del morto, l’aspirante attrice Winni Moon, con la sua erre moscia e la sua camminata ammiccante?

Il peggiore di tutti è il faccendiere Anatole Ruhig, avvocato della vittima e futuro sposo della Moon (???).

Si ride tanto in questo romanzo, che a tratti ci spiazza. Tutta una società ci sfila davanti agli occhi, con i suoi mille difetti e la sua ingenuità-

Certo, il romanzo mostra i suoi anni,ma è gradevole da leggere.

Non il  migliore romanzo dei due cugini, ma comunque un buona prova.

VOTO: 8 / 10

 

 

/ 5
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!