IL GIALLO – STORIA DEL POLIZIESCO

STORIA DEL POLIZIESCO –  IN ITALIA SI CHIAMA GIALLO

Prima di parlare della storia del poliziesco, spieghiamo perché in Italia lo chiamiamo “giallo”

Il termine “giallo” per indicare i polizieschi si usa solamente nella lingua italiana. Si deve a I Libri Gialli. La collana, ideata da Lorenzo Montano, fu pubblicata in Italia dal 1929 dalla Mondadori. Le copertine di tutti i romanzi erano gialle. Per questo il termine giallo ha sostituito in Italia quello di poliziesco, rimasto peraltro nei paesi francofoni (roman policier e polar). “Giallo” è anche, nel linguaggio comune, un fatto di cronaca delittuoso o comunque misterioso.

GENERE POLIZIESCO: DEFINIZIONE

L’oggetto principale della letteratura gialla è la descrizione di un crimine e dei personaggi coinvolti, criminali o vittime. Si parla di poliziesco quando ha un ruolo centrale la narrazione delle indagini, che svelano tutti gli elementi della vicenda criminale. Il genere giallo è diviso tradizionalmente in diversi sottogeneri:

  • il poliziesco (in particolare il giallo classico),
  • la letteratura di spionaggio,
  • il noir,
  • il thriller, a sua volta suddiviso in più filoni, tra cui il thriller legale e il thriller medico.

STORIA DEL POLIZIESCO- LA NASCITA

Il romanzo giallo, poliziesco, noir, horror, thriller nasce nell’Ottocento nel mondo anglosassone e diviene un genere diffuso e tradotto ovunque.

Auguste Dupin

La data di nascita del genere è posta nel 1841. Edgar Allan Poe pubblica in quell’anno I delitti della via Morgue. In esso compare il personaggio dell’investigatore Auguste Dupin. Costui riesce a risolvere i crimini senza nemmeno recarsi sul luogo del delitto, grazie a resoconti giornalistici, mediante le sue enormi capacità deduttive. (clicca QUI per saperne di più)

Il personaggio di Dupin crea un modello al quale si ispireranno quasi tutti i più importanti autori degli anni successivi: il più celebre sarà Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, protagonista del romanzo Uno studio in rosso del 1887.

Uno studio in rosso, la prima indagine di Holmes

SHERLOCK & FRIENDS

Il personaggio di Sherlock Holmes e i romanzi e racconti a lui dedicati sono riconosciuti come i primi veri gialli. Fin dall’inizio, Holmes diventa un modello, destinato ad esercitare un’influenza decisiva su tutta la futura letteratura gialla.

Gli investigatori letterari del periodo classico (Hercule Poirot e Miss Marple di Agatha Christie, Philo Vance di S. S. Van Dine, Ellery Queen) hanno moltissimi elementi in comune con Sherlock Holmes:

  • sono tutti abili deduttori,  in grado di cogliere il vero significato di indizi apparentemente marginali.
  • L’indagine arriva all’unica soluzione possibile attraverso l’analisi dei segni e delle tracce lasciate nel luogo del delitto
  • l’analisi degli indizi conduce senza possibilità di errore alla verità.
  • Tutti gli investigatori dell’epoca classica indagano non per dovere, né per mestiere, e spesso neanche per denaro, ma per pura vanità intellettuale, per curiosità, quasi per diletto o per il semplice piacere di risolvere un enigma.
  • Non rappresentano la legge, ma solo una aspirazione alla verità.
  • Anche gli ambienti in cui si verificano i delitti sono quasi sempre altolocati e raffinati, lontani dai luoghi in cui avvenivano i fatti criminali della cronaca.

Nel giallo dell’epoca classica la inevitabilità della scoperta (e conseguente punizione) del colpevole ad opera dell’investigatore sottolinea il trionfo della giustizia, il ristabilimento delle regole, il ripristino dell’ordine sociale e morale violato dal delitto

STORIA DEL POLIZIESCO – LA PRIMA META’ DEL XX SECOLO

All’inizio del secolo il genere conobbe sempre maggior fortuna. Numerosissimi gli autori che vi si dedicarono,  da Raymond Chandler (1888-1959), a Rex Stout (1886-1975), padre di Nero Wolfe, fino ad Agatha Christie (1890-1976) il cui primo romanzo, Poirot a Styles Court è del 1920.

Solo a metà degli anni trenta si iniziano a superare gli schemi del giallo classico. In questo periodo si delineano   le due strade parallele che, in Europa e in America, segnano l’allontanamento dal modello di giallo classico “alla Sherlock Holmes”.


1) Negli Stati Uniti 

Negli Stati Uniti, tra gli anni venti e gli anni trenta, si fa strada un nuovo genere di giallo che verrà poi definito hard boiled (oppure noir, anche se i due termini non possono essere considerati sinonimi), caratterizzato da storie dove il delitto rappresenta uno degli elementi della narrazione, mentre grande risalto viene dato alla caratterizzazione dell’ambiente e alla descrizione psicologica dei personaggi, con toni oscuri e fortemente negativi. (VEDI qui)

Gli sfondi ambientali sono spesso degradati e corrotti. I detective di questo filone sono dei “duri”, avventurieri solitari, personaggi disillusi dalla vita, spesso alcolizzati , che non credono più in niente e in nessuno, specchio di un’America disincantata, in grande fermento, ma spietata.

È il caso dei celebri investigatori come Sam Spade, ne Il falcone maltese di Dashiell Hammett, o Marlowe di Raymond Chandler (entrambi interpretati sullo schermo da Humphrey Bogart), anche ne Il grande sonnoL.A. Confidential, e in parte anche negli eroi dell’87º Distretto.

2) IN EUROPA

Negli stessi anni, in Europa,  Augusto De Angelis crea il personaggio del commissario De Vincenzi, che non ebbe grandissima fortuna, forse per lo scarso gradimento che il regime aveva nei confronti del genere letterario poliziesco.

Finalità propagandistiche e di ordine pubblico spinsero infatti il regime fascista a far “scomparire” il crimine dalle cronache dei giornali e dalla letteratura, tanto che nel 1943 si arrivò addirittura ad imporre il sequestro in Italia di “tutti i romanzi gialli in qualunque tempo stampati e ovunque esistenti in vendita“, con la chiusura anche della famosa collana dei gialli Arnoldo Mondadori Editore, visti con sospetto come una sorta di istigazione a sovvertire l’ordine costituito, e perché in contrasto con l’immagine positiva e integra della società italiana che il regime intendeva veicolare.

Nel resto dell’Europa, il genere continua a svilupparsi. A metà degli anni trenta, si impone Georges Simenon, che, con il suo commissario Maigret, cambierà definitivamente l’idea di indagine e il concetto stesso di romanzo poliziesco, introducendo ambienti, personaggi e situazioni lontanissimi da quelli proposti dal giallo classico. Maigret indaga senza indagare, per arrivare a una verità che si scopre spesso amara.

Gli assassini di Simenon non sono raffinati geni del male, sono persone qualunque, che spesso non immaginano nemmeno di essere capaci di uccidere. Maigret è un omaccione ordinario e vulnerabile, che nulla ha dell’eroe, è un piccolo borghese, uno stipendiato dallo stato.

Nei romanzi di Simenon il colpevole viene spesso sospettato, se non individuato, relativamente presto nel corso della storia. Si tratta però di ricostruire la verità umana, l’antefatto che ha causato il dramma, e con esso le prove per poter incastrare il colpevole. Importante ora è raccontare una vicenda umana, attraversata da un dramma e, perché no, da un delitto


Storia del poliziesco – Dagli anni cinquanta agli anni settanta

Con il genere hard boiled americano, ma anche con Simenon, il giallo si fa meno ottimista. E’ spesso la casualità a decidere il successo o il fallimento di una trama investigativa. Secondo lo svizzero Friedrich Dürrenmatt:

tutta la macchina della giustizia, a partire dalla indagine poliziesca fino ai meccanismi giudiziario-processuali, è incapace di cogliere la verità umana più autentica che si nasconde dietro al delitto.

La strada aperta troverà nei decenni successivi numerosi seguaci in tutta Europa. Per l’Italia va ricordato Giorgio Scerbanenco, il maestro ideale di tutti i giallisti italiani. I suoi romanzi sono uno spaccato umanissimo e amaro dei nostri anni sessanta. Rivelano una Italia difficile, cattiva, ansiosa di emergere ma disincantata. Un’Italia lontana dall’immagine ottimista del boom economico di quegli anni, spesso riproposta dai media.

Nei gialli degli anni settanta è sempre più presente il tema della prevaricazione del potere, dei suoi complotti e misfatti. La denuncia delle responsabilità criminali delle istituzioni contraddistingue moltissimi dei gialli italiani dell’epoca, pubblicati a partire dagli anni quaranta: da Giorgio Scerbanenco a Fruttero & Lucentini, parecchi commissari protagonisti sono caratterizzati come perdenti.

Storia del poliziesco – Dagli anni ottanta ad oggi

Il giallo in epoche più recenti si è intrecciato sempre più spesso con tematiche sociali, storiche e politiche. Basti pensare ad Andrea Camilleri, a Manuel Vazquez Montalban (Pepe Carvalho) e a Daniel Pennac. In una società sempre più caratterizzata dai soprusi e dalla violenza, non avrebbe senso costruire una storia classica all’inglese, sganciata dal contesto. Come ha scritto Massimo Siviero:

il romanzo d’evasione diventa allora romanzo d’invasione delle coscienze addormentate:alquandeve scuotere più che divertire.

A partire dagli anni novanta del XX secolo, si è imposta anche una schiera di giallisti scandinavi,  tra cui Stieg Larsson, Henning Mankell, Jo Nesbø, Camilla Läckberg, Liza Marklund, autori le cui opere sono accomunate dalle ambientazioni nordiche (nelle quali il freddo, la neve, le lunghe notti invernali sono spesso dominanti), da investigatori in varia misura “anomali” sul piano umano e investigativo, e da strette relazioni dei fatti criminosi e delle relative indagini con tematiche di forte impatto sociale.

(Parte delle informazioni sono tratte da Wikipedia)

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!