FUMO E CENERE di Abir Mukherjee (#3)

FUMO E CENERE  è il terzo romanzo che Abir Mukherjee, brillante scrittore inglese, dedica alle indagini del capitano Sam Wyndham e del sergente Banerjee. Ambientato come i precedenti nell’India del periodo delle lotte d’indipendenza, ci regala un grande ritratto di un’epoca spesso sconosciuta. Vi racconto perché mi è piaciuto

FUMO E CENERE

Abir Mukherjee

Titolo originale : Smoke and Ashes
Prima pubblicazione 2018

Traduzione : Alfredo Colitto
Prima edizione italiana : 2020
Editore : Società Editrice Milanese
Pagine : 297 p.

Preceduto da: Un male necessario

SEGUITO DA : MORTE A ORIENTE

FUMO E CENERE : Il libro (dal sito dell’editore)

Calcutta, 1921. Tormentato dai ricordi dolorosi legati alla guerra mondiale e alla morte della sua giovane moglie, il capitano Sam Wyndham sta cercando di contrastare la grave dipendenza dall’oppio, che deve comunque tenere segreta perché potrebbe costargli la carriera.

Ma è proprio in una fumeria d’oppio che, per sfuggire a un’incursione della polizia, incappa nel cadavere sfigurato di uno sconosciuto, ucciso a coltellate. Il tipo di pugnale utilizzato e le ferite sul corpo dell’uomo fanno pensare a un omicidio rituale.

È il primo di una serie di morti misteriose, tutte con caratteristiche simili, ma apparentemente slegate l’una dall’altra e avvenute in diverse zone della città.

In una caccia all’uomo senza quartiere in cui è aiutato dal suo fidato assistente indiano, l’abile e astuto sergente Banerjee, Sam deve fare di tutto perché l’assassino non colpisca ancora.

Tutto questo sullo sfondo di un mondo in fermento, in cui i nazionalisti sono sul piede di guerra per protestare contro l’arrivo del principe di Galles e le spinte all’indipendenza dall’Impero britannico sono sempre più sentite.

Un thriller affascinante, una città dal potere ipnotico, la capacità straordinaria di intrecciare suspense, introspezione, e una grande fluidità narrativa.

FUMO E CENERE : l’autore

Abir Mukherjee è un giovane autore di best seller di origine indiana. Nato a Londra nel 1974, è cresciuto nell’Ovest della Scozia.  Si è laureato alla London School of Economics prima d’iniziare a lavorare nel mondo della finanza.

Ispiratosi per i suoi romanzi al desiderio di saperne di più su un periodo cruciale della storia angloindiana che sembra essere stato quasi dimenticato, nel 2014 ha partecipato, vincendolo, all’Harvill Secker crime writing competition indetto dal Telegraph con il thiller storico L’uomo di Calcutta, ambientato in India nel 1919 e avente per protagonista il capitano Sam Wyndham e in seguito ha continuato la serie con altri tre romanzi.

Vincitore dell’Ellis Peters Historical Award nel 2018 con L’uomo di Calcutta, vive e lavora a Londra con la moglie e i due figli.

FUMO E CENERE  : la serie di Sam Wyndham

  • L’uomo di Calcutta (A rising man, 2016), Milano, Società Editrice Milanese, 2018 traduzione di Alfredo Colitto.
  • Un male necessario (A Necessary Evil, 2017), Milano, Società Editrice Milanese, 2019 traduzione di Alfredo Colitto
  • Fumo e cenere (Smoke and Ashes, 2018), Milano, Società Editrice Milanese, 2020 traduzione di Alfredo Colitto.
  • Morte a Oriente (Death in the East, 2019), Milano, Società Editrice Milanese, 2021 traduzione di Alfredo Colitto.

FUMO E CENERE : breve riassunto e commento personale

Non dimenticarlo: sei nato per essere sacrificato sull’altare della madrepatria. SWAMI VIVEKANANDA

Come nei precedenti romanzi della serie, a coinvolgere è non solo la trama noir ma anche il contorno storico costruito dall’autore. Che sin dalle prime righe ci trasporta nel rovente clima della Calcutta della fine del 1921.

I fatti si svolgono in soli 4 giorni, dal 21 dicembre al 25 dicembre del 1921 e ci portano in una città allo sbando. Come pure allo sbando è il capitano Sam Wyndham, voce narrante e protagonista di questa affascinante serie. All’inizio del romanzo lo troviamo mentre cerca di sfuggire a una retata della polizia:

Non è insolito trovare un cadavere in un’impresa di pompe funebri. È solo raro che ci entri di sua iniziativa. Sarebbe stato un enigma piacevole da assaporare, ma non ne avevo il tempo mentre correvo per salvarmi la vita.

E’ il 21 dicembre e Wyndham corre sui tetti di Calcutta, inseguito dai suoi colleghi della polizia imperiale

“se mi avessero preso, ci sarebbero state domande imbarazzanti, che avrei preferito evitare”

Nel corso della sua fuga, il capitano si imbatte però nel corpo orrendamente sfigurato di un cinese, con un coltello piantato in pieno petto. L’uomo è ancora vivo e, a costo di venire arrestato, Wyndham si ferma a soccorrerlo. Pochi secondi dopo però muore e il capitano raccoglie il coltello, di cui poi si libera.

Certo è che la retata della polizia è davvero strana… Infatti “con la città sull’orlo dell’anarchia e le dimissioni a raffica degli agenti nativi”, le risorse della polizia sono scarse e non ci sono uomini “per frivolezze come retate nelle fumerie d’oppio”.

Nonostante la mente annebbiata dall’oppio, Wyndham si rende conto che il pugnale raccolto  somiglia molto a quelli che i reggimenti dei Gurkha portavano durante la guerra. E di sicuro:

 “non poteva essere una coincidenza che fosse stato ucciso un uomo e che la Buoncostume avesse effettuato la sua prima irruzione da mesi in una fumeria

Mentre si reca al lavoro, Wyndham riflette sul clima creatosi in città dopo l’ultimo appello del Mahatma Gandhi alla non collaborazione, che sembra aver scatenato forze che era difficile controllare, con aggressioni continue.

L’arrivo in India del principe Edoardo non aveva fatto che peggiorare la situazione. A Calcutta la sua visita dovrebbe iniziare proprio la mattina di Natale.

Lord Taggart intanto chiede a Wyndham e a Banerjee di svolgere un ingrato compito. Devono comunicare a Chitta-Ranjan Das che

«il viceré ha deciso di designare i Volontari del congresso come organizzazione proscritta. Saranno fuorilegge da domani… Voglio che consegni il messaggio a Das di persona»

Come ci spiega Banerjee, l’avvocato Chitta-Ranjan Das è un sostenitore del movimento Home Rule per l’autonomia ed è il principale luogotenente di Gandhi in Bengala, responsabile dell’organizzazione del movimento di non cooperazione e dei Volontari del congresso in tutta la provincia.

«La gente lo ama. Come per il Mahatma, anche a Das è stato attribuito un titolo onorifico: lo chiamano il Deshbandhu. Significa “amico della nazione”.»

Taggart conta sul sostegno di Banerjee, perché Das è un amico della sua famiglia. Ad ogni romanzo ammiriamo di più il sergente Banerjee, che ha davvero sacrificato molto, per poter continuare a fare il lavoro che amava:

Aveva lottato con la propria coscienza, tagliando i ponti con parenti e amici, e anche se non lo tenevo sotto controllo ero convinto che non vedesse i suoi genitori dal Kali Puja, il festival della dea Kali, oltre un anno prima.

Intanto Wyndham scopre che la retata della notte prima è stata voluta dalla sezione H del maggiore Dawson, per acciuffare un boss della Gang verde, un certo Fen Wang.

La Sezione H aveva il compito di monitorare i sovversivi politici indiani. Da quando si preoccupava dei trafficanti di droga cinesi?

Ma che fine ha fatto il cadavere del cinese? perché nessuno ne dà notizia? Altri problemi richiedono però l’attenzione del capitano. Infatti davanti all’Alta Corte, fa la conoscenza con l’avvocato Sasadhar Banerjeeil padre del sergente:

«Quindi lei è l’inglese che riempie la testa di mio figlio di sciocchezze imperialiste»

Lo scontro verbale tra Whyndham e Banerjee senior ci dà parecchie cose su cui riflettere

«Suo figlio combatte perché abbiano giustizia le famiglie delle vittime che non hanno nessun altro che combatte per loro… Le azioni di suo figlio hanno salvato la vita di indiani e inglesi. Tra i poliziotti con cui ho servito non ce n’è uno migliore»

Das invece è addirittura amichevole con Wyndham, di cui ha naturalmente sentito parlare dal padre di Suren, che lo ha definito come “il funesto ufficiale inglese che ha convinto suo figlio a non dare le dimissioni dalla polizia“.

Naturalmente Das non ha alcuna intenzione di dare ascolto all’avvertimento di Taggart né alle suppliche di Banerjee e di sua moglie, preoccupati per la sua salute precaria.

Intanto anche Annie Grant ha i suoi problemi. Infatti le aggressioni ai danni degli Anglo-Indiani erano aumentate  in tutta Calcutta:

“erano considerati con disgusto da noi e con diffidenza dagli indiani”

Das comunica al  capo della polizia la sua intenzione di indire una manifestazione di massa per protestare contro la messa fuorilegge dei Volontari. E, di nuovo, tocca a Wyndham e Banerjee comunicargli la notizia che, se non cambierò idea, verrà arrestato. Banerjee ci fa davvero tenerezza, praticamente scomunicato da amici e parenti: 

Si dice che nessun uomo è un’isola, ma la verità è che alcuni di noi sono costretti a esserlo, dal fato e da circostanze al di là del nostro controllo. Io ero un uomo così, e temevo che anche Surrender-not si stesse avviando rapidamente su quella china.

Appena usciti dalla villa di Das, i due poliziotti devono correre sul luogo di un omicidio. La vittima è una donna, Ruth Fernandes, di origini portoghesi. La donna era infermiera presso l’ospedale militare di Barrackpore ed era sposata con George Fernandes, tecnico specializzato all’Hastings Jute Mill a Rishra. Presenta ferite simili a quelle che Wyndham ha notato anche sul corpo del cinese sconosciuto…

Temendo che i servizi segreti togliessero loro il caso, Wyndham e Banerjee corrono a parlare con il colonnello McGuire, l’ufficiale medico responsabile dell’ospedale militare.

Qualcosa non convince i due poliziotti nell’atteggiamento di McGuire, che si mostra reticente ma indirizza i nostri da una sorta di caposala, Mathilde Rouvel. Come spiega ai due poliziotti, la Fernandes le aveva chiesto di uscire prima, per accompagnare la suocera in una clinica in città.

Secondo Taggart, l’omicidio è legato ai seguaci di Das…

Wyndham confida intanto a Banerjee i suoi sospetti e che dietro l’omicidio del cinese e dell’infermiera ci sia la stessa mano, armata di un pugnale dei gurkha.

Mentre Das viene arrestato, Wyndham si ritrova sequestrato dalla Sezione H, che vuole tenerlo lontano dalle fumerie d’oppio. Perché???

Dopo qualche ora di tortura psicologica, Wyndham viene liberato e può tornare alle sue indagini. Dal fascicolo di Ruth Fernandes, scopre un un buco tra il 1917 e il 1918, periodo in cui era stata trasferita a Rawalpindi… Mentre Sam riflette su questa stranezza, viene informato di un altro omicidio:

La vittima era un inglese di nome Dunlop, il quale, secondo la nota di Taggart, era uno scienziato di una certa fama.

Ancora una volta, sul suo corpo Wyndham nota le stesse ferite viste sul corpo di Ruth Fernandes. A trovarlo è stata sua moglie, Anthea Dunlop, che spiega ai due detectives che Alastair era il direttore della Scuola di Medicina Tropicale. Anche in questo caso, Wyndham si rende conto che la donna sta nascondendo qualcosa…

Ormai è chiaro che i tre omicidi sono collegati e si scopre che anche Dunlop lavorava per l’esercito. Infatti arriva il tirapiedi di Dawson, il biondo Allenby, che si prende il caso…

Prima però di essere estromessi dall’indagine, Banerjee scopre un collegamento importante con l’ospedale militare di Barrackpore e con Ruth Fernandes

“Nel 1918 lavoravano entrambi all’ospedale militare di Barrackpore”

E con loro era anche McGuire. Stranamente, in quel periodo Ruth avrebbe dovuto essere a Rawalpindi. Banerjee intanto riesce finalmente a scoprire chi fosse il morto in cui si era imbattuto Wyndham. Si tratta di un infermiere, Prio Tamang. E anche lui compare nella foto trovata nello studio di Dunlop.

Se anche gli altri nella fotografia sono possibili bersagli? Con il fiato sospeso seguiamo gli eventi finali …

Il libro, oltre a raccontarci tanto dell’Indipendenza indiana, ci mostra anche tanto della follia umana. Disposta a sterminare i propri simili con qualsiasi mezzo, senza pensare alle conseguenze dei nostri gesti… Finale forse un po’ frettoloso… ma noi aspettiamo il capitolo successivo! Un romanzo che vi consiglio anche se non amate i gialli, proprio per la parte storica che ci racconta!

VOTO :  10 / 10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!