ERBE AROMATICHE QUARTA PARTE

ERBE AROMATICHE QUARTA PARTE

Finalmente concludiamo la nostra passeggiata tra le erbe aromatiche, per parlare delle ultime in ordine alfabetico.

ERBE AROMATICHE QUARTA PARTE

Dopo esserci occupati delle erbe aromatiche in generale e aver scoperto come conservarle, abbiamo poi parlato di alcune delle più usate, scoprendone usi in cucina e proprietà. Infatti molte delle nostre piante aromatiche sono anche piante officinali, così dette perché utilizzate nelle officine farmaceutiche per la produzione di specialità medicinali.

Dedichiamoci quindi agli aromi compresi tra R di Rosmarino e T di Timo!

ROSMARINO (Rosmarinus officinalis)

Originario dell’Europa, Asia e Africa, è ora spontaneo nell’area mediterranea, dal livello del mare fino alla zona collinare. Utilizzato in cucina fin dall’antichità, è noto anche per le sue numerose proprietà benefiche.

USI:

E’ tra le erbe da cucina più usate fin dall’antichità. Fresco o essiccato, conserva e sprigiona sui cibi il suo profumo intenso e il suo sapore dolce-amaro. Questa pianta si presta a insaporire molti piatti.

Il suo utilizzo in cucina è consigliato anche perché favorisce la digestione dei grassi, grazie alle proprietà digestive e per l’azione specifica a livello epatico. Migliora anche la conservazione dei cibi perché agisce come un vero e proprio antiossidante naturale.

Eccellente con carni, pesce e patate, è perfetto anche con la frutta! Provate ad abbinarlo a pesche o albicocche, per esempio: scoprirete che ne esalta il sapore! Vedi ad esempio QUI

VIRTÙ:

Esercita sull’organismo un’azione stimolante e fortificante e agisce come antispastico e   antidolorifico. Antisetticoantiparassitario e antibatterico, svolge un’efficace azione preventiva anche in caso di malattie infettive ed è un valido antinfiammatorio.

Al Rosmarino sono inoltre riconosciute notevoli proprietà antiossidanti e antimutagene, dovute in particolare alla presenza dell’acido rosmarinico.

RUTA (Ruta graveolens L.)

Comune in Italia, cresce spontanea al disotto dei 1000 metri di altitudine. Ha un aroma piacevole, non eccessivamente spiccato e viene utilizzata in particolare per aromatizzare la grappa.

USI:

Il suo uso più classico è in liquoreria, in particolare per la preparazione della grappa. I semi vengono usati per aromatizzare la carne di selvaggina insieme alle foglie di menta. Le foglie sono adatte per insaporire insalate, formaggi freschi e pesce, ma sempre in piccole dosi.

VIRTÙ:

Emmenagoga, sedativa, digestiva, carminativa e vermifuga, diminuisce i gonfiori e svolge un’azione disinfiammante. E’ inoltre  un noto rimedio nella cura delle ferite causate da incidenti sportivi.

Calma il sistema nervoso, lenisce i crampi e attenua gli stati dolorosi.

SALVIA (Salvia officinalis)

Il nome generico (Salvia) deriva dal latino “salvus” ( = salvare, sicuro, bene, sano) un nome antico per questo gruppo di piante dalle presunte proprietà medicinali. Da sempre infatti è considerata una pianta salutare.

USI:

La Salvia trova impiego in cucina fin dai tempi antichi, come pianta aromatica. Nonostante la sua origine mediterranea, la presenza della salvia per aromatizzare carni di vario genere è consolidata da secoli in quasi tutte le tradizioni culinarie d’Europa.

Meno comune ma non raro è il suo impiego per cibi di tipo diverso: pasta (notissimi in Italia i tortelloni burro e salvia), formaggi alle erbe, zuppe e le foglie di salvia fritte in pastella.

VIRTÙ:

Stimolante, digestiva, diuretica, antisettica, mantiene l’alito fresco e contribuisce a tenere i denti più bianchi e puliti, se strofinata su di essi. E’ inoltre depurativa e svolge azione carminativa.

Grazie alle sue proprietà espettoranti, facilita l’espulsione del muco e del catarro che ostruiscono le vie respiratorie.

SANTOREGGIA (Satureja hortensis)

L’etimologia del nome del genere (Satureja) è incerta. Secondo alcuni deriverebbe dalla parola latina “satura”, che significa “sazio” (in riferimento alle supposte proprietà digestive dei succhi delle piante di questo genere). Un’altra etimologia farebbe derivare il nome da “salsa”, “intingolo” per indicare le proprietà aromatizzanti. Altri fanno riferimento ad un nome latino per il “salato delle erbe”, noto agli antichi e raccomandato da Virgilio come un albero eccellente da piantare vicino agli alveari. Infine secondo altri deriverebbe da “satureia, satureiorumin”, parola usata da Plinio per un’erba culinaria.

Originaria soprattutto del bacino del Mediterraneo, comprende numerose varietà, che crescono spontanee in ambiente collinare- montano.

USI:

La santoreggia (Satureja) appartiene alla stessa famiglia della menta ed è molto usata in cucina. La pianta si utilizza per condire legumi, per piatti a base di uova e insaporire piatti di carne, di pesce, di verdure.

Della pianta si utilizzano prevalentemente le foglie il cui aroma, particolarmente intenso e gradevole, ricorda un misto di timo e limone.

VIRTÙ:

Ha proprietà antivirali e antibatteriche e svolge attività antinfiammatoria, proteggendo l’organismo dalle infezioni intestinali, polmonari e ai reni.

La pianta ha proprietà espettoranti; può quindi essere utilizzata per sciogliere il muco ed il catarro e favorirne l’espulsione. Grazie al contenuto di carvacrolo, le foglie di santoreggia strofinate sulle punture di api e vespe leniscono il dolore e l’irritazione

STEVIA (Stevia rebaudiana)

Nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile, è nota per essere utilizzata come dolcificante ipocalorico naturale.Il suo sapore zuccherino ricorda leggermente la liquirizia, ed è proprio per questo che le foglie della pianta erano utilizzate già secoli fa dagli indigeni per dolcificare il mate, un tè amaro. Essa ha un potere dolcificante superiore di circa 300 volte rispetto al tradizionale zucchero da tavola, senza però apportare calorie.

USI:

Si può usare in cucina per la preparazione di dolci, gelati, sorbetti, confetture e marmellate. Pensate: basta mezzo cucchiaino di Stevia per dolcificare una panna cotta! Se dovete preparare una confettura, vi basteranno invece 20 – 25 g di Stevia ogni mezzo kg di frutta! Purtroppo però ha una durata molto inferiore a quella delle marmellate con lo zucchero, che svolge Di questaazione antibatterica.

VIRTÙ:

Oltre alle note proprietà dolcificanti, la Stevia ha anche proprietà antiossidanti, antibatteriche e anti infiammatorie. Aiuta inoltre a ridurre l’acidità di stomaco e previene l’innalzamento della pressione sanguigna. Ricca di sali minerali, contiene anche numerosi flavonoidi, che contrastano l’azione dei radicali liberi.

TIMO (Thymus vulgaris)

Di questa pianta esistono numerose specie, sia spontanee che coltivate, ed è tra le poche erbe aromatiche che conservano il loro aroma anche essiccate.

Il nome del genere (Thymus) deriva da un antico nome greco, θύμον (pron. thýmon), il cui significato è “forza, coraggio”. Secondo gli antichi, infatti, il timo risveglierebbe il coraggio in coloro che ne inalano il profumo balsamico. Ci sono però altri che fanno derivare il nome del genere da una parola greca che significa “profumo”.

Tipica dell’area mediterranea e del Caucaso, in Italia cresce dal mare alla regione montana.

USI:

Il timo è praticamente indispensabile nella cucina mediterranea. Esso dà carattere ai sughi, ai piatti di pesce e ai legumi. Il suo abbinamento più consueto? Con agnello e capretto.

E’ però ottimo per dare sapore a stufati, carne di manzo, verdure (zucchine, melanzane, olive, patate). Io lo uso insieme alla frutta, soprattutto fresco, per il suo sapore leggermente “limonoso”.

Viene utilizzato soprattutto secco, perché il suo sapore in questo modo è più intenso.

VIRTÙ:

Al timo sono attribuite proprietà antispasmodiche, stomachiche, antimicrobiche ed espettoranti. Ha inoltre proprietà digestive e può essere usato anche per eliminare il cattivo odore dei piedi!

E’ particolarmente indicato contro i problemi delle prime vie aeree, come rimedio naturale per il raffreddore, per lenire i sintomi della tosse, della bronchite acuta e cronica. E’ inoltre utile  per contrastare il meteorismo e i parassiti intestinali.  Questa pianta è da sempre utilizzata per produrre dentifrici e soluzioni per l’igiene della bocca. Infine ha proprietà calmanti e rinfrescanti negli stati pruriginosi di vario genere, ed è efficace contro i dolori reumatici.

Esternamente, inoltre, il timo veniva impiegato nella medicina popolare per favorire la guarigione delle ferite; fino alla prima guerra mondiale, rientrava addirittura nella composizione dei disinfettanti.

Per le altre erbe aromatiche, seguite i link che trovate sotto

A – D

E- M

N- P

R – Z

PER SAPERE COME CONSERVARLE, CLICCATE QUI

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!