DIA DE MUERTOS : IL GIORNO DEI MORTI IN AMERICA

DIA DE MUERTOS : IL GIORNO DEI MORTI IN AMERICA.

Alcuni giorni fa (vedi QUI), abbiamo parlato di come in passato Ognissanti e il Due Novembre fossero due festività molto sentite in Italia e negli altri Paesi di tradizione cattolica. Mentre ormai da noi va scomparendo, nei Paesi dell’America Latina la tradizione del Dìa de Muertos è più forte che mai. Vediamo quindi come il Messico festeggia la ricorrenza dei defunti.

DIA DE MUERTOS : IL GIORNO DEI MORTI IN AMERICA

Dieci anni fa (nel 2008), l’UNESCO ha proclamato la festa del Dia de muertos Patrimonio Immateriale dell’umanità e lo scorso anno la Disney ha reso omaggio a questa tradizione con un bellissimo film d’animazione, che mi ha strappato calde lacrime.

Anche se parlare di “festa dei defunti” sembra una contraddizione, in realtà il Día de Muertos celebra la morte tramite la vita.

Durante i giorni dedicati alla ricorrenza si tengono sfilate, si mangiano cibi a tema e si ricordano i defunti, mediante dei caratteristici altari.

La tradizione si riallaccia alle credenze delle popolazioni precolombiane, per le quali la morte segna solo il passaggio in un altro mondo. Infatti per Maya e Aztechi, gli spiriti dei morti continuano ad esistere finché qualcuno ne ricorderà la vita e, durante il Día de Muertos, possono tornare a trovare i loro cari. 

Aztechi, Toltechi e Maya consideravano il lutto irrispettoso per il morto. 

In Messico le celebrazioni cominciano di solito tra il 25 e il 28 ottobre e terminano il 2-3 novembre. In particolare, il 28 ottobre i familiari e gli amici onorano coloro che sono morti in un incidente o per cause improvvise o violente.

Il 29 ottobre le famiglie ricordano i cari morti per annegamento. Il 30 ottobre è dedicato al benvenuto e al ricordo di tutte le anime solitarie o dimenticate, che non hanno una famiglia che le ricordi, tra cui gli orfani, i carcerati, chi non ha lasciato discendenti.

Il 31 ottobre il popolo messicano onora coloro che non sono mai nati o che sono morti prima del battesimo. Il Primo Novembre è dedicato ai bimbi defunti, chiamati “piccoli angeli”. Tra il Primo e il Due Novembre, per tutto il giorno, le famiglie accolgono il ritorno sulla terra dei propri defunti.

Queste differenze sono legate alle credenze azteche e maya. Infatti le rotte destinate alle anime dei morti fossero determinate dal tipo di morte e non causate dal loro comportamento in vita. Non esisteva il concetto di Paradiso e Inferno, ma solo luoghi diversi a seconda del tipo di morte.

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HALLOWEEN E EL DIA DE MUERTOS: DUE FESTE DIVERSE

Prima di raccontarvi come è nata questa festa, voglio ricordarvi che El dìa de Muertos ed Halloween sono due tradizioni molto lontane tra loro.

Infatti Halloween è una festa di origine irlandese molto amata nel Nord America nordamericana, caratterizzata da travestimenti che ricordano il terrore e il macabro, con i bambini che vanno di casa in casa, chiedendo i dolcetti.

Il Dìa de muertos è invece una celebrazione che risale alle popolazioni originarie dell’America Centrale, durante cui si ricordano e si onorano i propri familiari defunti, che nella notte tra l’1 e il 2 novembre attraversano il “ponte” dall’Aldilà per riunirsi alle proprie famiglie, ma solo se sono ricordati e la loro foto è esposta sull’altare familiare.

Infatti i morti vivono finché i vivi li ricordano, per cui la festa rappresenta l’importanza dei legami e dell’eredità familiare.

Molto diverso è quindi lo spirito delle due tradizioni: Halloween nasce dall’idea che gli spiriti siano in qualche modo malevoli, per cui ci si traveste per ingannarli; el Dìa de Muertos invece accoglie con gioia il ritorno degli spiriti.

DIA DE MUERTOS : La OFRENDA

Al centro della celebrazione è un altare, o ofrenda, allestito non solo nelle case e nei cimiteri, ma anche nelle piazze.

Le ofrendas sono il portale tra la vita e la morte: servono infatti ad accogliere gli spiriti nel mondo dei vivi. Per questo sono carichi di offerte: acqua per dissetarsi dopo il lungo viaggio, cibo, foto di famiglia e una candela per ogni parente morto.

Ogni elemento dell’ofrenda ha un significato ben preciso.

Per esempio il papado picado,  ovvero  gli strati di carta traforati o ritagliati a forma di scheletro, rappresenta il vento e la fragilità della vita mentre il suo doppio colore (di solito giallo e viola) simboleggia la dualità di vita e morte.

I semi rappresentano la Terra, le candele il fuoco. Il fumo dell’incenso, ricavato dalla resina degli alberi, trasmette le preghiere e purifica l’aria attorno all’altare.

Sull’altare sono poi posti teschi di zucchero (Calaveras de azucar o cioccolato), spesso con il nome del defunto scritto nella parte superiore, il pan de Muertos, un pane speciale, e delle cempasuchil (calendule),  che fioriscono proprio in questo periodo dell’anno e rallegrano gli altari con il loro colore arancione. Questi fiori servono a guidare le anime verso la loro casa.

Altri cibi tipici di queste festività sono l’arroz dulce, la zucca e il camote. Oltre all’acqua, si bevono anchepulque, una bevanda dolce fermentata, ricavata dalla linfa dell’agave; l’atole, un sottile porridge caldo fatto con farina di mais, con zucchero di canna non raffinato, cannella e vaniglia aggiunta e cioccolata calda.

Pensate un po’: alcune comunità trascorrono l’intera notte nel cimitero. Una vera e propria festa notturna, con cena, musica e balli per tutta la notte.

DIA DE MUERTOS: I SIMBOLI CARATTERISTICI

Il dia de Los Muertos ha origini antiche, nella Mesoamerica con gli Aztechi, i Toltechi e altre antiche culture  che consideravano il lutto irrispettoso per il morto.

Per queste culture pre-ispaniche, infatti, la morte era una fase naturale nel lungo continuum della vita: i morti erano ancora membri della comunità, tenuti in vita nella memoria e nello spirito e che durante il Día de los Muertos, ritornavano sulla Terra.

Uno dei principali simboli di questa celebrazione sono i CALAVERAS. In spagnolo, “calavera” è il  teschio. Anche se li trovate tutto l’anno, nel periodo delle celebrazioni dei defunti i calaveras  servono a ricordarci di celebrare la nostra vita e la nostra mortalità, di guardare al passato e al futuro, ma restando nel presente.

Insomma, i calaveras ci ricordano di vivere ogni momento al massimo, senza temere la nostra mortalità. 

Sugli altari delle offerte vengono spesso posti anche dei calaveras dolci, che in origine erano teschi fatti di zucchero bianco.

CALAVERA CATRINA (ovvero “IL TESCHIO ELEGANTE”) è la Signora del giorno dei Morti. E’ rappresentata in abiti francesi e con un grande cappello ornato di fiori.  Essa si riallaccia  alla Dea Azteca Mictecacihuatl, regina degli Inferi, che aveva il ruolo di proteggere le ossa dei morti.

Ma la sua rappresentazione in abiti francesi si deve al vignettista José Guadalupe Posada, che intorno al 1910-1913 realizzò un’acquaforte “La Calavera Catrina”, vestita di abiti francesi per deridere i messicani indigeni che cercavano di emulare la raffinatezza dello stile europeo.

 

 

DIA DE MUERTOS. La parata

Nelle città più grandi si può assistere anche alla parata per il Día de Muertos.

In quest’occasione centinaia di persone percorrono le strade della città con la faccia truccata per richiamare l’immagine del calavera.

Si tratta di una parata molto divertente in cui, in un certo senso, si cerca di prendere in giro la morte.

DIA DE MUERTOS : COCO

Nel 2017, la Disney ha reso omaggio al Messico e alle tradizioni di Vida y Muerte con un bellissimo film d’animazione, “Coco”. Il film ha pure vinto nel 2018 due Oscar, come miglior film d’animazione e come miglior canzone per Remember Me, scritta da Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez.

Il protagonista della vicenda, il dodicenne Miguel Rivera, sogna di diventare un grande musicista, proprio come il suo idolo, Ernesto de la Cruz. La sua famiglia però è fortemente contraria e, per partecipare ad gara di musica, decide di usare la chitarra del suo idolo. Mentre la suona, finisce nel regno dei morti, proprio durante il Día de Muertos. 

Per riuscire ad andarsene dovrà affrontare molti ostacoli, ma alla fine del suo viaggio, avrà imparato molto sulla storia della sua famiglia.

Io ho pianto per i 3/4 del film! Se vi capita, guardatelo: merita veramente

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!