CREMA PORRI E TARTUFO

CREMA PORRI E TARTUFO

Su uno dei miei libri di ricette ho scovato questa ricetta che ho provato di recente, grazie ai tartufi che ci ha regalato il nostro amico farmacista! E ve la propongo con gioia perché può essere un ottimo piatto anche per Natale!

Infatti voglio proporlo al Maritozzo e alla mia Mamma invece del classico brodo per il giorno di Natale. Ma secondo me può essere perfetto anche per la cena della Vigilia, magari abbinato a dei bei gamberoni…

CREMA PORRI E TARTUFO. La ricetta PER 4

  • DIFFICOLTÀ : molto bassa
  • PREPARAZIONE : 10 – 15 minuti
  • COTTURA : 40 – 45 minuti
  • COSTO : medio

INGREDIENTI

PREPARAZIONE

Pulite i porri, tagliandoli a metà per il lungo e risciacquandoli per bene sotto acqua fredda.

Sbucciate le patate, lavatele con acqua fredda e poi tagliatele a fettine molto sottili, in modo che cuociano in meno tempo. Tenetele in acqua fredda.

Tagliate i porri a rondelle e poi fateli rosolare in una capace pentola con un filo di olio.

Unite le patate scolate e fate cuocere il tutto a fiamma bassa, bagnando con il brodo,  per circa 45 minuti.

Quando le patate saranno cotte, aggiungete il latte e frullate il tutto.

Aggiustate di sale e, volendo, unite anche la panna.

Servite la crema in ciotoline di terracotta individuali, guarnendole con fettine di tartufo e accompagnando con le fette di pane tostate.

CREMA PORRI E TARTUFO. Il tartufo

Secondo molto linguisti, il termine tartufo deriva da terrae tufer (escrescenza della terra), dovuta alla somiglianza tra questo fungo ipogeo e il tufo, pietra porosa tipica dell’Italia centrale.

Il termine si contrasse poi in terra tufide e nei dialettali tartùfola, trìfula, tréffla, trìfola.

Le prime notizie certe sul tartufo compaiono nella Naturalis Historia, di Plinio il Vecchio. Secondo Giovenale, il prezioso fungo, a quell’epoca chiamato “tuber terrae”, sarebbe nato grazie ad un fulmine scagliato da Giove in prossimità di una quercia (albero ritenuto sacro al padre degli dèi).

Poiché Giove era anche famoso per la sua prodigiosa attività sessuale, al tartufo da sempre si sono attribuite qualità afrodisiache.

Pensate : già nel Settecento il tartufo piemontese era considerato presso tutte le corti europee un alimento tra i più ghiotti. Tra i grandi estimatori di questo “frutto della terra”, Gioacchino Rossini lo definì “il Mozart dei funghi”.

In particolare il tartufo bianco di Alba e Asti, quello che si raccoglie nei territori delle Langhe, del Roero e del Monferrato, è sempre stato considerato in assoluto il più pregiato.

Come accennato, il tartufo appartiene alla famiglia dei funghi ipogei, cioè che crescono sotto terra.

Ne esistono circa 60 varietà ma in Italia sono presenti circa 25 tipi. Solo poche varietà di tartufo sono ricercate   e commercializzate. Oltre al tartufo bianco e al tartufo nero pregiato, in commercio si trovano il moscato (Tuber brumale var. moschatum De Ferry) e quello d’estate o scorzone (Tuber aestivum Vitt.). Troviamo poi anche altre varietà, ma ne parleremo presto meglio!

CREMA PORRI E TARTUFO: conservare il tartufo

Il tartufo va conservato in un contenitore a chiusura ermetica in modo che il profumo non si disperda. Prima di porre i tartufi in un vasetto, puliteli con uno spazzolino di media durezza o con un pennellino per eliminare la maggior parte della terra, quindi con un panno, per togliere la rimanenza.

Dopo aver disposto i tartufi nel contenitore ricopriteli con del riso, che ne manterrà l’umidità costante e non li farà né asciugare né marcire.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!