Cibo e religione. L’influenza del nostro credo sulla nostra alimentazione

Cibo e religione. Il complesso rapporto tra fede e alimentazione

La scorsa settimana abbiamo dedicato numerosi articoli alla Quaresima e al mangiare magro (ad esempio, vedi QUI). Ed abbiamo scoperto che non siamo solo noi Cattolici a dover “sopportare” dei periodi di restrizione! Vediamo quali sono le regole alimentari che devono rispettare i fedeli delle principali religioni presenti ormai anche in Italia.

Cibo e religione. Che cosa porto a tavola?

In tutte le religioni il cibo non è solo un elemento naturale e materiale ma è considerato un dono di Dio o degli Dei, e l’atto di alimentarsi diventa, quindi, un atto sacro, anche di ringraziamento all’Entità superiore che l’ha donato all’uomo per assicurarne la sopravvivenza.

Come comportarsi se avete ospiti di una religione diversa dalla vostra? Sapete come sfamare un buddista? E un induista?

Spesso la nostra conoscenza delle abitudini alimentari di chi non è cattolico è molto superficiale e si limita a qualche banalità e luogo comune.

Scopriamo quindi insieme quali sono i “precetti alimentari” che Islam, Ebraismo, Buddismo e Induismo impongono ai loro fedeli

Cibo e religione. L’Islam e i cibi Ḥarām

La religione islamica parla di cibi HALAL (cioè leciti) e HARAM (cioè proibiti)(haram in arabo). Infatti Allah avrebbe lasciato chiare indicazioni su cosa sia lecito consumare e cosa non lo sia.

Sicuramente nella religione musulmana è HARAM il maiale (e il cinghiale). Ma questa restrizione, ci insegnano a scuola, ha precise ragioni storiche e igienico-sanitarie. Infatti il maiale è un animale onnivoro e si nutre anche di carcasse e cibi ormai guasti. Per questo motivo potrebbe essere portatore di malattie.

Per motivi simili sono vietati anche gli animali carnivori (leone, tigre ma anche gatto, cane, scimmia) e gli uccelli predatori. 

Sono proibiti anche i rettili e gli insetti, ma perché privi di sangue o a sangue freddo (ma le locuste sono lecite).

La carne equina è sconsigliata per una questione di rispetto verso l’animale; unica eccezione l’asino addomesticatovietato perché considerato una risorsa per la comunità.

MACELLAZIONE RITUALE

Ma attenzione : la carne può essere consumata solo se macellata secondo il rituale islamico.

L’animale non deve subire violenze e deve essere sgozzato vivo fino al totale dissanguamento; poi si devono scartare interiora, midollo, pupille e organi genitali.

Alcol haram

L’altro grande divieto islamico riguarda gli alcolici, definiti “opera di Satana” dal Corano poiché, insieme alle droghe, danneggiano la salute e ottenebrano la ragione: non solo vino, ma qualsiasi distillato o bevanda che contenga alcol, frutto di qualsiasi tipo di elemento vegetale (uva, dattero, fico ma anche grano, orzo, mais, riso).

Cibi halal

Completamente Ḥalāl invece (leciti) tutte le piante e i frutti della terra. Anche sui prodotti del mare ci sono limitazioni: sì ai pesci dotati di squame e no a balene, squali e anguille o ai prodotti ittici con guscio (crostacei e molluschi).

Gli Sciiti ed i Sufi considerano l’alimentazione vegetariana come una regola di vita.

Per un guida completa, cliccate QUI

RAMADAN:QUEST’ANNO DAL 15 MAGGIO AL 14 GIUGNO

Vi ricordo infine che anche la religione islamica impone un periodo di astinenza e digiuno, il Ramadan, che dura 29 o 30 giorni e coincide con il nono mese del Calendario Islamico.

Quest’anno (2018), il Ramadan inizierà il 15 maggio e terminerà il 14 giugno.

Durante il mese del Ramadan, da due ore prima dell’alba a due ore dopo il tramonto, è previsto il digiuno, ad eccezione dei bambini,  esentati fino alla pubertà. 

Parleremo quindi più approfonditamente dell’argomento tra qualche tempo

Cibo e religione. Ebraismo: la Kasherùt

Abbiamo parlato qualche tempo fa della dieta kasher (vedi QUI), per cui vi ricordo solo alcune regole. L’Ebraismo consente il consumo soltanto di alcuni alimenti di origine animale, e in particolare degli animali ruminanti che hanno lo zoccolo spaccato. È quindi consentito mangiare carne (e latte) dei bovini, degli ovini e del capriolo. Infatti secondo la Kasherùt, sono puri gli animali contemporaneamente con lo zoccolo spaccato e ruminanti (come la mucca o la capra), cosa che esclude categoricamente cavalli, muli, asini e cammelli

È consentito il consumo di alcuni volatili come pollo, il tacchino, l’oca (non i rapaci) ed anche dei pesci, ma soltanto quelli con pinne e squame.

È proibito il consumo di carne dei suini (cinghiale e maiale) e del coniglio. Illeciti anche selvaggina (carnivori ma anche conigli e lepri), crostacei e molluschi

macellazione rituale ebraica

Per essere Kashèr (conformi), le carni poi devono essere macellate secondo la shechitah, la macellazione rituale che prevede il taglio della gola dell’animale, in modo da ottenere una morte rapida e il completo dissanguamento. Per completare la casherazione, che toglie ogni traccia di sangue, la carne viene poi messa in ammollo per almeno mezz’ora e poi coperta di sale.

NO CARNE E LATTICINI INSIEME

A tavola poi non possono essere mescolati carne e latticini, il che rende Taref (non adatti) i formaggi prodotti con caglio animale ma anche le cotture nel burro. Il vino non è proibito ma solo se preparato secondo i metodi kashèr.

 

Cibo e religione. Buddismo e Induismo: vegetariani sì o no?

L’Induismo ritiene che ogni forma di vita sia sacra e, oltre al divieto di uccidere l’animale sacro per eccellenza (la mucca, considerata fondamentale per la vita contadina), prevede il vegetarianesimo.

Nella sua forma più ortodossa, quindi, SI solo a latticini e non sempre alle uova, ma a seconda delle aree geografiche si possono incontrare deroghe per carni ovine, pollo e pesce.

Buddha invece non ha mai vietato espressamente la carne, ma non consumarla segue il precetto di rispettare ogni forma di vita e contribuire affinché nel mondo ci siano meno uccisioni possibili.

Quindi il vegetarianesimo è una pratica positiva, comunque non da ritenersi tassativa: in effetti un monaco buddista, di norma vegetariano per scelta, non può comunque rifiutare un piatto di carne che gli viene offerto. Infatti l’accoglienza della generosità altrui è più importante di qualsiasi regola alimentare.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!