CASTAGNO E CASTAGNE, FRUTTI DELL’AUTUNNO

CASTAGNO E CASTAGNE, I FRUTTI SIMBOLO DELL’AUTUNNO.

CASTAGNO E CASTAGNE: INTRODUZIONE

Il Castagno (Castanea sativa Mill.) e’ originario dell’Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale. E’ presente anche sulle coste atlantiche del Marocco, sulle rive del mar Caspio e nel sud dell’Inghilterra.

I castagneti da frutto sono ormai molto ridotti (in seguito al mal dell’inchiostro e al cancro) in Italia, anche se in questi ultimi anni si sta assistendo ad un tentativo di recupero non solo ai fini produttivi. Le regioni in Italia in cui la coltura del castagno da frutto assume maggior importanza sono la Campania, la Sicilia, il Lazio, il Piemonte e la Toscana.

Il castagno è una delle più importanti essenze forestali dell’Europa meridionale, in quanto ha riscosso, fin dall’antichità, l’interesse dell’uomo per i molteplici utilizzi. Oltre all’interesse intrinseco sotto l’aspetto ecologico, questa specie è stata largamente coltivata per la produzione del legname e del frutto.

Quest’ultimo, in passato, ha rappresentato un’importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali degli ambienti forestali montani e, nelle zone più fresche prealpine, d’alta collina, in quanto erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina di castagne.

CASTAGNO E CASTAGNE: RINASCITA 

Nell’ultimo decennio la castanicoltura ha segnato, nel nostro Paese, un’interessante ripresa. Numerosi vecchi castagneti da frutto sono stati sottoposti ad una potatura di ringiovanimento, l’infezione del cancro della corteccia sta registrando una fase di regresso mentre le quotazioni del mercato per il prodotto di pregio (marroni e frutti degli ibridi) sono oggi particolarmente remunerative ed allettanti per i produttori.

IL CASTAGNO: BOTANICA

Il castagno appartiene alla Famiglia delle Fagaceae. Il genere Castanea comprende:
– il castagno europeo, Castanea sativa Mill., diffuso in Europa;
– Castanea crenata Sieb. e Zucc., o castagno giapponese, diffuso in Asia e resistente al mal dell’inchiostro e al cancro della corteccia;
– infine il genere Castanea pumila Mill, o castagno americano, diffuso nell’America del Nord.

Le popolazioni presenti in Europa sono principalmente riconducibili a semenzali di castagno europeo o a castagni europei innestati sul giapponese o a ibridi delle due specie, per la resistenza della specie giapponese alle patologie che hanno in passato distrutto le piante europee.

Caratteristiche del castagno

Il castagno europeo e’ una pianta longeva. Può raggiungere altezze di 30 – 40 m. Il diametro del tronco misura dai 15 ai 20 m e spesso supera tali misure. Il fusto ramoso, dal legno duro e coperto da una corteccia grigiastra, regge un’ampia chioma regolare e quasi tonda.

  • CASTAGNO: LE FOGLIE

Le foglie del castagno, coriacee e caduche, aventi un picciolo corto, sono alterne, allungate, lanceolate, cuneate alla base e solcate da nervature ben marcate: hanno un apice acuto e margine dentellato; la loro lamina superiore è verde lucente, mentre l’inferiore ha una gradazione di colore più tenue

  • CASTAGNO: I FIORI

I fiori del castagno, profumatissimi, sono dimorfi, si presentano, cioè, in duplice aspetto, a seconda del loro sesso.

  • I fiori maschili sono raccolti, in gran numero, in particolari infiorescenze erette e lunghe circa 12 cm, dette amenti o gattini (simili a spighe). Si tratta di ciuffi giallognoli, lievi e piumosi che, durante la loro fioritura, non solo rendono colorato e allegro il bosco, ma riescono a conferire un aspetto leggiadro e poetico al severo e imponente albero che li produce.
  • I fiori femminili, invece, sono riuniti, alla base ascellare delle foglie, a piccoli gruppi di due o tre e racchiusi in un involucro, chiamato «cupola», formato da brattee (foglie ridotte) fuse tra loro.

Dopo la fecondazione del fiore femminile, inizia la formazione del frutto. La cupola diventa un involucro verde, irto di aculei (il riccio) che contiene due o tre acheni (castagne), protetti da un pericarpo (buccia).

La buccia, all’esterno, è lucente, marrone e biancastra alla base e, all’interno, è pelosa; sotto la buccia, vi è un’ulteriore protezione, l’episperma, la pellicina amara e scura che avvolge la polpa della castagna.

A maturazione completata, il riccio si apre, spaccandosi in 4 settori, lasciando, così, cadere libere le castagne. Generalmente, il castagno fruttifica dai 20-25 ai 50 anni di età.

Col passare degli anni, il legno della parte inferiore del tronco si sbriciola. Si crea così una cavità abbastanza ampia da accogliere gli animali del bosco, che ne usufruiscono come comoda tana.

Il legno sbriciolato forma la cosiddetta «terra di castagno», molto ricercata perché fertilissima.

CASTAGNO: STORIA

Sul castagno c’è una sostanziale incertezza sulla sua origine e sui processi che ne hanno determinato la sua distribuzione. In passato si riteneva che la specie fosse originaria del bacino sudorientale del Mar Nero (regioni del Ponto e del Caucaso occidentale) e che da qui fosse poi stato diffuso da Greci e Romani.

Secondo più recenti teorie, si ritiene che il castagno abbia trovato rifugio in alcune limitate zone durante l’ultima glaciazione (Würm), quando è avvenuta una generale contrazione delle superfici forestali in Europa.

La più grande e riconosciuta zona rifugio si localizza nel Caucaso e nel nord dell’Anatolia. Altre zone rifugio si sono individuate in Italia, nei versanti tirrenici dell’Appennino centro-settentrionale, dalla Liguria al Lazio, oltre che nelle zone collinari nei pressi del lago di Garda.

Anche nel nord della Spagna e in Grecia, nel Peloponneso, sono state individuate altre importanti zone rifugio.

Dopo la glaciazione il castagno ha visto una forte espansione ad opera dell’uomo sin dal periodo Neolitico, assieme all’albero del noce da frutto e alle colture cerealicole.

La massima diffusione in tutta l’Europa ebbe inizio con i Greci. Fu poi ampliata dai Romani e proseguì durante il Medioevo, per opera degli ordini monastici. Lo scopo di questa estensione era la sua duplice funzione, come risorsa amidacea (castagne) e tecnologica (legname da opera).

CASTAGNO E CASTAGNE: RIDUZIONE DELLA DIFFUSIONE DELLA PIANTA

La crisi del castagno ebbe inizio a partire dal Rinascimento. Da allora e fino all’Ottocento, il castagno subì un lento e progressivo abbandono.

Alla fine dell’Ottocento iniziò il declino vero e proprio della castanicoltura, per molteplici cause. Alla riduzione dei castagneti hanno inoltre contribuito le decimazioni dovute a due patologie associate a questa specie: il mal dell’inchiostro ed il cancro del castagno.

CASTAGNO EUROPEO

Il castagno europeo (Castanea sativa) è un albero longevo, appartenente alla famiglia delle Fagacee (la stessa di faggio e querce) ed è diffuso in tutti i paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.

È una delle piante più rappresentative dell’Appennino italiano, dove occupa quasi il 10% della superficie forestale, che ammonta a circa sette milioni di ettari.

Fino a qualche decennio fa, il frutto del castagno era per molti mesi dell’anno il principale, se non l’unico, alimento per la gente di montagna. Infatti la pianta era chiamata “albero del pane”, perché dai suoi frutti (sia freschi che essiccati) si potevano preparare per tutto l’anno una tale varietà di piatti da fare invidia al frumento.

Il castagno non forniva solo i suoi frutti, ma anche altri prodotti:

  • il legno per i mobili, per la carpenteria e per piccoli oggetti di artigianato
  • il tannino,utilizzato per colorare i tessuti o per la concia delle pelli
  • le foglie del sottobosco utilizzate per “preparare il letto” degli animali della stalla.

Esistono due cultivar diverse della Castanea sativa:

  • le castagne sono il frutto dell’albero che cresce spontaneamente, di pezzatura minore e di forma molto variabile, con buccia di colore scuro e omogeneo e sapore dolce ma spesso astringente;
  • i marroni provengono da alberi coltivati, migliorati con successivi innesti. Sono di grossa pezzatura e forma poco variabile, ovale e allungata. La buccia è sottile e di colore marrone chiaro con striature evidenti. Il sapore è molto dolce.

Domani parleremo del frutto e delle sue proprietà.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!