CARNEVALE DI VENEZIA

CARNEVALE DI VENEZIA

Tra i più antichi e affascinanti del mondo, ogni anno il Carnevale in laguna è un’esplosione di colore, magia, energia, musica e folle festose.

Nel 2019, i festeggiamenti del Carnevale di Venezia si sono aperti il 16 febbraio. Gli eventi più importanti si svolgono però a ridosso del Giovedì e del Martedì Grasso (5 marzo 2019), giorno in cui si conclude il Carnevale.

Il 6 marzo, con il mercoledì delle Ceneri, la festa si chiude ufficialmente e lascia il posto alla Quaresima.

Conosciamo meglio insieme questo evento.

CARNEVALE DI VENEZIA: Le origini

Come dicevamo poco sopra, il Carnevale di Venezia è tra i più affascinanti e più antichi del mondo.

Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta.

L’istituzione del Carnevale da parte delle oligarchie veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima, come già avveniva nell’antica Roma, di concedere ai ceti sociali più umili un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti.

Ricordate che il motto degli imperatori romani era “panem et circenses”?.

Attraverso l’anonimato che garantivano maschere e costumi, si otteneva una sorta di livellamento di tutte le divisioni sociali ed era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell’aristocrazia.

Le maschere storiche veneziane coprono di solito tutto il viso e si accompagnano a enormi mantelli o vestiti ottocenteschi.

Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica è un editto del 1296, quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo il giorno precedente la Quaresima.

CARNEVALE DI VENEZIA. Gli eventi principali

Il Carnevale di Venezia si apre ogni anno con la storica Festa Veneziana sull’acqua,  durante cui il Rio di Cannaregio si anima con la sfilata in maschera sulle gondole.

La Festa delle Marie e l’elezione della maschera più bella precedono uno dei momenti più attesi del Carnevale di Venezia, ovvero il volo dell’Angelo, in cui la Maria vincitrice del Carnevale precedente vola sulla folla di piazza San Marco per dare il via ufficiale ai festeggiamenti.

La domenica successiva è invece il turno del Volo dell’Aquila: un secondo volo, identico al primo, introdotto dal 2012, di cui è protagonista un personaggio dello spettacolo o del mondo dello sport a sorpresa (alle ore 11 in Piazza San Marco).

Quest’anno lo “svolo” dell’Aquila si svolgerà domenica 3 marzo 2019, alle ore 12 in Piazza San Marco.

A volare giù dal Campanile di San Marco sarà la campionessa di Short Track Arianna Fontana, ben 8 medaglie olimpiche, al termine dei 12 rintocchi della “marangona”.

Il 5 marzo il Carnevale si conclude ufficialmente con lo Svolo del Leon, in cui il simbolo di Venezia (il Leone alato), vola dal campanile sulla folla chiudendo i festeggiamenti con un evento dal potere simbolico e scenografico.

 

CARNEVALE DI VENEZIA. Lo svolo del Leon

E la cerimonia che conclude simbolicamente i festeggiamenti carnascialeschi.

Un’enorme bandiera di San Marco, raffigurante il leone alato, viene fatta salire, con un sistema di carrucole, dalla piazza gremita di gente fino al Campanile di San Marco. Prima di issare la bandiera, sempre in Piazza San Marco, avviene l’incoronazione della Maria vincitrice del Carnevale.

L’evento è un rituale di grande suggestione, un tributo al simbolo della città, il leone alato – tanto caro ai veneziani.

Ad accogliere lo stendardo sono le dodici Marie.

CARNEVALE DI VENEZIA. Le Marie

La festa delle Marie è una celebrazione tipica della città di Venezia, che si svolgeva con cadenza annuale a partire presumibilmente dal IX secolo. Soppressa nel 1379, in anni recenti la festa è tornata in auge come rievocazione storica.

Essa ha origine dall’usanza di benedire, nel giorno della Candelora (due febbraio), tutte le coppie che si sarebbero sposate entro l’anno. Tra le donne che prendevano parte alla benedizione (nella chiesa di San Pietro di Castello) venivano scelte le dodici più povere: esse venivano vestite con abiti sfarzosi e ingioiellate con monili preziosissimi, tutti oggetti prestati dalle principali chiese della città.

Nell’anno 973, durante una di queste celebrazioni, Venezia subì un assalto piratesco, e le spose vennero rapite insieme ai loro gioielli. La popolazione insorse e riuscì a salvare le fanciulle. Per ringraziare la Madonna della sua intercessione, venne istituita la festa delle Marie. In seguito la celebrazione fu soppressa.

In anni recenti, la festa delle Marie è stata ripristinata all’interno degli eventi legati al Carnevale. La festa moderna è una rievocazione della festa originale, durante la quale dodici fanciulle veneziane sfilano in abiti medievali e rinascimentali in Piazza San Marco.

Al termine della sfilata, la più bella tra esse riceve il titolo di Maria dell’anno.

CARNEVALE DI VENEZIA. Il volo dell’angelo

In un’edizione del Carnevale, nel Cinquecento, un giovane acrobata turco riuscì, con il solo ausilio di un bilanciere, ad arrivare alla cella campanaria del campanile di San Marco camminando, nel frastuono della folla sottostante in delirio, sopra una lunghissima corda che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta.

Nella discesa, invece, raggiunse la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.

Dopo il successo di questa spettacolare impresa, subito denominata Svolo del turco, l’evento, che solitamente si svolgeva il Giovedì Grasso, fu richiesto e programmato come cerimonia ufficiale anche per le successive edizioni, con tecniche simili e con forme che con gli anni subirono numerose varianti.

Per molti anni lo spettacolo, mantenendo lo stesso nome, vide esibirsi solo funamboli di professione, finché non si cimentarono nell’impresa anche giovani veneziani, dando prova di abilità e coraggio con varie spericolatezze e variazioni sul tema.

CARNEVALE DI VENEZIA. LE MASCHERE

Le maschere ed i vestiti del Carnevale Veneziano sono antichissimi. Le loro origini si perdono infatti nel tempo, in un’affascinante racconto nel quale i fatti storici si sono confusi in un intreccio di tradizione e folklore.

Fin dall’inizio dei festeggiamenti, le maschere hanno costituito l’anima stessa del carnevale, un modo per divertirsi e far divertire nel totale anonimato.

Già nel ‘300 gli artigiani che fabbricavano le maschere erano chiamati mascheri ed un secolo dopo avevano già un proprio statuto.

Le maschere coprivano il volto di chi le indossava per celarne completamente l’identità ed il sesso, trasformando la città in un posto unico dove le regole sociali venivano realmente stravolte.

Nel corso dei secoli la tradizione ha suggellato alcune maschere celebri, che sono ancora visibili al Carnevale di Venezia. Tra esse, le più rappresentative sono :

  • BAUTA O LARVA:

La Baùta, molto semplice e versatile all’uso. Detta anche LARVA, copre solo gli occhi e metà del viso permettendo di parlare, mangiare e bere. Si indossa con un mantello scuro che si chiama tabarro e con un un tricorno nero che si mette sul capo sopra il tabarro.

Il nome larva deriva dal termine latino “larva”, cioè “fantasma” o “maschera”.

  • MORETTA :

La Moretta, il travestimento preferito dalle donne. Consiste in una piccola maschera ovale in velluto scuro che copriva tutto il volto (si reggeva con la bocca attraverso un bottoncino) e si indossava con un cappellino ed indumenti e velature raffinati. Il fatto che fosse una maschera muta aiutava a mantenere l’anonimato concedendosi ad ogni genere di pazzia.

  • GNAGA O DONNA GATTO:

La Gnaga era la maschera usata dagli uomini per travestirsi da donna. Ha sembianze da gatta e si portava con vestiti da popolana e un cesto al braccio con un gattino.

 

 

 

CARNEVALE DI VENEZIA. IL CIBO

Il Carnevale a Venezia è anche tradizione culinaria e, soprattutto, dolciaria.

Sin dalle prime edizioni del Carnevale, infatti, degli ambulanti vendevano alla popolazione ogni genere di mercanzia, spesso dal fascino esotico.

Dalla frutta di stagione alle spezie passando per i cibi provenienti da paesi lontani, specialmente dall’oriente.

Ancora oggi, passate le feste natalizie, le vetrine dei negozi e le tavole delle famiglie si riempiono di guantiere (vassoi) di galani fritoe!

Le frittelle (o fritolesono sicuramente il dolce più rappresentativo e risalgono al Seicento.  Pensate che fu creata una vera e propria Corporazione dei Fritoleri.

fritoleri erano coloro che avevano l’esclusiva di produrre e mettere in commercio le frittelle in città.

“Boccon da poareti e da siori” per poveri e aristocratici!

Oggi la frittella ha mantenuto praticamente invariata la ricetta originale, quella della “frittella alla veneziana”, con uvette, pinoli e zucchero.

Ma anche molte varianti si sono affacciate sul mercato, su tutte quelle alla crema e allo zabaione.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!